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L’Italia sprinta
Dopo avere attraversato una crisi economica lunghissima, con pesanti ricadute occupazionali e sociali, l’Italia sembra finalmente vedere un po’ di luce in fondo al tunnel.
Proprio ieri, 24 luglio, il Fondo Monetario Internazionale ha deciso di rivedere al rialzo le stime di crescita per il nostro paese. Secondo l’Fmi il prodotto interno lordo italiano è destinato a crescere quest'anno dell'1,3%, 0,5 punti percentuali in più rispetto alle previsioni di aprile, mentre nel 2018 la nostra l'economia potrebbe assistere a uno sviluppo dell'1,0%, segnando un +0,2% rispetto alle stime precedenti.
Anche dall'Istat arrivano segnali positivi sulla nostra economia. A maggio, il settore industriale ha evidenziato un significativo incremento congiunturale del fatturato (+1,5%), che riporta l'indice sugli elevati livelli di dicembre. Nella media degli ultimi tre mesi il fatturato è aumentato dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti. Anche per gli ordinativi, a maggio si è registrato un incremento congiunturale (+4,3%). L'andamento congiunturale del fatturato a maggio è dovuto a incrementi sia sul mercato interno (+1,6%), sia su quello estero (+1,2%). Anche per gli ordinativi, entrambi i mercati registrano il segno più: +3,9% l'interno e +4,9% l'estero.
Gli indici destagionalizzati del fatturato hanno mostrato una crescita congiunturale per tutti i raggruppamenti principali del settore industriale, a eccezione dell'energia (-7,2%). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 22 come a maggio 2016), il fatturato totale è cresciuto in termini tendenziali del 7,6%, con incrementi del 6,7% sul mercato interno e del 9,3% su quello estero.
Per il fatturato, l'incremento tendenziale più rilevante si è registrato nella metallurgia (+14,1%), mentre l'unica diminuzione riguarda le altre industrie manifatturiere (-5,9%). Confrontando i dati con il maggio 2016, l'indice grezzo degli ordinativi ha segnato un aumento del 13,7%. Tutti i settori, in ogni caso, hanno registrato incrementi, specie quello della fabbricazione di mezzi di trasporto (+19,5%).
Sono invece meno favorevoli per il nostro paese gli ultimi dati sul commercio estero extra Ue, anche se da inizio anno, al di là dell’ultimo trimestre, le esportazioni sono ampiamente in territorio positivo. A giugno 2017, infatti, rispetto al mese precedente, entrambi i flussi commerciali sono in contrazione, con una diminuzione più marcata per le importazioni (-5,3%) che per le esportazioni (-1,6%).
La flessione congiunturale delle vendite verso i paesi extra Ue è estesa a quasi tutti i raggruppamenti principali di industrie, a esclusione dei beni di consumo durevoli (+3,1%).
Dal lato dell'import, il calo congiunturale è più ampio per i beni strumentali (-15,5%) e i beni di consumo durevoli (-5,4%), mentre è di intensità minore per i beni di consumo non durevoli (-3,6%) e l'energia (-3,1%). Nell'ultimo trimestre, la dinamica congiunturale dell'export verso i paesi extra Ue risulta negativa (-1,5%), e il calo più marcata si ha nell'energia (-16,3%) e nei beni strumentali (-2,0%). Le vendite dei beni di consumo durevoli sono invece in lieve aumento (+1,3%).
Nello stesso periodo, le importazioni, evidenziano una leggere crescita (+0,1%) particolarmente ampia per i beni di consumo durevoli (+13,5%) e quelli strumentali (+7,9%); in misura minore per i beni intermedi (+2,1%). A giugno 2017, le esportazioni sono in forte aumento su base annua (+8,2%). La crescita è marcata per l'energia (+20,6%) e per i beni di consumo durevoli (+11,1%) mentre è di intensità minore per i beni intermedi (+7,5%) e quelli strumentali (+7,4%).
Le importazioni registrano una marcata crescita tendenziale (+12,0%), determinata principalmente dai beni di consumo durevoli (+26,8%) e dall'energia (+21,5%).
Il surplus commerciale (+3.278 milioni) è in diminuzione rispetto a quello dello stesso mese del 2016 (+3.460 milioni). Il surplus nell'interscambio di prodotti non energetici (+5.919 milioni) è in aumento rispetto a giugno 2016 (+5.631 milioni).
A giugno 2017, rispetto allo stesso mese del 2016, l'export verso Cina (+32,9%), Russia (+26,8%) e Stati Uniti (+12,4%) è aumentato in misura superiore rispetto al totale delle esportazioni. In flessione, invece, le vendite di beni verso i paesi Opec (-2,8%) e Svizzera (-0,2%). Gli acquisti da India (+63,9%), Russia (+42,8%) e paesi Asean (+20,0%) hanno registrato aumenti significativamente superiori al totale delle importazioni. Con riguardo ai paesi Mercosur si segnala invece una flessione (-1,6%).