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Bond: la strategia per sfruttare al meglio i possibili scenari
Il credito tornerà a essere una buona copertura per le azioni. Lo stimano gli esperti, secondo cui i prossimi dodici mesi saranno influenzati da tre possibili combinazioni tra inflazione, tassi d’interesse e crescita economica. La selezione attiva dei bond può migliorare i risultati.
L’evoluzione dei mercati finanziari in questa prima parte del 2023 non è stata per nulla tranquilla, segnata dalle montagne russe che hanno probabilmente fatto perdere il sonno a molti investitori. L’orizzonte a dodici mesi per il mercato dei corporate bond si prospetta con le stesse caratteristiche e le molte variabili che sono sul tappeto impediscono di fare una previsione univoca. Il modo migliore per affrontare la questione, suggerisce Julien Houdain, head of credit Europe di Schroders, è quindi considerare come potrebbero comportarsi le obbligazioni societarie in tre diversi scenari ed esaminare le implicazioni per gli investitori. La base sono le tre possibili combinazioni di inflazione, tassi di interesse e crescita che, con un cenno al regista Sergio Leone, l’esperto ha chiamato ‘Il Buono, il Brutto e il Cattivo’.
I primi mesi passati sulle montagne russe
Il mercato nei primi mesi ha prezzato tutti e tre questi scenari. ‘Il Buono’: in questo scenario la crescita rallenta, ma a un tasso sostenibile senza recessioni o crisi finanziarie, con una buona gestione dell’inflazione. ‘Il Cattivo’: in questo scenario “la cura rischia di uccidere il paziente”, si verifica un atterraggio duro, ovvero un brusco calo dell’attività economica. ‘Il Brutto’: in questo scenario di “non atterraggio”, o più precisamente di “atterraggio abortivo”, l’inflazione rimane vischiosa e si assiste a una nuova accelerazione dei rialzi dei tassi di interesse. In sostanza, gli investitori hanno assistito a una progressione da Buono, a Brutto, a Cattivo e poi di nuovo provvisoriamente allo scenario Buono, poiché sembrava che le misure monetarie e fiscali fossero riuscite ad arginare una crisi bancaria più ampia.
La selezione attiva dei bond è la migliore strategia
L’instabilità di fondo respirata attualmente dall’economia globale è destinata a perdurare e, ammette l’esperto di Schroders, è quindi lecito aspettarsi, che nei prossimi dodici mesi vedremo altre oscillazioni. In queste situazioni, per gli investitori, la strategia più efficace è la selezione attiva dei titoli obbligazionari, perché consente di scegliere gli strumenti migliori nei diversi contesti. Gli investitori in questo mercato devono infatti affrontare due rischi principali: l’esposizione ai tassi d’interesse e l’esposizione al credito. L’obiettivo è quello di concentrarsi sui tipi di credito che possono contribuire a catturare il rialzo e a ridurre i rischi di ribasso. Ma come funziona questa pratica? Houdain ha messo a punto uno specchietto che può aiutare l’investitore a scegliere la strategia migliore.
Quando aggiungere o diminuire esposizione ai tassi
In uno scenario ‘Buono’, se si aspetta un atterraggio morbido, con tassi in calo ed economia favorevole, l’investitore dovrebbe cercare opportunità per aggiungere esposizione ai tassi con scadenze più lunghe e aggiungere esposizione al credito tramite high yield. In quello ‘Cattivo’, se si stima che i tassi abbiano raggiunto il top ma l’economia è in difficoltà, dovrebbe alzare l’esposizione ai tassi e diminuire quella al credito, in altre parole, bond con scadenze più lunghe e più debito societario investment grade. In questo caso i tassi di insolvenza tendono a salire, quindi la ricerca bottom-up è più importante. Quando si investe nei bond, secondo l’esperto, evitare le crisi è più importante che scegliere i vincitori e l’analisi delle società è il miglior strumento di gestione del rischio per farlo.
Bond high yield meno sensibili ai tassi
Infine, nello scenario ‘Brutto’, quando si prevede la risalita dei tassi, la priorità è ridurne l’esposizione, con crediti a breve o a tasso variabile. I bond societari high yield sono meno sensibili ai tassi d’interesse grazie ai loro spread più ampi, ma dipende da quanto si prevede che l’impatto economico dell’aumento dei tassi sia negativo. Una strada da percorrere, suggerisce Houdain, sarebbe quella di rimanere vicino alla sezione crossover dello spettro dei rating, dove il basso investment grade incontra il più solido high yield. Se invece si prevede la stagflazione (bassa crescita economica con inflazione elevata e persistente), la strada più difensiva sarebbe quella di concentrarsi sul debito societario investment grade, dove il business ha un forte potere di determinazione dei prezzi.
Il credito tornerà a essere una buona copertura dell’azionario
Esistono altri scenari possibili e gli esempi del ‘Buono’, del ‘Brutto’ e del ‘Cattivo’ non sono esaustivi, ma nel contesto attuale sono i più probabili. La fiducia nel credito e nel reddito fisso ha subito un duro colpo nel 2022, poiché i bond non sono riusciti a svolgere il loro tradizionale ruolo di diversificatore del rischio. Ma, per Houdain, c’è da considerare due dati: è stato il primo anno dal 1969 in cui c’è stato un calo sia dei bond sia delle azioni e il ritmo degli aumenti dei tassi Usa è stato il più rapido degli ultimi 40 anni. Quando i mercati sono più preoccupati per i prezzi che per la crescita, i bond fanno fatica. Ma quando i timori per l’economia eclissano quelli per l’inflazione, si ristabilisce un rapporto normale. Il credito, grazie al suo profilo versatile nei diversi scenari, secondo Houdain, tornerà a essere una potenziale buona copertura.