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I vantaggi del risparmio gestito
Negli ultimi anni abbiamo sovente assistito a fenomeni di volatilità sui tassi di interesse che hanno aumentato da un lato il nervosismo dei mercati finanziari, dall’altro l’incertezza degli investitori.
Tutto ciò è nato in un contesto macro economico piuttosto turbolento: basti pensare soltanto ai recenti eventi della bolla cinese e della crisi greca. In questo panorama, i prodotti che si collocano nella categoria del risparmio gestito hanno dato risultati positivi, limitando i rischi di portafoglio e garantendo in parallelo buone potenzialità di guadagno nel medio/lungo termine.
E’ per questo motivo che il mercato ha risposto brillantemente nel 2015, con un sostenuto trend di sviluppo che vede tra i principali protagonisti i fondi chiusi. Nel nostro Paese le reti distributive tendono a collocare prevalentemente questa tipologia di prodotti, preferendola a prodotti terzi: un fenomeno che coinvolge circa la metà dei clienti retail.
Dati recenti evidenziano come nei primi sette mesi dell’anno il saldo netto tra sottoscrizioni e riscatti è stato pari a 77 miliardi di euro. La raccolta netta delle gestioni patrimoniali si è fermata a 27 miliardi di euro.
In questo contesto, gli sportelli bancari rappresentano il principale canale distributivo, vendendo circa due terzi del patrimonio complessivo, mentre il restante terzo viene collocato dai promotori finanziari.
I fondi rappresentano una realtà specifica nel settore finanziario e si differenziano da altre tipologie di prodotti, offrendo numerosi vantaggi anche nei momenti di crisi economica.
Come funziona operativamente il risparmio gestito? In pratica si affida ad un intermediario un mandato per la gestione di un portafoglio di strumenti finanziari, definendo a priori il proprio profilo di rischio/rendimento. L'intermediario opererà da quel momento in nome proprio e per conto del cliente, effettuando operazioni di acquisto e vendita di attività finanziarie o reali volte a costruire e mantenere nel tempo un portafoglio di investimento diversificato.
Il mandato può riguardare un patrimonio collettivo o individuale e si differenzia a seconda della modalità di gestione, che può essere attiva o passiva.
Vediamo ora, riprendendo alcune indicazioni di Assogestioni, l’Associazione per il Risparmio Gestito, quali sono i principali motivi per cui può valer la pena investire i propri risparmi in un fondo.
Innanzitutto vi è la separazione del patrimonio del fondo rispetto a quello della società che operativamente lo gestisce. Secondo la normativa, le somme investite dai clienti devono essere custodite nella banca depositaria, che è indipendente dalla società di gestione, dal gruppo che la controlla e dal distributore.
Questo principio garantisce l’autonomia del fondo rispetto a chi lo controlla.
Il secondo vantaggio è la disciplina in materia. Istituzioni come Banca d’Italia e Consob hanno definito una serie di controlli molto rigidi a tutela dei risparmiatori. Inoltre la legislazione europea si sta adeguando in tal senso verso un corpo di norme omogenee a livello comunitario.
Va poi considerato l’aspetto della diversificazione, che limita i rischi sul mercato: così facendo l’andamento di un singolo titolo non ha impatti significativi sull’andamento globale del paniere.
In un momento in cui i risparmiatori sono ossessionati da continue notizie relative a truffe, il risparmio gestito consente di essere sempre informati sul valore dei fondi e sulla gestione. Chi investe in questi prodotti può dormire sonni tranquilli: le quotazioni vengono pubblicate quotidianamente sui principali mezzi di informazione, permettendo ai sottoscrittori di monitorare l’andamento degli investimenti.
Ultimo punto da menzionare è la solidità del risparmio gestito rispetto ad altre tipologie di prodotti finanziari. In questo senso ci vengono in aiuto gli andamenti storici dei mercati, che evidenziano trend piuttosto omogenei e stabili nel tempo.