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Bce: almeno un altro taglio nel semestre, in aiuto alla crescita
L'Eurozona affronta una stagflazione, con una crescita modesta per gli investimenti deboli e i consumi cauti. Cresce l’incertezza per i dazi Usa. Le previsioni di crescita per il 2025 sono state riviste al ribasso, ma si prevede una lieve ripresa grazie a tassi più bassi e redditi in aumento.

Gli investitori stanno spostando l’attenzione dalle elezioni in Germania, il cui esito si è rivelato in linea con le aspettative, a quello che farà la Bce nelle prossime sedute. Gli osservatori prevedono almeno un altro taglio entro la prima metà dell’anno, per fornire carburante a una crescita economica sempre più asfittica e che – al momento – può sembrare una mossa propedeutica agli effetti dell’aumento dei dazi statunitensi. Ma, a causa di un’inflazione che persiste su alti livelli, è molto probabile che il ciclo ribassista dei tassi di interesse nell’area andrà nel prosieguo sempre più al rallentatore. Tuttavia, il fulcro di tutte le strategie degli investitori resta inevitabilmente in Germania, dove il nuovo Governo, probabilmente targato CDU/CSU, dovrà trovare rapidamente un’intesa su come affrontare le carenze strutturali dell'economia, mentre dovrà anche gestire una politica commerciale e di difesa degli Stati Uniti sempre più orientata verso il protezionismo.
Si allunga l’ombra della stagflazione
Altra sfida per il Governo tedesco è l’obbligo di porre un freno all’indebitamento, un obbligo – previsto dalla Costituzione – che trova lo scoglio di un accordo, alquanto difficile, con i partiti estremisti. L'Eurozona, secondo l’analisi del Schroders Economics Team, continuerà ad affrontare una stagflazione, con una lieve ripresa della crescita grazie a consumi più forti, ma per contro gli investimenti rimarranno modesti. Gli stessi esperti hanno rivisto in calo le previsioni di crescita per il 2025, portandole dall'1,2% all'1,1%, mentre si aspettano una crescita dell'1,5% nel 2026. Lo scorso anno, i consumatori sono stati cauti a causa dell'incertezza politica in Francia e Germania, che ha aumentato il risparmio. Tuttavia, prevedono una ripresa nei mesi prossimi, con tassi più bassi e redditi più alti. L'ultimo sondaggio della Bce sui prestiti bancari mostra che la crescita dei prestiti sta lentamente migliorando, sia per le famiglie che per le imprese.
La minaccia dei dazi Usa
In particolare, secondo l’analisi, gli istituti di credito si aspettano un aumento significativo della domanda di mutui nel primo trimestre, indicando una ripresa della crescita economica all'inizio di quest'anno. Intanto i problemi strutturali del settore manifatturiero tedesco rimarranno irrisolti, mentre l'incertezza riguardo alle prospettive commerciali e ai dazi continuerà a influenzare gli investimenti delle imprese. Le politiche economiche non avranno un impatto prima del 2026, poiché secondo gli stessi esperti i negoziati per la formazione della coalizione richiederanno tempo. Senza dimenticare che le politiche commerciali di Trump rappresentano una minaccia per la crescita: sebbene in Schroders ritengano possibile un accordo tra l'Ue e gli Stati Uniti, ci vorranno mesi per raggiungerlo e così l'incertezza sulle politiche commerciali globali continuerà a influire negativamente sul morale delle imprese.
L’inflazione rialza la testa
Schroders ha rivisto al rialzo la previsione per l'inflazione totale del 2025, dal 2,2% al 2,4%, soprattutto a causa del rialzo dei prezzi dell'energia e degli alimentari. Continuano, tuttavia, a stimare che l'inflazione di fondo rimarrà relativamente alta, al 2,3%. Inoltre, anche l'inflazione nei servizi è destinata a rimanere elevata, poiché la solidità del mercato del lavoro permette ai sindacati un notevole potere contrattuale nelle trattative salariali. In particolare, la Germania sta entrando in un periodo delicato di negoziazioni salariali, proprio quando nel Paese sia l'inflazione sia le aspettative di inflazione sono in aumento.
Mercato troppo ottimista sulla Bce
Nel frattempo, secondo il team di Schroders, la Bce ha cambiato approccio, passando da una priorità sulla gestione dell'inflazione alta a un'attenzione maggiore per la crescita economica lenta. Anche se gli stessi esperti hanno aggiornato le previsioni per riflettere un ulteriore taglio dei tassi, mantengono una posizione relativamente rigida in merito all’evoluzione dei tassi di interesse sul medio termine. Prevedono infatti che la Bce interromperà i tagli a partire da giugno, mantenendo il tasso di deposito al 2,25%. Tuttavia, per il momento, i mercati si aspettano che la Bce riduca il tasso di deposito sotto il 2%.
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