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Risparmio: frena la raccolta ma rimane in positivo a novembre
Attività sottotono per l’industria del risparmio in novembre, con la raccolta netta che rimane positiva ma in frenata rispetto ai mesi precedenti. Il patrimonio, grazie a un effetto mercato quantificato in più 2,4 per cento, è salito a 2.260 miliardi. Investitori ancora concentrati sull’azionario.
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Novembre in chiaro-scuro per l’industria del risparmio gestito, con la raccolta finita sì in positivo ma nettamente sotto i livelli registrati negli ultimi mesi. A frenare l’azione degli investitori hanno contribuito diversi fattori, tra i quali spiccano la rapida discesa della fiducia dei consumatori, l’incerta evoluzione del ciclo economico (interno e mondiale), il proseguimento della corsa dell’inflazione e il fattore emotivo legato al conflitto in Ucraina. Nel mese i flussi netti sono ammontati a 268 milioni di euro, che si confrontano con i +967 milioni registrati in ottobre. Dall’inizio dell’anno le sottoscrizioni nette ammontano complessivamente a 8,6 miliardi.
Grazie all’effetto mercato le masse salgono a 2.260 miliardi
Il patrimonio, nonostante la cautela che ha contraddistinto l’attività in questo periodo, è aumentato a 2.260 miliardi di euro dai 2.206 miliardi del mese precedente. A influire positivamente sulle masse – precisa una nota di Assogestioni - è stato soprattutto l’effetto mercato positivo, quantificato dall’Ufficio Studi dell’associazione in +2,4%. Un effetto che si riscontra principalmente nell’attenzione sempre più marcata che gli investitori continuano a riservare ai fondi azionari, a differenza di altri tipi di asset che confermano di essere in sofferenza a causa delle peggiorate prospettive macro e, come nel caso dei fondi obbligazionari, a causa dell’aumento dei tassi d’interesse.
Inversione di rotta tra gestioni collettive e di portafoglio
Nelle macrocategorie c’è stato in novembre un capovolgimento dei flussi: le gestioni collettive sono tornate su un terreno positivo, con +870 milioni di euro dopo -1,62 miliardi in novembre (per un totale da gennaio di +13,89 miliardi), mentre le gestioni di portafoglio hanno scritto un segno meno per 602 milioni dopo i +2,59 miliardi di ottobre (per un totale da inizio anno che resta pesantemente negativo: -5,29 miliardi). Poco mossi gli equilibri all’interno dei portafogli degli investitori: il peso delle prime si attesta al 52,2% (52,4%) e quello delle seconde al 47,8%. C’è stata un’inversione di marcia dei fondi aperti, che portano a casa flussi netti per 231 milioni, dopo -2 miliardi accusati in ottobre.
Lo slancio dei fondi chiusi
Nel mentre si sono consolidate le sottoscrizioni sui fondi chiusi, ammontate a +640 milioni di euro (+437 milioni di euro nel mese precedente), che portano a +5,69 miliardi il saldo maturato nei primi undici mesi. Per quanto riguarda le gestioni di portafoglio il comparto retail ha chiuso il mese con flussi netti per 987 milioni (+122 milioni), per un totale da gennaio salito a 6,44 miliardi di euro. Per contro, è tornata su un terreno negativo la raccolta dei mandati istituzionali, che ha archiviato il mese con deflussi per -1,59 miliardi (+2,47 miliardi), che hanno allargato – secondo la tabella pubblicata da Assogestioni - il saldo negativo maturato nel periodo gennaio-novembre a -11,73 miliardi di euro.
I fondi azionari sempre in grande spolvero
In particolare, la mappa del risparmio gestito di novembre ha confermato il continuo interesse dei sottoscrittori per i prodotti azionari, che hanno registrato afflussi netti pari a 1,63 miliardi (+687 milioni in ottobre), per un totale da gennaio pari a 19,67 miliardi. Allo stesso tempo, si sono affievoliti i deflussi dai comparti obbligazionario e bilanciato, pari rispettivamente a 216 e 379 milioni (-1,04 miliardi e -566 milioni). Sempre pesante l’atmosfera attorno ai flessibili, che chiudono con uscite nette per 811 milioni (-943 milioni), mentre i fondi monetari – favoriti dalla dinamica dei tassi – riportano il la raccolta poco sopra il segno più: 2 milioni contro i -35 milioni di ottobre.
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