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Brasile, timidi segnali di ripresa
L’agenzia di rating Moody’ ha portato da negativo a stabile il suo giudizio sulle prospettive del debito pubblico del paese sudamericano. L’occupazione si è lentamente rimessa in moto dopo due anni disastrosi.
Negli ultimi giorni, l’esecutivo guidato da Michel Temer ha raccolto alcune buone notizie di natura economica –insufficienti per poter affermare che l’uscita dalla crisi si sia oramai messa in moto- che potrebbero avere un impatto positivo almeno sul processo di recupero della fiducia riposta dagli investitori domestici e internazionali sulle chance del paese sudamericano.
Tuttavia, le buone notizie fanno fatica a farsi strada in un contesto politico fortemente degenerato a causa dello scandalo di corruzione scoppiato in seno al colosso petrolifero statale Petrobras e di quello della carne adulterata (che ha duramente colpito uno dei fiori all’occhiello della zootecnia brasiliana).
Giovedì scorso, l’ottimismo che cerca di trasmettere il governo di Brasilia si è trasformato in dati concreti con l’aggiudicazione di grandi appalti pubblici riguardanti la costruzione di quattro aeroporti ad alcune società europee di Francia, Germania e Svizzera. L’interesse e le proposte delle società del Vecchio Continente si sono spinti oltre le attese del governo brasiliano. La tedesca Fraport si occuperà degli aeroporti di Porto Alegre e Fortaleza, la francese Vinci di quello di Salvador de Bahia e l’elvetica Zurich International dello scalo di Florianopolis. L’ammontare complessivo dell’investimento è di 2 mld e 133 mln di usd.
Un altro dato a supporto dell’ottimismo governativo è arrivato dall’agenzia di valutazione creditizia Moody’s, che ha portato l’outlook sul debito sovrano brasiliano da negativo a stabile (è stata la prima revisione al rialzo del rating da due anni a questa parte).
Secondo il team di Moody’s, l’economia del gigante sudamericano presenta segnali di ripresa, accompagnati da un calo dell’inflazione e da prospettive fiscali più delineate. Questo insieme di fattori contribuisce a ridimensionare i rischi e stabilizzare le condizioni macroeconomiche del paese. Il miglioramento generale delle prospettive ha già prodotto qualche effetto sul mercato del lavoro: i dati di febbraio mostrano che l’economia è stata capace di ricominciare a creare –seppure a ritmi molto lenti- nuovi posti di lavoro. Si è trattato di un miglioramento quasi impercettibile, tuttavia, i 35.612 nuovi posti di lavoro creati a febbraio hanno interrotto un ciclo di dati negativi che durava da ventidue mesi, offrendo nuove speranze ai 13 milioni di senza lavoro.
Queste poche good news sono bastate per riportare il sentiment degli analisti in territorio positivo per il 2017, dopo aver accumulato una contrazione del Pil superiore al 7% tra il 2015 e il 2016.
La maggior parte degli analisti ipotizza che nel 2017 la crescita del Pil raggiungerà lo 0,5%, anche se alcuni –la stessa Moody’s- innalza la stima fino all’1%. Nonostante ciò, i dubbi permangono in ambito politico ed economico. In quello economico, i problemi arrivano da un’indagine che ha portato alla scoperta di un enorme traffico di carne adulterata che potrebbe mettere in difficoltà il business domestico e internazionale di una delle industrie alimentari più grandi del pianeta. Il Brasile è il principale esportatore di carne bovina e di pollame, il quarto nel segmento suino. Le vendite di questi tre segmenti hanno rappresentato il 7,2% dell’export alimentare nel 2017 (11,6 mld di usd).
Sul versante politico, i dubbi derivano dalle ripercussioni che può avere l’imminente pubblicazione dei nomi dei testimoni che hanno partecipato all’inchiesta sulla corruzione all’interno di Petrobras. Stando ai rumors, sarebbero ben sei i ministri dell’attuale governo in carica ad essere direttamente e indirettamente coinvolti.