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Bond: perché comprare quando la liquidità rende il 4%?

Benché i bond societari siano soggetti a fluttuazioni, oggi conviene puntare su questo asset in una strategia di lungo periodo, poiché mantenere la liquidità espone gli investitori al rischio di reinvestimento e all’andamento dei tassi. I bond forniscono stabilità e prevedibilità del rendimento.

06/12/2023
percentuali impilate e freccia in su
Convenienza degli investimenti in bond

Attualmente, sui conti deposito in Europa è possibile ottenere tassi di interesse del 3-4%, che salgono al 5% negli Stati Uniti e nel Regno Unito. È un rendimento abbastanza simile a quello che si può ottenere acquistando Titoli di Stato. I bond societari di alta qualità (investment grade) pagano di più, circa il 4,6% in Europa e il 6,5% negli Usa e Oltremanica. Tuttavia, a differenza della liquidità, bisogna sapere che i corsi dei bond possono salire e scendere. Di conseguenza molti investitori si chiedono se valga davvero la pena investire in questo asset. Le ragioni a favore, secondo Duncan Lamont, head of strategic research di Schroders, sono principalmente due: la visione di breve e di lungo periodo dello strumento che si vuole mettere in portafoglio e l’incognita recessione e, di riflesso, i suoi effetti sui mercati finanziari.

La visibilità e il rischio recessione

La visibilità dell’investimento che si sceglie è dunque un punto cruciale nella strategia. La liquidità oggi rende il 4%, ma è giusto chiedersi a quanto ammonterà il rendimento tra un anno, o tra cinque anni? Lasciare il proprio denaro nei conti correnti o nei conti deposito significa, secondo l’esperto, esporsi a ciò che le Banche centrali decideranno di fare sui tassi d’interesse in futuro, talvolta descritto come ‘rischio di reinvestimento’. E non si prevede che i tassi attuali rimangano tali sul lungo periodo, anche se è improbabile che tornino ai livelli bassissimi visti negli ultimi anni. Ad esempio, l’aspettativa mediana del Rate Setting Committee della Federal Reserve statunitense è che il tasso di riferimento sia del 2,5% nel lungo periodo. Si tratta di una percentuale molto inferiore all’attuale intervallo 5,25-5,5%.

Strategia per assicurare stabilità e prevedibilità del rendimento

Chi acquista invece obbligazioni per portarle a scadenza, blocca di fatto il tasso d’interesse corrente anche nel lungo periodo, assumendo che l’emittente non vada incontro a un default (il che è storicamente accettabile per i titoli di Stato e i bond societari di alta qualità). Questa è una strategia che punta ad assicurare stabilità e prevedibilità del rendimento. Certamente il prezzo può oscillare nel breve periodo, ma questo perde importanza se si investe sul lungo termine. In sintesi, le obbligazioni - precisa Lamont - offrono una maggiore certezza di rendimento a lungo termine rispetto a quanto possa fare la liquidità, oltre a presentare tassi di rendimento maggiori. È possibile, per esempio, ottenere circa il 6,5% su obbligazioni societarie statunitensi di alta qualità con una scadenza media di dieci anni.

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L’approccio attendista è negativo

I rendimenti possono diventare più corposi se gli investitori sono disposti ad accettare determinate condizioni. Per esempio, per chi non vuole vincolare il proprio denaro per un periodo così lungo, è possibile ottenere il 6,2% dalle obbligazioni societarie con una scadenza media a tre anni. Chi è invece disposto ad assumersi un rischio maggiore può ottenere circa il 9,5% nel debito ad alto rendimento, con scadenza media a cinque anni, e nel debito dei mercati emergenti, con scadenza media a 12 anni. Purtroppo, avverte l’esperto, un approccio ‘attendista’ potrebbe portare a perdere alcune opportunità. I mercati, infatti, sono orientati al futuro e quando le Banche centrali ridurranno significativamente i tassi d’interesse, anche i rendimenti obbligazionari saranno probabilmente più bassi di quelli attuali.

Le Banche centrali pronte a tagliare in caso di recessione

E qui arriviamo al secondo fattore che fa la differenza: il rischio recessione. Le Banche centrali, se la situazione macro dovesse precipitare, è probabile che allenteranno la politica monetaria per stimolare la domanda. In questo caso, i tassi sui depositi li seguiranno al ribasso. Questo porterà probabilmente anche a un calo dei rendimenti obbligazionari, poiché il mercato inizierà a prezzare i tagli dei tassi, mente i prezzi dei Titoli di Stato saliranno. Tuttavia, anche se le Banche centrali decideranno di non tagliare i tassi, ad esempio se continueranno a temere l’inflazione, l’acquisto di beni rifugio potrà far salire i rendimenti dei Titoli di Stato. La situazione non è altrettanto chiara invece per i bond societari, soggetti a considerazioni negative per quanto riguarda i futuri tassi di rifinanziamento.

In questo scenario, infatti, gli investitori probabilmente chiederanno un premio maggiore per concedere prestiti alle imprese (e quindi un premio più alto sui bond), considerata l’incertezza economica. Così, i rendimenti delle obbligazioni societarie non scenderanno quanto quelli dei Titoli di Stato e potrebbero salire addirittura. Questo rischio è minore per i bond societari di qualità superiore rispetto, ovviamente, al più rischioso debito ad alto rendimento (high yield).

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

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