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Tassi Usa ancora in rialzo
Gli operatori di mercato che speravano di ottenere un sollievo dall’inasprimento delle condizioni del credito sono rimasti delusi. Il Fomc ha aumentato i tassi di riferimento portandoli al 2,25%-2,50%. L'inflazione è vicina al target e il Fomc non è preoccupato dalle aspettative di inflazione.
Nonostante la recente volatilità dei mercati, la cosiddetta “Fed Put” non è stata esercitata e gli operatori di mercato che speravano di ottenere un sollievo dall’inasprimento delle condizioni del credito sono rimasti delusi.
Il Fomc ha aumentato i tassi di riferimento di 25 punti base, portandoli al 2,25%-2,50%. Nella sua dichiarazione, il Fomc ha evidenziato la condizione solida del mercato del lavoro, i consumi sostenuti e una certa moderazione nel capex. L'inflazione è vicina al target e il Fomc non è preoccupato dalle aspettative di inflazione. Di per sé, il passaggio dalla Fed era già previsto e considerato come un passo giusto e coerente con le attuali condizioni economiche degli Stati Uniti. Tuttavia, a giudicare dalla reazione del mercato, sembra che i mercati degli asset più rischiosi volessero una posizione più forte da parte della Fed, data l’ossessione per la recessione in corso, che sta emulando il sentiment del mercato.
La forward guidance sui tassi è rimasta invariata, contrariamente a quanto previsto. I rischi sono ancora bilanciati, ma il Fomc monitorerà “lo sviluppo economico e finanziario globale" (nuova espressione); da ciò si deduce che l’azione della Fed continuerà ad essere guidata dai dati.
Le previsioni economiche sono state leggermente corrette al ribasso per i prossimi anni passando al 2,3-2,5% per il 2019, 1,8-2% per il 2020 e 1,5-2% per il 2021. Le previsioni di inflazione, invece, sono rimaste invariate nel periodo 2019-2021, all'1,8-2,1% per il 2019 e al 2-2,1% negli anni successivi.
Queste previsioni indicano una crescita moderata, con una pressione inflazionistica contenuta, appena in linea con il target e con l'inizio di un mercato del lavoro meno solido. Si tratta di un rallentamento ordinato, che dovrebbe giustificare ulteriori aumenti dei tassi solo in misura limitata.
Nel corso della press conference, il presidente Jerome Powell ha sostenuto che i tassi nominali di breve termine che la Fed manovra hanno già raggiunto la fascia bassa del livello considerato neutrale (quello di riferimento per la piena occupazione e un’inflazione equilibrata). Powell ha riconosciuto che alcune variabili stanno condizionando la crescita economica e la dinamica dei prezzi. Attualmente, se le previsioni della Fed saranno confermate, restano solo tre rialzi da un quarto di punto per portare il range di riferimento al target del 3-3,5%. La Fed avrebbe tolto il piede dall’acceleratore dopo aver verificato che i dati sulla crescita e sull’inflazione non saranno così robusti come stimato in passato.
La decisione della Fed di innalzare i tassi di interesse è stata probabilmente una delle più controverse dell’attuale fase di inasprimento della politica monetaria. Tenendo conto del cambiamento di alcuni dati su una serie di importanti indicatori globali nel secondo semestre del 2018, quali quelli dell’area Euro e della Cina, è necessaria maggiore chiarezza in merito alla direzione del ciclo globale e questo a sua volta aiuterebbe a dettare il ritmo dei mercati.
Cosa più importante, la Fed deve valutare gli effetti del rallentamento dello stimolo fiscale in relazione al recente inasprimento delle condizioni finanziare dell’economia. – questi “venti contrari” potrebbero essere sufficienti per prevenire il tanto temuto surriscaldamento, interrompendo così le pressioni sul mercato del lavoro. Un altro fattore che va a complicare la situazione è il progressivo assorbimento del QE, i cui effetti non sono ancora noti.