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Schroders: ci sono altre opportunità oltre a energia e banche
La rotazione in atto sui mercati dai titoli growth a quelli value offre altre opportunità oltre ai settori banche ed energia. Da non sottovalutare, secondo Schroders, anche il comparto farmaceutico, alcune gemme nascoste giapponesi e le società che hanno saputo reagire meglio alla crisi.
Le preferenze degli investitori da alcuni mesi a questa parte, in funzione alle rinnovate prospettive economiche dopo la frenata subita lo scorso anno a causa della pandemia, stanno prendendo un’altra fisionomia, dallo ‘stile’ growth stanno ruotando verso lo ‘stile’ value. Eppure, non tutti conoscono a fondo quello che offrono i mercati in materia ‘value’, cioè quei titoli - che vengono in genere affiancati a investimenti di lungo periodo - di imprese considerate sottovalutate rispetto sia alle loro potenzialità sia alla fase ciclica corrente e prospettica. Gli investimenti ‘value’, ci spiegano Liam Nunn e Simon Adler, fund managers di Schroders, sono spesso associati a banche o società petrolifere, ma con uno sguardo più attento si può notare che le possibili opportunità su questo fronte sono molto più variegate.
Le ‘gemme’ nascoste in Giappone
Gli esperti spiegano questa considerazione con alcuni esempi. Il primo ci porta in Giappone, dove la lenta crescita economica e, a tratti, gli scarsi risultati ottenuti dagli investitori, hanno portato alcuni di loro a trascurarne le potenzialità. Esaminando un gran numero di società nipponiche è emerso che ci possono essere alcune gemme nascoste che non sono valorizzate dal mercato. Inoltre, sottolineano Nunn e Adler, i potenziali driver di questi titoli sono indipendenti da tassi di interesse, inflazione o altre considerazioni macroeconomiche. Sono i casi di Dentsu (una delle principali agenzie pubblicitarie a livello globale), di Tokai Rika (società specializzata nella produzione di cinture di sicurezza e display elettronici per automobili) e di DeNA (operatore di servizi mobili e online, inclusi videogiochi ed e-commerce).
Sotto i riflettori anche sul settore farmaceutico
I titoli ‘quality’, secondo i due esperti di Schroders, mostrano alcune caratteristiche chiave, come solide entrate e rendimenti interessanti sul capitale investito. Tuttavia, questi titoli possono perdere popolarità, per una serie di ragioni, e trasformarsi in opportunità ‘value’. Ed ecco il secondo esempio: le società farmaceutiche. Sanofi, GlaxoSmithKline e Bristol Myers-Squibb stanno tutte affrontando la questione della scadenza dei brevetti. Tuttavia, hanno replicato la formula di successo già utilizzata da altre imprese del settore, investendo nelle linee di prodotti, rinnovando i team di gestione e assumendo scienziati di alto livello. Potrebbe volerci tempo per vedere i risultati di questo cambio di passo ma, secondo Nunn e Adler, queste aziende potrebbero sviluppare nuovi farmaci di qualità in futuro.
Le società in grado di reagire alla crisi
Infine, altri due esempi: uno riguarda le società di qualità ma che sono state costrette ad affrontare eventi avversi e l’altro su quelle che, dopo un periodo difficile, si sono reinventate e ora possono guardare con ottimismo al futuro. Nel primo caso rientrano i produttori di birra come Molson Coors, condizionati (soprattutto in Europa) dal crollo dei consumi nei bar rimasti chiusi a causa del lockdown. Nel secondo caso è citata la Royal Mail, società con 500 anni di storia che ha cavalcato al meglio il fenomeno delle consegne a domicilio sin dall’inizio della pandemia.
Le potenzialità di bancari ed energetici
Tornando all’esempio dei titoli bancari e quelli energetici. Le banche, secondo Nunn e Adler, hanno perso fascino a partire dalla crisi finanziaria globale, ma il settore mostra oggi valutazioni attraenti. Le banche detengono livelli record di capitale, hanno passato un decennio riducendo il rischio, e rappresentano parte della soluzione alla crisi. Inoltre, se i tassi dovessero salire, questo rappresenterebbe un enorme vantaggio per il settore. Nel settore energetico, invece, le società petrolifere stanno affrontando una sfida strutturale notevole, rappresentata dalla decarbonizzazione dell’economia. Paradossalmente, ciò le ha costrette ad agire in modo favorevole per gli azionisti. Se poi si considerasse un potenziale rialzo dei prezzi del petrolio, il settore potrebbe essere molto attraente per gli investitori.