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Fed, verso un rialzo dei tassi scontato
Gli operatori internazionali danno per scontato un incremento del costo del denaro che porterà il range di riferimento tra 1% e l’1,25%. La Yellen non dovrebbe ancora fornire indicazioni sul taglio del bilancio della Banca Centrale
Ancora una volta il Federal Open Market Committee (Fomc) ha saputo telegrafare al mercato le sue intenzioni di breve termine. E’ per questa ragione che gli operatori finanziari danno per scontato, digerito e metabolizzato un incremento del costo del denaro di un quarto di punto, il secondo dall’inizio dell’anno e la quarta da quando –nel dicembre del 2015- la Banca Centrale Usa ha annunciato l’avvio del processo di normalizzazione della politica monetaria.
Con il costo del denaro attualmente posizionato nel range 1-1,25%, se includiamo l’incremento previsto per oggi, sono molte le domande che dovrà affrontare la presidente Janet Yellen. Con il rialzo dei tassi e il cambiamento sulla politica adottata in materia di riduzione del bilancio della Fed –apparentemente già scontata dal mercato- la domanda chiave sarà se la Fed offrirà delle indicazioni più precise sulla dimensione e la data di avvio del processo di ridimensionamento del suo bilancio. Su questo punto, la maggior parte degli esperti ritiene che maggiori dettagli sui tagli al bilancio –che ammonta a 4.500 mld di usd- saranno ufficializzati solo nella riunione del 19-20 settembre.
I dati sulla riduzione del bilancio sono ritenuti di fondamentale importanza per capire se la Fed opterà per una frenata nel ritmo della stretta quando attuerà provvedimenti concreti in tale direzione.
La Fed rilascerà anche un aggiornamento dell’Indagine sulle Proiezioni Economiche, comprendente anche la revisione del “dot plot” che fornisce indicazioni sull’outlook della Fed relativo al percorso sui tassi di interesse. Diversi investitori sembrano scettici sulla quantificazione delle misure restrittive della Fed nell’attuale ciclo, considerato che negli anni passati su questo punto i membri del FOMC si sono trovati ampiamente in disaccordo. La revisione del dot plot dovrebbe però dare agli investitori indicazioni più precise.
Solo tre membri del Fomc si aspettavano meno di tre rialzi dei tassi da quando la Fed ha pubblicato –lo scorso 15 marzo- le sue ultime proiezioni sull’andamento dell’economia Usa. Da allora, a dispetto della debole crescita economica registrata nel primo trimestre, l’attività economica ha mostrato segni di miglioramento: l’indicatore GdpNow curato dalla Fed di Atlanta ha registrato un progresso del 3%. Questo dato probabilmente determinerà una stabilità delle previsioni sul Pil domestico. È difficile prevedere cosa possa innescare un rimbalzo significativo della crescita USA rispetto ai livelli attualmente modesti. Considerando l’alto grado di incertezza che circonda l’agenda di Trump in materia di politica interna, le prospettive di una riforma fiscale e di un aumento della spesa infrastrutturale si sono per il momento indebolite.
Al contrario, è probabile che la Fed opterà per una revisione al ribasso delle aspettative d’inflazione a causa della debolezza dei prezzi dell’energia. Il rallentamento dell’inflazione potrebbe determinare una divisione tra i membri del Fomc, ampliando le distanze tra chi resta favorevole alla normalizzazione dei tassi e chi propenderà per una pausa di riflessione. E’ probabile che Janet Yellen ribadirà il fatto che la debolezza dell’inflazione è transitoria, ma anche che i dati sull’inflazione sono stati deludenti recentemente e quindi varrà la pena monitorarli da vicino. Di conseguenza, l’indice core PCE potrebbe essere rivisto al ribasso quest’anno e forse anche nel 2018.