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La Fed, l’Usd e Wall Street
Come da attese, il FOMC ha mantenuto il range di riferimento dei federal funds rate invariato all’1 – 1,25%. Il mercato sembra aver colto un outlook leggermente dovish, con la probabilità di un rialzo dei tassi per il 17 dicembre.
Ma quali saranno i prossimi step?
Pierre Boyer, Head of Money Markets di Candriam Investors Group, crede che in questo contesto, aspettative in termini di tassi rimangono invariate, con la Federal Reserve che probabilmente potrebbe annunciare “relativamente presto” (settembre) l’inizio di un tapering graduale del reinvestimento degli asset del proprio bilancio, e con un possibile prossimo rialzo dei tassi a dicembre.
Tuttavia non si tratterà di un percorso tranquillo, infatti restano i dubbi circa la fattibilità del piano della Fed, in quanto l’istituto centrale americano ha anche affermato che entrambe le azioni dipendono dalle attuali prospettive economiche e sull’inflazione.
Il calo recente sia dell’inflazione headline sia di quella core potrebbero complicare, infatti, la realizzazione di queste misure. Per ora, la maggioranza all’interno del FOMC sta ancora minimizzando questi allontanamenti dell’inflazione dal target del 2%, ma se i dati continueranno a deludere il Comitato, probabilmente le colombe recupereranno terreno nei mesi a venire.
Lee Ferridge, responsabile multi-asset strategy per il Nord America di State Street Global Markets, sottolinea che la decisione della Fed non apporta alcun cambiamento alle attese del mercato che stimavano una riduzione del bilancio a partire da settembre, mentre le opinioni su un possibile aumento dei tassi di interesse a dicembre continuano ad essere contrastanti. Tutto ciò, secondo il gestore, non riuscirà a fermare il recente calo del dollaro, ma non dovrebbe nemmeno accelerarlo. La Fed prosegue con il suo programma di riduzione graduale della politica monetaria accomodante ma, per convincere il mercato del fatto che ci sarà un terzo rialzo dei tassi nel 2017, ha bisogno di una ripresa dei dati statunitensi". Il rialzo dei tassi a dicembre è ancora probabile, ma è necessario che l'inflazione si riprenda per giustificare l'attuale direzione del "Dot Plot" per il 2018. Questo vuol dire che, per adesso, la Fed sta ancora attuando una politica accomodante che non dovrebbe avere un impatto negativo sugli asset di rischio, permettendo di focalizzarsi sui dati economici e sulle trimestrali delle società di questa settimana.
Secondo il team di Legg Mason, tre fattori mostrano che l’attuale trend rialzista dell'azionario americano possa continuare; si tratta dello stadio attuale del ciclo economico, del miglioramento cui stiamo assistendo negli utili societari e della liquidità disponibile.
La fuga di capitali cui stiamo assistendo dall'inizio dell'anno poggia su basi quantomeno comprensibili; infatti, la mancanza di uno storno consistente - se consideriamo che da più di 1400 giorni l'indice S&P non perde più del 15%, serie positiva battuta solo negli anni 50 e 90 del secolo scorso - insieme all'impatto negativo che i mercati si aspettano sulla redditività aziendale dalla diminuzione del tasso di disoccupazione e dal rialzo dei rendimenti da parte della Fed rappresentano timori ragionevoli. Se a ciò si aggiunge il sentiment positivo rilevato dalle indagini PMI (Purchase Managers Index), la sensazione più condivisa è che il mercato stia approcciando i suoi massimi e questo induce a monetizzare i guadagni realizzati.
Certamente, una fase di rialzo di mercato tanto prolungata è anomala; tuttavia, è altrettanto vero che i cicli di mercato non si esauriscono a causa di una durata eccessiva, tanto è vero che i due cicli positivi citati in precedenza sono durati circa 2000 giorni – altri due anni interi da adesso.
Dal momento che i fondamentali del mercato statunitense appaiono solidi e poiché il ciclo di mercato che stiamo vivendo presenta caratteristiche atipiche rispetto al passato, ci sono ottime probabilità, secondo il team, che questo trend positivo abbia spazio per continuare ancora per alcuni trimestri.