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Borsa: Cina e Giappone in pole position nel 2023
Il 2023 si presenta con vento a favore per le Borse di Cina e Giappone, due Paesi che possono vantare un quadro politico tra i più stabili al mondo, politiche fiscali e monetarie generose, un’inflazione sotto controllo e valutazioni convenienti. Incognite Covid e settore immobiliare per Pechino.
Le piazze finanziarie asiatiche, come quasi tutte quelle delle altre aree mondiali, durante lo scorso anno sono state avare di soddisfazioni per gli investitori. Lo scompiglio provocato dalla guerra in Ucraina e, a seguire, la speculazione di cui è stato oggetto l’intero comparto energetico (e, di riflesso, la corsa dell’inflazione) hanno ridotto all’osso l’attività. Quest’anno però dall’Asia potrebbero emergere interessanti opportunità d’investimento. L’attenzione degli esperti di T. Rowe Price si concentra in particolare su Giappone e Cina, dove lo scenario politico è tra i più stabili al mondo, il problema dell’inflazione non esiste, i responsabili economici hanno una visione di lungo periodo e le imprese sono pronte a raccogliere i frutti degli enormi investimenti fatti in passato.
Debolezza yen e utili record favoriscono le imprese giapponesi
In Giappone ci sono diversi fattori che suggeriscono prospettive ampiamente incoraggianti fino al 2023. Lo sostiene Daniel Hurley, portfolio specialist, japanese equity strategy di T. Rowe Price, sottolineando che la pandemia, le politiche divergenti e il brusco calo dello yen hanno messo in ombra (e per questo non pienamente apprezzata dagli investitori stranieri) un miglioramento sostenuto e molto incoraggiante della corporate governance. Anche perché, aggiunge, le società giapponesi continuano a riacquistare azioni e a restituire capitale agli azionisti a livelli record. Inoltre, ad aggiungersi ai fattori che creano notevoli opportunità per gli investitori a lungo termine, c’è la debolezza dello yen, sceso ai minimi di 30 anni rispetto al dollaro USA, che ha fornito una spinta particolarmente forte agli esportatori giapponesi.
Paga la generosità della BoJ
La conferma del Partito liberaldemocratico alla Camera Alta (lo scorso luglio) dovrebbe consentire al Premier, Fumio Kishida, di portare avanti scelte economiche pragmatiche, ma politicamente controverse, come l'abolizione delle restrizioni Covid, l'apertura delle frontiere e il riavvicinamento al nucleare. Nel breve, il basso livello dell’inflazione dovrebbe sostenere ancora la crescita, fornendo – stima Hurley - un cuscinetto contro l’impatto dell'inasprimento delle politiche che altri mercati sviluppati sperimenteranno nel 2023. A rendere il Giappone una piazza interessante contribuiscono anche la politica ultra-accomodante della BoJ, le valutazioni delle aziende inferiori alla media di lungo periodo e la riapertura delle frontiere e dell'economia locale dopo la pandemia, con una forte domanda repressa da smaltire.
Covid e crisi immobiliare sono le sfide di Pechino
La strategia di chi investe in Cina non può non considerare quanto avvenuto al Congresso nazionale del Partito (NPC) che, se da una parte ha consolidato il potere in mano al Presidente Xi, dall’altra – secondo Wenli Zheng, gestore di T. Rowe Price - sono stati trascurati i commenti sull’economia e su cosa significherà nel 2023. In altre parole, non si è dato peso al fatto che, per Pechino, lo sviluppo rimane una priorità e l’impresa privata rimane un pilastro fondamentale dell’economia. La Cina ha inoltre bassa inflazione e, a differenza dell’Occidente, sta attuando politiche monetarie e fiscali accomodanti per sostenere la sua crescita. Le principali sfide cui il Paese è chiamato sono il controllo del Covid e la grave frenata del settore immobiliare ma, stima Zheng, questi due fattori miglioreranno nel 2023.
Dove risiedono le migliori opportunità tra le imprese cinesi
Per quanto riguarda le valutazioni, l’azionario cinese non è mai stato così conveniente e, secondo Zheng, i rischi probabilmente sono più che prezzati. Ecco dove il gestore si concentra: trovare le migliori opportunità di crescita che emergeranno più forti dalla recessione, sia che si tratti di società di settori strutturalmente in crescita e relativamente nascenti (recruitment online) sia di società che possono godere di guadagni di quote di mercato consolidando i loro settori (catene alberghiere), aziende relativamente immuni dal ciclo (veicoli elettrici e le loro supply chain), le opportunità legate alle energie rinnovabili e persino i settori più tradizionali (cantieristica navale), dove gli ordini sono a livelli record: opportunità di valore, società con valutazioni depresse dove c’è un chiaro supporto al ribasso.