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Un futuro ancora incerto per Piazza Affari
Nell’ultimo anno il mercato azionario italiano è stato fortemente guidato dalla politica. Il premio di rischio è aumentato, quindi il mercato ha sottoperformato
Ormai questo sembra riflettersi nella valutazione dei titoli che vengono negoziati con uno sconto di circa il 20% rispetto al mercato azionario europeo e che potrebbero costituire un’opportunità. Sicuramente l’andamento dei risultati finanziari giocherà un ruolo importante sull’indice azionario italiano Ftse Mib. La decisione sul Tltro III potrebbe potenzialmente essere un vantaggio per il settore, ma certamente il contesto dei tassi di interesse giocherà in futuro un ruolo importante per il loro rendimento e per la crescita degli utili. Per avere un periodo prolungato di sovraperformance delle azioni italiane rispetto al resto dell’Europa, occorrono riforme strutturali.
Nel lungo termine, il mercato azionario italiano è stato penalizzato sia da questioni specifiche al nostro Paese, in particolare la crescita e la produttività basse, sia da timori più generali sui rischi di rallentamento per l’Europa. Il premio per il rischio del mercato azionario italiano è ai livelli più alti dal 2005, superiori a grande crisi finanziaria e crisi dei debiti sovrani. Dati positivi sulla crescita italiana ed europea e una diminuzione della percezione del rischio potrebbero probabilmente contribuire a un apprezzamento del listino italiano. In ottica di medio termine, inoltre, stante il peso del settore bancario, un miglioramento della situazione politica e di finanza pubblica, che porti a minori tensioni sul nostro debito, e il completamento di un processo di riforma e irrobustimento anche regolamentare del settore bancario potrebbero essere un elemento in grado di sostenere il nostro listino.
Tornando al breve termine, il recupero di performance del mercato italiano è legato al buon andamento dell’economia mondiale ancor prima della ripresa economica domestica. Il livello di export delle società quotate, ad esclusione del settore finanziario principalmente domestico, è molto elevato. Le aziende italiane hanno sfruttato il periodo di crisi economica per ristrutturarsi sia sul fronte economico / patrimoniale sia produttivo.
Questo ha contribuito al recupero dei valori delle azioni. Dal 2015 la performance dell’indice italiano è simile a quella registrata dall’Eurostoxx 50. Il livello attuale di P/e del mercato italiano rimane attraente vicino a 13x. Il calcolo di questo indicatore è però impattato dalla forte presenza del settore bancario (quasi il 24%) che tratta a multipli molto compressi da ormai qualche anno. L’ottima performance del 2017 è legata anche all’istituzione dei Pir (Piani individuali del risparmio). Lo strumento Pir prevede un investimento minimo del 70% in emittenti italiani o con stabile operatività in Italia.
Ad oggi gli asset dei prodotti Pir esistenti sul mercato ammontano a circa 20bn di euro. I Pir hanno senza dubbio riportato l’interesse degli investitori su un mercato che era stato un po’ dimenticato. La strategia di molti gestori sul comparto azionario rimane costruttiva in un’ottica di medio periodo (3-5 anni) anche se nel breve non si possono escludere movimenti di ribasso sia per prese di profitto, dopo un inizio anno molto positivo (+13%), sia per fattori di disturbo esterni. Le variabili da monitorare a breve termine sono le elezioni europee di maggio 2019, le strategie delle banche centrali sull’uscita dalla politica monetaria accomodante e il risultato delle negoziazioni commerciali tra Usa e Cina.