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Italia, Pil all’1,4% ma attenzione ai prezzi del greggio
L'Istat conferma per il 2018 una previsione di crescita del Prodotto interno lordo dell'1,4% in termini reali. Lo rileva l'istituto di statistica nel report sulle prospettive dell'economia italiana che conferma le stime di novembre. Nel dettaglio, nel primo trimestre 2018 il Pil ha registrato un’ulteriore crescita congiunturale (+0,3% rispetto al trimestre precedente) prolungando cosi il ciclo favorevole iniziato nel terzo trimestre del 2014. L’intensità della crescita si mantiene sui livelli del trimestre precedente, in leggera decelerazione rispetto alla media dei tassi di crescita congiunturali del 2017 (+0,4%). Per il 2018 si conferma la previsione di una crescita del Pil dell’1,4% sostenuta dall’andamento positivo della domanda interna (+1,5 punti percentuali il contributo al netto delle scorte).
Il contributo dei consumi delle famiglie segnerebbe una lieve riduzione bilanciata dall’aumento di quello degli investimenti. Nell’anno corrente il mantenimento di un clima favorevole agli scambi determinerà solo un parziale rallentamento delle esportazioni e importazioni italiane. Nel complesso la componente estera netta fornirà un contributo nullo. Lo sviluppo dell’attività economica si accompagnerà al miglioramento del mercato del lavoro con un aumento dell’occupazione su tassi vicini a quelli dell’anno precedente e una riduzione della disoccupazione, che rimarrà comunque significativamente superiore a quella dell’area euro. Nel 2018 l’incremento dei prezzi dovrebbe essere simile all’anno precedente mentre il deflatore del Pil aumenterà in linea con il rafforzamento della fase ciclica.
Nel 2017, la spesa per consumi delle famiglie residenti è cresciuta allo stesso ritmo dell’anno precedente (+1,4%) a fronte di un ridimensionamento del potere di acquisto (+0,6% da +1,3%). In media d’anno le famiglie hanno orientato i propri acquisti principalmente verso i beni di consumo durevoli (+4,9%) e in misura inferiore verso i servizi (+1,6%). Tutte le componenti di spesa hanno mostrato una maggiore vivacità nella prima parte dell’anno con un rallentamento nell’ultimo trimestre. Nel 2017 la spesa delle famiglie italiane è aumentata a un ritmo moderatamente inferiore a quello dell’area euro (+1,7%), sostenuta principalmente dalla crescita dei consumi tedeschi (+2,2%). Nell’anno corrente i consumi delle famiglie italiane aumenteranno con una intensità più contenuta (+1,2%) supportati sia dal miglioramento del mercato del lavoro sia dalla ripresa delle retribuzioni per unità di lavoro.
Nel 2017 è proseguito il rafforzamento del processo di accumulazione del capitale (+3,8%) guidato principalmente dagli investimenti in macchinari e attrezzature (+9,2%) e in misura minore dagli investimenti in proprietà intellettuale (+3%). Conseguentemente è tornato a salire il rapporto tra gli investimenti totali e il Pil (dal 17,1% del 2016 al 17,5% del 2017) che rimane comunque inferiore del 4% rispetto ai livelli pre-crisi e tra i più bassi nei paesi dell’Unione europea. Nel 2017 è aumentato anche il tasso di investimento, definito come rapporto tra investimenti lordi fissi e valore aggiunto a prezzi del 2010, (dal 19,3% del 2016 al 19,7% del 2017). La ripresa del processo di accumulazione del capitale è stata favorita anche dagli effetti dell’introduzione degli incentivi sul maxi-ammortamento e del piano impresa 4.0. Nei primi quattro mesi dell’anno la fiducia delle imprese e i giudizi sugli ordini hanno manifestato alcuni segnali di debolezza che potrebbero condizionare negativamente le aspettative sulla domanda.
Tuttavia in presenza di prospettive di crescita positive e di un clima favorevole sul mercato del credito, nel 2018 il recupero degli investimenti dovrebbe proseguire (+4,0%), trainato dalla spesa in macchinari e attrezzature e in proprietà intellettuale. Seppure con intensità ancora contenute, anche gli investimenti in costruzioni aumenteranno. Nel complesso la quota di investimenti sul Pil dovrebbe salire al 17,9%.
Nel 2017 le esportazioni e le importazioni italiane di beni e servizi hanno segnato una forte accelerazione rispetto all’anno precedente (rispettivamente +5,4% e +5,3%). La dinamica del commercio estero italiano è stata più sostenuta di quella della zona euro sia per le esportazioni (+5,1%) sia per le importazioni (+4,3%). Nel primo trimestre del 2018 gli effetti della decelerazione del commercio mondiale hanno interessato anche l’Italia. Gli indici in volume delle esportazioni hanno segnato un incremento tendenziale (+1,7%) decisamente più contenuto rispetto a quello del trimestre precedente (+4,5%), a seguito del rallentamento delle esportazioni nei paesi extra-Ue (+0,3%). Anche la variazione tendenziale degli indici delle importazioni in volume ha mostrato un ridimensionamento, determinato dall’andamento dalle importazioni dai paesi extra-Ue (-1,2%). Sebbene il commercio mondiale sia atteso riprendere vigore nei prossimi mesi, nel 2018 il volume delle esportazioni e importazioni di beni e servizi è previsto aumentare in misura più contenuta rispetto all’anno precedente (4,3% e 4,7% rispettivamente).
Il saldo attivo della bilancia commerciale in percentuale del Pil continuerà a mantenersi positivo segnando anche un marginale miglioramento rispetto all’anno precedente (+3,2%). L’attuale scenario di previsione è caratterizzato dai rischi legati prevalentemente all’evoluzione del commercio internazionale e del prezzo del Brent. Nel complesso un’evoluzione del commercio mondiale e del prezzo del petrolio più sfavorevole rispetto a quella attuale porterebbe nel 2018 a una minore crescita del Pil pari a 0,2 punti percentuali.