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Bce: ripresa più forte, con l’incognita 'inflazione'
L’economia dell’Eurozona, dopo avere accelerato ancora nel terzo trimestre, è attesa in rallentamento per fine anno in sintonia con il Pil mondiale e a causa delle strozzature negli approvvigionamenti. Secondo la Bce i rischi sono bilanciati, anche se segnala l’incognita dell’inflazione.
Dopo due trimestri di calo (-0,7% cumulato tra l’ultimo quarto del 2020 e i primi tre mesi di quest’anno), il Pil in termini reali dell’Eurozona ha segnato una ripresa nel secondo trimestre del 2021 (+2,1% su base congiunturale) e si stima un suo ulteriore rafforzamento nel terzo. Lo riporta la Bce nel più recente bollettino economico, dove tuttavia prevede che il ritmo della crescita del prodotto interno lordo si mantenga dinamica nel prossimo futuro, sebbene in rallentamento verso la fine dell’anno.
A dare impulso all’economica, oltre la revoca delle restrizioni legate alla pandemia, gli elevati livelli di vaccinazione e il minore timore di contagio contribuiscono al costante aumento della spesa per consumi, in particolare nel settore dei servizi (turismo), e al solido clima di fiducia dei consumatori.
Mercato del lavoro dinamico
C’è tuttavia il rovescio della medaglia che presenta alcune incognite da non sottovalutare, come il marcato rallentamento del ritmo della crescita mondiale, le persistenti strozzature dal lato dell’offerta e, soprattutto, la sensibile e generale ascesa dei prezzi. Gli effetti di questo mix si stanno facendo sentire in Europa, dove ci si attende comunque che entro la fine del 2021 il Pil riesca a superare il livello su cui si collocava prima della pandemia. Però nei prossimi mesi, avverte la Bce, i rincari dei beni energetici (a causa dei loro effetti inflativi) potrebbero ridurre il potere di acquisto delle famiglie.
Al momento sembra piuttosto dinamico anche il mercato del lavoro. La disoccupazione è, infatti, diminuita e il numero dei beneficiari delle misure di integrazione salariale è sceso molto dal picco dello scorso anno.
Rischi bilanciati, torna la voglia di spendere
Pur considerando che oggi sia il numero delle persone incluse nella forza lavoro sia le ore lavorate sono inferiori ai livelli pre-crisi, la Bce stima che il costante miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro sorregga la prospettiva di un incremento dei redditi e della spesa. Anche perché, aggiunge, un calo del risparmio da parte dei consumatori superiore alle attese potrebbe comportare un’espansione economica più vigorosa di quanto attualmente previsto. Benché le incertezze legate alla pandemia restino elevate, la Bce ritiene, dunque, che i rischi per le prospettive di crescita nell’Eurozona siano sostanzialmente bilanciati. A suo favore c’è la ripresa della domanda interna e mondiale, che sta sostenendo gli investimenti delle imprese, mentre le strozzature dell’offerta frenano produzione e commercio.
Sullo sfondo il dubbio ‘inflazione’
Nel bollettino economico di novembre viene dedicato ampio spazio all’inflazione, ritenuta transitoria perché principalmente legata a fattori non ricorrenti: i problemi accusati nelle catene di approvvigionamento (che hanno allungato significativamente i tempi di consegna), l’accelerazione registrata dai costi energetici (che ha inciso per circa la metà delle tensioni complessive), la ripresa della domanda legata alla fine delle restrizioni (superiore all’offerta) e gli effetti base legati al venir meno della riduzione dell’IVA in Germania. La Bce prevede che l’inflazione continui ad aumentare nel corso dell’anno e diminuisca nel prossimo (con il ridimensionamento dell’incidenza di questi fattori), anche se l’attuale fase di rialzo durerà più a lungo di quanto inizialmente atteso.