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Il giudizio sul nostro paese degli economisti
Si è tenuto a Milano il meeting trimestrale dell’Osservatorio Congiunturale dell’Associazione Italiana degli Economisti d’impresa che raggruppa i responsabili degli uffici studi dei più importanti enti di ricerca economica, imprese e banche del nostro paese, per confrontarsi sugli scenari di riferimento sull’economia italiana e internazionale.
La riunione, presieduta da Massimo Deandreis, ha visto gli economisti esprimere un ampio consensus su una crescita attesa del Pil italiano dello 0,7% nel 1° trimestre del 2017 rispetto al primo trimestre 2016, e dell’1% complessivo nell’arco del 2017. Entrambi valori che risultano in linea con le ultime previsioni della Commissione europea e dell’Istat.
Nella survey sullo scenario di breve periodo raccolta tra i soci del gruppo degli economisti d’impresa tra i partecipanti all’incontro, più della metà degli interpellati ha espresso aspettative di stabilità economica, mentre il 45% ha espresso un più marcato ottimismo dichiarando di attendersi un miglioramento della situazione rispetto allo stato attuale.
Per quasi i due terzi delle opinioni raccolte, la disoccupazione rimarrà stabile sui valori attuali. Su quale sarà il problema interno che avrà il maggior impatto sull’economia italiana nel corso del 2017 oltre la metà degli economisti intervistati ritiene che anche quest’anno sarà la crescita del Pil troppo lenta, nonostante il miglioramento registrato da questi ultimi dati.
Da segnalare che un 25% dichiara invece di considerare che sarà l’elevato debito pubblico il problema principale del nostro paese, mentre un 20% indica la scarsa efficienza della pubblica amministrazione come il problema più rilevante. Considerando l’indice dei prezzi, ampissimo consenso (95%) è stato espresso circa un’inflazione che si manterrà nel 2017 sotto il target Bce del 2%.
Lo scenario economico moderatamente positivo sul Pil Italiano sconta tuttavia un elevato grado di incertezza dovuta al contesto geopolitico e alle prossime scadenze elettorali europee. Preoccupa in particolare (il 75% degli intervistati) la prospettiva di ritorno al protezionismo degli Usa che se si dovesse concretizzare è ritenuto dalla gran parte degli intervistati un fattore di elevato impatto negativo sull’economia europea e italiana.
«La fase di ripresa dell’economia italiana prosegue riducendo il gap con gli altri paesi europei e confermando l’avvenuta inversione del ciclo post crisi, con aspettative di crescita del Pil 2017 intorno all’1%», ha commentato Massimo Deandreis, presidente di Gei. «Tuttavia tra gli economisti che lavorano quotidianamente nei centri studio delle imprese, banche e associazioni di categoria è forte la consapevolezza che diverse nubi si addensano all’orizzonte, sia per le incertezze geopolitiche esterne, sia per le persistenti debolezze strutturali che pongono il nostro paese in una condizione di maggiore fragilità».