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Schroders: con il Covid è iniziata la fine dei contanti?
L’emergenza sanitaria ha comportato per gli italiani alcuni importanti cambiamenti, tra questi c’è il maggiore ricorso ai pagamenti elettronici. È un importante passo Avanti, tenuto conto che in Italia l’uso delle carte di credito è sei volte inferiore a quello registrato in Finlandia.
Il Covid-19 ha cambiato la nostra vita in molti modi e accelerato una serie di trend già esistenti. Per molti, uno dei cambiamenti più evidenti è stato il venir meno della necessità di utilizzare contanti, dato che tutte le transazioni (durante il periodo di lockdown) sono state fatte online, o via app o carta di credito. “Riteniamo che questa tendenza sia destinata a durare, aprendo a nuove opportunità per gli investitori” stimano Roger Doig e Harry Jack, analisti di Schroders, sottolineando che “il fatto che i contanti potessero fungere da mezzo di trasmissione del virus è stato un driver importante per lo spostamento verso altri metodi di pagamento”.
Con la tecnologia più conveniente l’uso della carta di credito
Per lo stesso motivo, secondo gli esperti, “la pandemia ha anche aumentato la propensione dei venditori ad accettare le carte di credito. Nel frattempo, anche i costi legati alle transazioni con carta di credito sono diminuiti, a favore dei venditori”, senza considerare che il principale driver perché si abbandonino i contanti è la convenienza per i consumatori, oggi possibile grazie ai miglioramenti tecnologici. Infatti, secondo l’analisi offerta da Schroders, “pagare con la carta di credito era più difficile in passato, ma oggi grazie ai pin e alla tecnologia contactless è molto più semplice. Inoltre, in alcuni Paesi, con la pandemia è stato alzato il limite per i pagamenti contactless: nel Regno Unito da 30 a 45 sterline per transazione, nell’Eurozona da 20/25 a 50 euro in molti Paesi”.
In Finlandia le carte usate sei volte più dell’Italia
In Europa, alcuni Paesi, soprattutto in Scandinavia, già prima della pandemia si stavano muovendo verso un mondo senza contanti. “Ci aspettiamo – prevedono Doig e Jack - che altri Paesi ne seguiranno l’esempio. I dati della BCE mostrano che il numero totale di pagamenti non in contanti sono aumentati del 7,9% a 90,7 miliardi di euro nel 2018”. Tuttavia c’è da rilevare che Paesi come Germania e Italia sono stati tendenzialmente più lenti in tale processo. Ciò implica che l’industria ha un maggiore potenziale di crescita in queste nazioni rispetto ad altre. Per evidenziare il potenziale di crescita, i due esperti sottolineano come “in Finlandia le carte di credito vengono utilizzate cinque volte più spesso rispetto alla Germania e sei rispetto all’Italia”.
L’impatto sociale di un mondo senza contanti
Un chiaro beneficio dei pagamenti non in contanti è che questi ultimi sono molto più facilmente tracciabili, e quindi tassabili. Nell’attuale pandemia, con le finanze pubbliche messe alla prova, si tratta di un elemento molto importante. Tuttavia, ammettono i due analisti di Schroders, “tale sviluppo solleva anche una questione di inclusione finanziaria: chi non ha accesso a conti bancari può trovarsi escluso”. Un rapporto del 2017 della BCE ha segnalato che il 3,6% della popolazione europea non utilizza servizi bancari, e ciò spesso accade perché le persone vengono pagate in contanti. E nonostante molte persone continuino a preferire i contanti, le banche, con una domanda comunque in calo, “non hanno intenzione di mantenere attive le costose reti di sportelli automatici per prelievi”. A questo proposito i dati della BCE mostrano che nel 2018 il numero di sportelli nell’area euro è diminuito dello 0,3%, mentre il numero dei terminali dei punti vendita è aumentato dell’11,2%. La preoccupazione è che ciò potrebbe danneggiare soprattutto le persone più anziane, meno inclini ad utilizzare carte di credito.
Denaro elettronico, trend destinato a durare
“Detto ciò sembra comunque improbabile – ammettono Roger Doig e Harry Jack - che i contanti scompariranno del tutto. Gran parte dei contanti nell’Eurozona non circolano quotidianamente, ma sono utilizzati come riserve”. Secondo un sondaggio della BCE del 2016, il 12% delle persone in Eurozona detiene più di mille euro in contanti a casa. “La pandemia – concludono - in ogni caso sta incoraggiando l’uso di pagamenti non in contanti per le transazioni quotidiane e riteniamo si tratti di un trend destinato ad accelerare”.