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Una storia europea di successo
Gli indicatori economici di questo paese mostrano un quadro caratterizzato da anni di crescita economica e aumenti dei salari, accompagnati da un tasso d’inflazione prossimo al 2%.
La Repubblica Ceca è stata una storia di successo. La Banca Centrale Ceca (BNC) ha già implementato tre rialzi del costo del denaro a partire dalla metà del 2017, per cercare di rendere quanto più sostenibile il trend di crescita nel medio termine. In altri termini, la situazione del paese rispecchia quella che la Bce vorrebbe che fosse presente in gran parte dell’eurozona. Infine, ciliegina sulla torta, dopo decenni di crescita ininterrotta anche il livello di disuguaglianza sembra essere sotto controllo.
Dal 1995, il reddito pro-capite a parità di potere d’acquisto è passato da 11.600 euro a 25.600 euro. La generazione del reddito è stata accompagnata da una buona distribuzione orientata all’uniformità e vicina a quella, eccellente, presente nei paesi scandinavi.
L’indice di Gini mostra un livello dello 0,25, inferiore a quello di Svezia e Danimarca. Ricordiamo che tale indice comprende valori che oscillano tra 0 e 1. Lo zero indica una situazione in cui tutti gli individui hanno lo stesso livello di reddito; l’1 indica che tutto il reddito prodotto è nelle mani di un solo individuo. Pertanto, quanto più elevato è il livello di tale indicatore, tanto più intenso sarà il livello di disuguaglianza nella distribuzione del reddito.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione è attualmente al 2,4% (livello minimo da quando Eurostat effettua una lettura del dato). Il debito pubblico è sceso fino al 35,1% del Pil nel terzo trimestre del 2017 e il debito del settore primario si attesta al 68,7% del Pil.
Negli ultimi tre trimestri la crescita del Pil è stata rispettivamente del 4,6%, del 5,1% e del 5,2%. In tutti i casi si tratta di valori nettamente superiori a quelli della media dell’eurozona: 2,4%; 2,7% e 2,7%. I salari hanno registrato un incremento reale del 4,4%, la rivalutazione più sostenuta dal 2003. Alcuni analisti stimano che il mercato del lavoro ceco sta cominciando a surriscaldarsi e che il trend in atto potrebbe sfociare in un aumento dei salari dell’8% nel 2018.
La sensibile crescita dei consumi che si sta verificando in siffatto scenario del mercato del lavoro, dovrebbe rappresentare un valido supporto all’inflazione. Nonostante il calo dell’inflazione visto a febbraio (1,8% su base annua), la robusta crescita salariale potrebbe convincere la Banca Centrale ad apportare due rialzi del costo del denaro nel corso dell’anno.
Attualmente il tasso d’interesse di riferimento del BNC è allo 0,75%. Nell’agosto del 2017 la banca centrale ceca ha comunicato il primo rialzo dei tassi d’interesse da febbraio 2008. Si è trattato del primo movimento al rialzo del costo del denaro nel Vecchio Continente.
Anche se il contesto generale è molto positivo, alcuni economisti avvertono che la forte accelerazione dei salari può compromettere la competitività dei beni e servizi prodotti nella Repubblica Ceca. I salari reali stanno crescendo a ritmi superiori a quelli della produttività (che nel 2017 è stata del 2,7%). Per il momento, la bilancia delle partite correnti non mostra segnali preoccupanti, tuttavia, negli ultimi due trimestri del 2017 ha fatto segnare piccoli deficit (probabilmente legati alla stagionalità di alcune produzioni).