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Schroders: rendimenti record nel credito
I risparmiatori hanno poche certezze, sanno che ottenere reddito continuerà ad essere difficile e la pandemia sicuramente non aiuta gli investimenti. Ci sono però finestre di opportunità. Minimarket, servizi di telecomunicazione e utility potrebbero giovarne.
Investire ai tempi del coronavirus non è facile: le incertezze sono elevate perché la situazione che vivono oggi i mercati non ha precedenti e, per questo motivo, mettere a punto una strategia di lungo respiro è quanto mai complicato. I risparmiatori hanno poche certezze: tra queste c’è che ottenere reddito continuerà ad essere difficile. “I rendimenti dei titoli di Stato rimarranno bassi, visti gli ampi stimoli monetari e fiscali adottati in tutto il mondo, e ci saranno tagli ai dividendi azionari, alla luce dei minori utili aziendali o dei requisiti necessari per ottenere incentivi sui prestiti statali”. L’analisi è di Patrick Vogel (head of credit Europe) e Julien Houdain (deputy head of credit Europe) di Schroders.
Il gap con i titoli di Stato potrebbe allargarsi ancora
Al momento, rilevano, i rendimenti dei titoli di Stato e dell’azionario sono inferiori rispetto a quelli dei mercati creditizi. Nel dettaglio, l’investment grade globale ha un rendimento del 2,8% rispetto allo 0,4% dei governativi, al 2,7% dell’Euro Stoxx 500 e al 2% dell’S&P 500, mentre l’high yield globale mostra ritorni superiori all’8%. “Questo gap – sostengono i due esperti - potrebbe ampliarsi ulteriormente, dato che i future sui dividendi negli Usa e in Europa al momento prevedono un calo dei dividendi compreso tra il 25% e il 50%”. Di riflesso, con tali livelli di redditività offerti da titoli di Stato e azioni, sembra inevitabile che gli investitori guarderanno con crescente attenzione ai mercati del credito.
C’è una finestra di opportunità per gli investitori
“Riteniamo che al momento ci sia una finestra di opportunità per gli investitori, visti i livelli di spread sui bond corporate ai massimi storici”. Il brusco rialzo degli spread nelle ultime sei settimane è senza precedenti e mostra che i mercati stanno prezzando una recessione severa. Tali livelli sono anche insostenibili, o almeno lo sono stati in passato. È quindi probabile che ci troviamo davanti a un periodo estremamente volatile per almeno “due trimestri massimo, prima di normalizzarsi”. Il cambio del sentiment, secondo Vogel e Houdain, potrebbe essere molto brusco.
Il mercato prezza un tasso eccessivo di default
Sebbene le prospettive per i rendimenti siano attraenti, è comunque probabile che i default aumenteranno a causa dei livelli di stress sui mercati. I fallimenti, infatti, sono già aumentati e in parte è per questo motivo che i rendimenti sono saliti così tanto, anche se i due analisti ritengono che “il tasso di default prezzato dai mercati sia eccessivo”. La media storica dei default su cinque anni è di 0,9% per l’investment grade globale. Sulla base dell’attuale livello degli spread, l’investment grade Usa ha prezzato un tasso di default dell’8,7%. Per il mercato high yield, la media storica è del 14,6% rispetto all’attuale implicito 37%.
Tra i vincitori della crisi minimarket, tlc e utility
Pur prevedendo un calo del PIL globale del 3%, dalla crisi emergeranno comunque alcuni vincitori. Tra questi figurano sicuramente i minimarket, che beneficiano di un aumento della domanda a seguito delle misure di distanziamento sociale che hanno impedito alle persone di andare nei ristoranti o spostarsi per fare acquisti. Al centro dell’attenzione, inoltre, ci sono i servizi di telecomunicazione la cui importanza è cresciuta per il boom dello smart working. Sotto i riflettori anche le società di utility che, al calo della domanda di energia da parte dell’industria, trovano compenso nell’aumento dei consumi dei privati (che paga prezzi più elevati). Tra i settori vulnerabili alla crisi innescata dal Covid-19 ci sono quelli del tempo libero, gli hotel e i trasporti.