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Il futuro del multi asset

20/04/2018

Secondo una nuova ricerca di AllianzGI, i risparmiatori hanno beneficiato di un approccio a lungo termine ed evitato gli errori più comuni. La nuova generazione di strategie multi asset punta su un'allocazione dinamica

Sbagliare è umano, anche nel processo di investimento. Occorre una buona dose di autodisciplina per evitare errori comuni legati ad inerzia, comportamento in linea con "il gregge", eccessiva fiducia o avversione alle perdite. Un nuovo studio di AllianzGI dimostra che i fondi multi asset possono aiutare gli investitori a non cadere in queste trappole.

Fra il 2002 e il 2017, in Europa, 870 miliardi di Euro netti si sono riversati nei fondi multi asset, seguiti dai fondi obbligazionari (Euro 504 miliardi), azionari (Euro 44 miliardi) e di altro tipo (Euro 220 miliardi). Ciò significa che in quest'area negli ultimi 15 anni più di un euro su due è stato investito in fondi multi asset. Negli USA il comparto multi asset ha raccolto 1.139 miliardi di Euro, ma i risparmiatori hanno preferito l'azionario (Euro 2.107 miliardi) ed il reddito fisso (Euro 2.065 miliardi).

Secondo i responsabili dello studio, in Europa si guarda ai fondi multi asset non in sostituzione di altri tipi di fondi, ma come ad una asset class a sé: i flussi verso questi prodotti mostrano una scarsa correlazione con la raccolta delle strategie azionarie e obbligazionarie. Gli investitori, inoltre, sfruttano i fondi multi asset in modo molto selettivo per gestire l'asset allocation, come si può vedere dalla relativa sovra/sottoponderazione basata sui flussi. Negli USA, invece, emerge uno scenario differente.

Fondi multi asset come strumento di asset allocation

La maggiore domanda di fondi multi asset si riflette non solo nel volume dei flussi, ma anche nelle posizioni, vale a dire nell'allocazione complessiva degli investitori, indicata dalla distribuzione del patrimonio dei fondi fra azioni, obbligazioni, strumenti del mercato monetario e, naturalmente, fondi multi asset.

Ciò è particolarmente evidente in Germania, dove la percentuale di fondi multi asset nei portafogli è aumentata nel corso del periodo osservato dal 12% al 32%, contro un incremento dal 21% al 26% in Europa. Negli USA, la quota del multi asset sul totale è cresciuta molto lentamente, da un modesto 6% al 13%. Se consideriamo l'evoluzione del mercato parallelamente al comportamento degli investitori ed esaminiamo l'allocazione attiva, ovvero il sovra/sottopeso rispetto all'insieme del mercato, il processo decisionale appare ancora più chiaro.

Il multi asset è ormai un investimento "core" e centrale di molti portafogli.

La diversificazione è la chiave della gestione del portafoglio. Sfortunatamente, la diversificazione tradizionale presenta spesso delle pecche proprio quando servirebbe di più, ovvero nei periodi di maggiore instabilità dei mercati. Oggi la ricerca di nuove soluzioni è ancora più importante, alla luce dei crescenti timori per le prospettive di intensa volatilità in un momento di incertezza politica e macro-economica, nonché la difficoltà di generare rendimenti in un contesto di tassi di interesse bassi o addirittura negativi.

Lo studio distingue tre approcci di asset allocation dinamica

Dynamic beta enhancement: alla base dei portafogli Allianz Dynamic Multi Asset Strategy, punta ad aumentare il rendimento e ridurre il rischio nei periodi di forte tensione sul mercato.

Dynamic risk parity: i parametri di allocazione sono espressi tramite la ponderazione dei rischi, anziché degli asset.

Dynamic alpha (spesso indicato come "managed futures"): punta a generare puro alpha dai trend delle asset class senza un contesto di beta strategico e funge da ulteriore elemento di diversificazione nel paniere di strumenti alternativi liquidi di un portafoglio.

A cura di: Rocki Gialanella

Parole chiave:

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