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Calma piatta per Bce e BoE
La Banca Centrale ha confermato nuovamente la propria intenzione di terminare il programma di acquisto di asset entro la fine dell’anno e di lasciare invariata la propria politica monetaria fino a dopo l’estate 2019
Il mercato non si aspettava cambiamenti e quindi non c’è stata alcuna reazione. L’unica incertezza rimaneva sulla conferma della conclusione del programma di acquisto di titoli, dato che la Bce aveva lasciato l’opzione in qualche modo aperta. A partire da settembre, il programma di acquisto sarà ridotto a 15 miliardi di euro.
Durante la conferenza stampa, il Presidente Draghi ha sottolineato che i prossimi dati saranno ampiamente in linea con le attese della Bce e ha confermato l’attuale espansione su larga scala e l’incremento graduale dell’inflazione. Tuttavia, la Bce ha evidenziato che ci sono diversi rischi per l’outlook derivanti dal protezionismo e dalle turbolenze dei mercati emergenti, allo stesso tempo, affermando che questi rischi sono ampiamente bilanciati. Nel complesso, siamo d’accordo con la valutazione della BCE secondo cui quest’anno la crescita dovrebbe rimanere intorno al 2%, per poi rallentare leggermente l’anno prossimo.
Tuttavia, gli strategist di Lombard Odier temono che la Bce possa avere un atteggiamento un po’ troppo ottimista in merito all’inflazione, in particolare visto che quella core resta ostinatamente bassa all’1,0% con moderate pressioni inflazionistiche sottostanti. Il team rtiene che, se da un lato, la Bce terminerà il proprio programma di acquisto di attività alla fine dell’anno, dall’altro, aspetterà ancora un po’ prima di procedere con il primo rialzo dei tassi. Detto ciò, è probabile che il primo incremento dei tassi verrà approvato durante il meeting di settembre 2019, ma potrebbe anche essere spostato qualora l’inflazione core non si avvicinasse al target del 2%.
L’opinione dei gestori di Investec è che il mercato sia forse un po’ troppo ottimistico e sta già ipotizzando che si possano verificare momenti di tensione in relazione all’euro, ai mercati emergenti o ad una potenziale guerra commerciale; se ciò non accadesse, tuttavia, la BCE potrebbe dover aumentare i tassi di interesse più rapidamente di quanto il mercato stia valutando oggi.
Sempre ieri, come ampiamente atteso, la Bank of England ha approvato all'unanimità la decisione di lasciare invariato il proprio tasso politico allo 0,75%, con la Banca Centrale che continua a ritenere che nel periodo stimato sarà necessario un ulteriore irrigidimento della politica monetaria, che sarà comunque graduale e limitato. Il Comitato per la Politica Monetaria (MPC) ha sottolineato che gli ultimi dati economici continuano ad essere in linea con le attese, con un progressivo irrigidimento del mercato del lavoro e un'accelerazione della crescita dei salari. Tuttavia, l'MPC ha notato che il rischio per l'outlook globale è aumentato, data la correzione nei mercati emergenti e la continua minaccia di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.
Inoltre, il Comitato ha anche evidenziato che, dopo la pubblicazione del rapporto sull'inflazione di agosto, anche l'incertezza relativa alla Brexit si è intensificata e potrebbe avere un impatto negativo sull'economia. Nel complesso, molto probabilmente la BoE lascerà invariata la propria politica monetaria fino alla deadline della Brexit fissata per marzo 2019, quando che l'incertezza relativa ai negoziati si sarà dissipata e ci sarà maggior chiarezza sull'accordo tra il Regno Unito e l'UE. Questo significa che, molto probabilmente, il prossimo aumento dei tassi verrà approvato durante il meeting di maggio 2019.