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Russia, interessante nel breve termine
A causa del basso tasso d’inflazione, in marzo la banca centrale ha nuovamente ridotto il tasso d’interesse di riferimento al 7,25% e all’inizio di aprile gli Stati Uniti hanno imposto nuove sanzioni a società e singoli cittadini russi.
Le nuove misure sono state motivate da un “modello crescente di attività ostili della Russia nel mondo”. Le nuove sanzioni vietano ai cittadini e alle aziende statunitensi il commercio con o il possesso di azioni e obbligazioni di determinate società russe e congelano anche alcuni beni patrimoniali russi negli Usa. Un gruppo di imprenditori russi e di aziende, che presumibilmente hanno stretti legami con il Cremlino, sono stati inseriti in una lista nera. Tra questi figurano alcuni dei più ricchi oligarchi del paese.
Rublo e azioni russe reagiscono con forti perdite, ma la banca centrale mantiene la calma
La Borsa di Mosca ha reagito con forti ribassi, che hanno trascinato con sé anche i titoli azionari russi non direttamente colpiti dalle sanzioni, così come le azioni di società russe quotate su borse estere (come Londra) o i cui principali azionisti hanno forti legami con la Russia. Anche le azioni di società internazionali che a livello economico sono molto attive in Russia sono finite sotto pressione. Anche il rublo è crollato e ha perso circa il 10% del suo valore in sole 48 ore, per poi stabilizzarsi nuovamente poco dopo.
Mosca è stata evidentemente colta di sorpresa e ha condannato le sanzioni come del tutto incompatibili con il diritto internazionale. Per ora, il governo russo sta probabilmente valutando gli effetti di lungo periodo delle nuove sanzioni e farà di tutto per mitigare le conseguenze negative sull’economia russa e sulle decine di migliaia di dipendenti delle società interessate. L’incertezza sui mercati è molto elevata in questo momento, poiché nessuno può dire chi potrebbe essere colpito da altre sanzioni con effetti simili. La Banca centrale russa ha dichiarato di non ravvisare grandi rischi per la stabilità finanziaria del Paese. Il mercato azionario russo ha registrato lievi perdite nel mese di marzo, ma prima dell’annuncio delle sanzioni era stato uno dei mercati azionari Em con i migliori risultati quest’anno.
La Russia resta interessante nel breve, ma da valutare con attenzione per il lungo termine
Sebbene la Russia sia ovviamente di grande importanza nella regione dell’Europa dell’Est, non svolge un ruolo centrale nei portafogli globali dei mercati emergenti, dove sono rappresentati anche la Cina, l’India e i Paesi dell’America Latina. Un periodo di assestamento di breve termine può essere gestito agevolmente. Non è tuttavia possibile prevedere se gli Stati Uniti adotteranno altre misure analoghe. Secondo gli esperti del team di Raiffeisen, per il momento il mercato russo resta interessante per gli investimenti di breve termine, ma nel lungo termine il contesto di questo mercato andrà valutato con attenzione e probabilmente molte posizioni non saranno mantenute.
Gli investitori si trovano oggi davanti a un difficile enigma: un inasprimento delle sanzioni avrebbe sicuramente un ulteriore impatto negativo sui prezzi degli asset russi, ma senza di esso, l’impatto macroeconomico sarebbe minimo, rendendo le valutazioni estremamente convenienti. L’imprevedibilità della Casa Bianca rende ancora più difficile per gli investitori valutare la situazione e le loro posizioni.
È importante chiarire che il debito sovrano non è direttamente interessato dalle sanzioni. Le stime suggeriscono che gli investitori stranieri posseggono 1/3 del mercato obbligazionario locale, equivalente a US$ 40 mld, mentre l’evidenza aneddotica suggerisce che hanno acquistato dollari statunitensi al posto dei rubli per neutralizzare l’esposizione ai cambi dalle loro posizioni obbligazionarie, piuttosto che tentare di vendere le obbligazioni in condizioni di mercato difficili. Ciò aiuta a spiegare perché il rublo abbia sofferto più delle obbligazioni locali.