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Oggi la Fed si pronuncia sul taglio del bilancio
Quella di oggi sarà una delle riunioni più importanti del 2017 per il Federal Open Market Committee della Federal Reserve. Gli esperti non prevedono che l’autorità monetaria opti per un rialzo dei tassi d’interesse
Gli operatori si attendono maggiori dettagli relativi alla riduzione del suo bilancio – che attualmente supera i 4.500 miliardi di dollari- a partire da novembre. Non sarà un annuncio a sorpresa perché la Fed ha già comunicato nel corso delle precedenti riunioni che la decisione di intervenire sulle dimensioni del bilancio sarebbe arrivata presto.
La questione aperta è il modo in cui questa misura produrrà degli effetti sull’economia e sui mercati finanziari. I dubbi sono rilevanti perché le iniezioni di liquidità –che hanno comportato l’ampliamento esponenziale del bilancio della Fed- sono quelle che hanno permesso all’economia Usa di rimettere in sesto il motore e uscire dalla crisi provocata dallo scoppio della bolla sui titoli subprime.
Non è una questione di lana caprina. Basti pensare che, secondo le ultime rilevazioni, i diversi quantitative easing adottati dalle principali banche centrali del pianeta, rappresentavano appena il 19% della crescita del Pil mondiale nel 2008 contro il 90% circa dei nostri giorni. La riduzione del bilancio si materializzerebbe con un taglio agli acquisti di titoli di stato, corporate bond e Mortgage Backed Securities negli Usa.
Lo scorso giugno la Fed aveva già annunciato che il primo passo sarebbe la riduzione mensile del bilancio di 6.000 mln di usd in government bond e 4.000 mln di usd in Mortgage Backed Securities. Nel complesso il taglio si attesterebbe a 10.000 mln di usd al mese. Nelle intenzioni della Fed, il volume sarebbe destinato ad aumentare ogni trimestre fino a raggiungere un massimo di 30.000 mln di usd mensili in titoli di stato e 20.000 mln di usd in Mbs alla fine del quarto trimestre del 2018.
Per gli investitori, la preoccupazione principale riguarda i potenziali effetti di tale programma sull’andamento dell’indice Standard and Poor’s 500. Non sono pochi gli esperti che puntano il dito proprio sul QE per spiegare la forza del rialzo messo a segno dall’indice azionario Usa negli anni successivi alla crisi.
E’ probabile che Janet Yellen, governatrice della Fed, abbia cercato di placare gli animi, in particolare dei più pessimisti, sostenendo che il piano di dimensionamento del bilancio sarà prevedibile e noioso come assistere all’essiccazione della vernice su una parete. In questo modo, la Yellen ha messo a chiare lettere che la sua intenzione è quella di minimizzare gli effetti delle riduzioni degli acquisti di titoli sull’andamento dei mercati finanziari.
Il provvedimento determinerà alcune conseguenze anche per il Tesoro Usa. Il mancato reinvestimento delle somme incassate alla scadenza naturale dei titoli si tradurrà per il Tesoro Usa nella necessità di trovare alternative valide per poter finanziarie emissioni per 270.000 mln di dollari nei prossimi dodici mesi. Il tutto in una fase in cui il deficit dello stato si posiziona nel range 3-3,5% a dispetto del basso livello del tasso di disoccupazione e dell’assenza di provvedimenti concreti in materie di riforma fiscale. Stando ai calcoli effettuati dal team di Julius Baer, al ritmo annunciato ci vorranno più di tre anni per riportare il bilancio della Fed in prossimità dei 2.500 mld di usd (dimensione tre volte superiore a quella che aveva nel 2007).