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Israele e Corea, il potere della tecnologia
In un precedente articolo avevamo iniziato un consuntivo di valutazione delle economie di maggiore successo degli ultimi 20 anni e avevamo intrapreso questa analisi partendo dall'industria, individuando in Cina e Germania i due protagonisti assoluti del manifatturiero degli anni 2000, che ha portato entrambi i paesi a performance economiche strepitose, se paragonate a nazioni comparabili.
Oggi ci occupiamo invece di quelle che possono essere incoronate come le due nazioni che più hanno tratto beneficio dalla rivoluzione tecnologica di questi decenni: Israele e Corea del Sud. Questi due nomi possono in parte apparire sorprendenti, poiché colossi come Usa e ancora una volta la Cina probabilmente apparirebbero più immediati, ma la scelta è dovuta a una ragione: in entrambi i casi essere diventati protagonisti della rivoluzione tecnologica in atto ha consentito di compiere il salto fra le nazioni ad alto reddito, uscendo così da quella che è nota come middle income trap.
Partiamo da Israele: fino ai primi anni ‘90 il paese, per quanto più prospero dei propri nemici e rivali nell'area levantina e mediorientale, presentava tipici tratti da economia in via di sviluppo, ossia forte crescita della popolazione giovane, alta inflazione, debito estero, non chiarissime fonti di competitività economica e saldi di partite correnti spesso disastrosi.
Da allora tutto è cambiato: la crescita della popolazione rimane robusta: dal 1990 al 2019 si è passati da circa 4,5 milioni di abitanti a oltre 8,5, con un Cagr di circa +3,5%. Ma, nonostante un andamento demografico da spezzare le gambe a chiunque, Israele ha visto una crescita della propria prosperità incommensurabile. Infatti nel 1990 il Pil pro capite nominale era circa il 71% del livello italiano di allora, mentre nel 1999 si era arrivati all'87%. Per quest'anno l'Italia è stimata intorno a 34 mila dollari a fronte dei 43 mila di Israele, un livello pari alla Francia. L'Italia mantiene qualche punto di vantaggio a livello di parità di potere d'acquisto, a causa dell'elevatissima struttura dei costi dello stato ebraico.
Alla base del successo israeliano vi è stata la fortissima capacità tecnologica, che si è tradotta in un afflusso di capitali da parte di multinazionali e nella creazione di importanti player domestici, in ambiti che contemplano varie nicchie del software e dei semiconduttori, le apparecchiature mediche e le biotecnologie. Non è un caso che il decollo mostruoso dell'economia israeliana sia diventato evidente a partire dalla metà degli anni ‘90, con tassi di crescita del Pil che spesso hanno mostrato andamenti di stampo cinese, sfiorando in alcuni casi il +10%.
Anche nell'ultimo decennio, quando la crescita della popolazione si è ridotta a +1,6% circa, lo sviluppo ha continuato a essere robusto: solo in due anni su nove il Pil è aumentato meno del 3%.
In fondo la situazione della Corea del sud non è eccessivamente differente: negli ultimi anni del decennio ’90, il paese stava tentando di uscire dalla devastante crisi finanziaria del 1997, che oltre ai problemi pratici del caso aveva anche posto in evidenza i limiti dell'economia coreana dell'epoca. Uno scrittore locale, infatti, definì il paese che era finito a chiedere un umiliante pacchetto di aiuti al Fmi come «una nazione in mezzo al guado, troppo ricca per suscitare compassione e troppo povera per generare interesse».
Da allora le cose sono cambiate radicalmente: la decisione di investire pesantemente in tutti i settori legati al nascente internet ha portato alla Corea di oggi, un paese con la seconda azienda al mondo nell'It, sia per fatturato sia per profitti, caratterizzato da città che sembrano uscite da un film di fantascienza, nonché dal suo ruolo di leader assoluto in Asia in tutto ciò che è legato a lifestyle ed entertainment. Per quest'anno il Pil pro capite nominale, espresso in una moneta costantemente sottovalutata, è stimato intorno a 34 mila dollari, un livello pari all'Italia. A parità di potere d'acquisto si sale a 42-43 mila, circa il 90% del valore del Regno Unito, nonché qualche punto percentuale sopra noi.
È infine interessante notare che queste due economie sono entrambe figlie dell'assetto geopolitico del dopoguerra e tuttora caratterizzate da tensioni brutali con i propri vicini, ma nonostante ciò sono riuscite a prosperare: è la prova provata che la tecnologia offre enormi opportunità, oltre a infliggere punizioni terribili a quei sistemi che non sono in grado di adeguarsi ai cambiamenti.