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America Latina: al centro della scena economico-politica
Nel 2026 ci saranno elezioni decisive in Colombia e in Brasile. Il presidente Lula dovrà affrontare sfide economiche, come l’inflazione e la sostenibilità fiscale. Le politiche Usa, in materia di immigrazione, commercio e relazioni con la Cina, influenzeranno direttamente l'economia dell’area.
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L'America Latina si appresta, tra quest’anno e l’autunno del 2026, a un periodo elettorale decisivo che – secondo Pablo Riveroll, head of latin american equities di Schroders - potrebbe ridisegnare il panorama politico ed economico dell’intero continente. Nei prossimi due anni, infatti, la regione potrebbe passare da Governi di sinistra a amministrazioni più centriste e orientate al mercato, con rinnovate possibilità per le riforme economiche, una maggiore disciplina fiscale e una maggiore fiducia degli investitori. Intanto, il bilancio del 2024 è negativo per le azioni latinoamericane, con l'indice MSCI Latin America che ha perso il 26% a causa di incertezze politiche interne e fattori esterni (come la forza del dollaro e il rallentamento della Cina), così come hanno contribuito anche i timori legati alla disciplina fiscale del Brasile e le sfide di governance del Messico.
Argentina, la presidenza Milei alla prova del nove
Ci sono comunque segnali positivi, come i successi dell'Argentina (un rendimento del 117% in dollari) e del Perù, che evidenziano l'importanza di politiche interne stabili per il futuro economico e di opportunità di investimento nell’area. La stagione elettorale inizierà con le elezioni di midterm in Argentina (ottobre 2025): un banco di prova per il Presidente Javier Milei, un referendum sulla gestione a metà mandato. L’esito delle urne sarà cruciale per il rinnovo di metà dei deputati e un terzo dei senatori: per Milei fondamentali, dato il supporto limitato del suo partito. Un buon risultato sarà decisivo per l'avanzamento del suo programma di riforme strutturali. In vista delle elezioni, l'attenzione si concentrerà sull'andamento macro, con focus sulla disinflazione e sulla ripresa, oltre che sugli sviluppi politici, col partito La Libertad Avanza che cerca di rafforzare la sua presenza.
Perù e Cile, in vista più stabilità politica
A novembre in Cile ci saranno le elezioni generali: i recenti dati elettorali indicano una tendenza verso una moderazione politica, con una crescente stabilizzazione dopo le proteste del 2019. Il basso gradimento del Presidente, Gabriel Boric, e i successi dell'opposizione di centrodestra nelle regionali suggeriscono un consolidamento di un quadro più centrista. Per quanto riguarda il Perù, le presidenziali (aprile 2026) potrebbero rappresentare un'opportunità per una maggiore continuità politica, dopo dieci anni di instabilità e numerosi cambi di Governo. Il rinnovo del Congresso e l'introduzione di un Congresso bicamerale potrebbero rafforzare la stabilità legislativa. Nonostante i bassi consensi, la Presidente Dina Boluarte ha garantito stabilità, con un migliore rapporto Governo-Congresso e una ripresa economica sostenuta da investimenti nei settori minerario e infrastrutture.
Colombia e Brasile, possibili cambi della maggioranza
La Colombia (elezioni nel maggio 2026) si prepara a un cambio di Governo: la costituzione impedisce la rielezione del Presidente e il partito di Gustavo Petro non ha il controllo legislativo. Il suo mandato è segnato da un’inefficace gestione fiscale, che ha indebolito la moneta e ridotto la fiducia nel Paese. Le riforme controverse hanno incontrato resistenza e l'elettorato sembra orientato verso un Governo più moderato, alla ricerca di stabilità economica. In Brasile, le elezioni (ottobre 2026) saranno decisive per presidenza, Congresso e molti governatori. Il Presidente Lula, popolare grazie alla bassa disoccupazione e alla crescita, intende candidarsi ma dovrà affrontare sfide come l'inflazione e il deprezzamento del real: la sua età e i problemi di salute possono condizionare la campagna. Tema cruciale rimane la sostenibilità fiscale, con l'incertezza fiscale che potrebbe influenzare l’economia e i mercati.
La spada di Damocle della politica Usa
Le politiche statunitensi, sottolinea Riveroll, sono fondamentali per l’America Latina. In Messico, le relazioni commerciali con gli Usa sono cruciali, influenzate da temi come immigrazione e investimenti cinesi. Il Paese, nonostante le tensioni, continuerà ad assicurare stabilità alla sua economia, mantenendo probabilmente l'accordo commerciale preferenziale con Washington. Comunque sia, a livello regionale, le politiche Usa avranno impatti indiretti significativi, come i tassi elevati della Fed che rafforzano il dollaro e mettono sotto pressione le valute locali. Inoltre, i prezzi delle materie prime e i flussi commerciali saranno condizionati dalle azioni Usa nei confronti della Cina. Se Washington adottasse un approccio più equilibrato, potrebbero esserci comunque opportunità di stabilizzazione e sollievo per i mercati, con maggiori possibilità per gli investitori.
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