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Investitori ancora in modalità risk-on
Non si ferma la corsa dell'industria globale degli exchange-traded product, che come si evince dal report mensile Etp Landscape redatto da BlackRock, in settembre ha registrato 30,5 miliardi di afflussi a livello globale, portando la raccolta da inizio anno a 243,8 miliardi di dollari.
A trainare la raccolta sono stati i prodotti sull'azionario statunitense e sull'azionario giapponese, che hanno registrato rispettivamente 9,7 e 9,3 miliardi di dollari di flussi netti, seguiti dall'obbligazionario corporate investment grade con 3,4 miliardi, dalle esposizioni allargate all'azionario emergente con 2,7 miliardi e dal debito emergente con 1,8 miliardi di dollari.
Dall'andamento del mercato degli Etp emerge come, nonostante la volatilità abbia rialzato la testa nelle ultime settimane, la propensione al rischio da parte degli investitori rimane elevata, favorita in particolare dall'atteggiamento ancora accomodante da parte della Federal Reserve e della Banca del Giappone.
Ne sono prova i flussi che si sono riversati sui mercati emergenti, tanto sull'azionario che sull'obbligazionario. La raccolta sull'equity allargato em nei primi nove mesi del 2016 ha raggiunto i 25,7 miliardi di dollari, superando il record toccato nello stesso periodo del 2010, mentre l'indice Msci Emerging Markets ha guadagnato nello stesso arco temporale il 13,8%.
A guidare questo rialzo hanno contribuito diversi fattori: in primis, il passo graduale con cui la Federal Reserve ha iniziato il processo di rialzo dei tassi di interesse ha supportato la stabilità alle valute emergenti, dando sollievo a molti paesi che sono di norma penalizzati da un dollaro forte. L'aumento graduale dei tassi ha anche fornito stabilità ai prezzi del petrolio e di altre commodity, e questo ha rappresentato una condizione favorevole per quei paesi che sono principalmente esportatori di materie prime. Inoltre, le valutazioni degli asset azionari emergenti sono ancora convenienti rispetto alle valutazioni dei mercati azionari dei paesi sviluppati. Infine, un altro catalizzatore che sta spingendo gli investitori a investire negli emerging, è il rinnovato slancio delle riforme economiche in India e nei paesi che fanno parte dell'Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (ASEAN).
Anche i flussi nel reddito fisso evidenziano come il sentiment degli investitori sia ancora in modalità risk-on. La raccolta complessiva dei fondi obbligazionari a livello globale è stata di 9,5 miliardi di dollari, con forti acquisti sui prodotti a più alto rendimento, come le obbligazioni high yield statunitensi e il debito emergente.
Su quest'ultima asset class in particolare nel terzo trimestre si sono riversati flussi record per 5,8 miliardi di dollari, portando la raccolta da inizio anno a 12,7 miliardi di dollari, superando ampiamente il precedente record annuale di 8,3 miliardi di dollari segnato nel 2012.
Va evidenziato il diverso approccio degli investitori europei rispetto agli investitori statunitensi nei confronti dell'obbligazionario emergente: questi ultimi hanno privilegiato esclusivamente i fondi in dollari, mentre i primi hanno mostrato interesse anche per il debito emergente in valuta locale, che da inizio anno è più che raddoppiato, passando da 1,8 a 4,8 miliardi di dollari.
Gli analisti di BlackRock sostengono che, grazie al sostanziale miglioramento delle economie dei mercati emergenti negli ultimi anni, questo sono oggi in grado di sopportare un rialzo moderato dei tassi da parte della Fed, e si attendono quindi che nell'ultimo trimestre del 2016 il trend degli investimenti nei mercati emergenti continuerà.