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Borse: sette temi chiave per agire nel 2024

Le opportunità individuate dagli esperti, includono il ritorno alla qualità, i titoli difensivi, le small cap, gli investimenti value e i Paesi emergenti. Tuttavia, l'incognita geopolitica, con tensioni globali persistenti e scadenze elettorali imminenti, aggiunge un elemento di incertezza.

02/05/2024
Mano che indica un grafico discendente, con grafici e dati sullo sfondo
Le opportunità del mercato azionario

Gli investitori sui mercati azionari, in vista dei prossimi mesi, si pongono due domande cruciali: se l'economia globale subirà un atterraggio morbido e cosa ciò comporterà per i tassi. Tuttavia, David Philpotts, quantitative equity product - head of strategy di Schroders, ritiene che finora ci sia stata un'eccessiva enfasi sulla Fed e sulla politica Usa. Piuttosto che cercare di prevedere l'andamento dell'economia e aderire a una logica di market timing, il team QEP (Quantitative Equity Product) di Schroders ha preferito concentrarsi sulle opportunità azionarie più promettenti a lungo termine. Per questo motivo, gli stessi esperti hanno identificato sette temi su cui riflettere nel corso del 2024.

La recessione è stata evitata, ma è rilevante?

Se la Fed dovesse prolungare il mantenimento dei tassi più del previsto, secondo Philpotts potremmo assistere a un'evoluzione storica in cui, dopo un iniziale ottimismo, si tende gradualmente a tornare alla prudenza, specialmente quando si avvicina il primo taglio. Questo potrebbe favorire la prudenza, privilegiando titoli di alta qualità e un universo di investimento più ampio rispetto al solito focus sui difensivi che si osserva durante le fasi di avversione al rischio. La vera domanda a questo punto è quanto a lungo persisterà il picco dei tassi sui Fed funds?. Se i tagli diventassero una realtà, non è certo che l'allentamento della politica monetaria avrà un impatto immediatamente positivo sulle azioni, poiché l'effetto ritardato degli aumenti precedenti tende a influenzare gli utili e i rendimenti azionari in ultima analisi.

Attenzione all’evoluzione del CAPE

Quest'anno potremmo assistere a un'evoluzione rotazionale e a una maggiore volatilità. Così la selezione sarà fondamentale. Quando esploriamo i trend a lungo termine, le valutazioni sono una guida fondamentale. A gennaio l'S&P 500 presentava un rapporto prezzo-utili futuro di circa 21, con premio del 20% sulla mediana degli ultimi 15 anni. In Schroders si preferisce il CAPE per un'analisi a lungo termine, che calcola la media degli utili nell'ultimo decennio. Storicamente, CAPE più bassi sono stati associati a rendimenti più elevati nei successivi 10 anni, e viceversa. Oggi il CAPE negli USA è del 22% superiore alla media post-1990 (31x), suggerendo rendimenti futuri inferiori. Le azioni di altri Paesi hanno valutazioni poco più basse, con un CAPE medio del resto del mondo (15x) leggermente scontato rispetto alla sua storia recente.

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I magnifici sette e l’effetto traino: durerà?

Gli operatori considerano i Magnifici Sette (Apple, Microsoft, Amazon, Alphabet, Facebook, Tesla e Berkshire Hathaway) come un gruppo significativo, data la rappresentanza che hanno negli indici principali e il loro dominio nelle performance azionarie degli ultimi sei anni. Questi leader nei rispettivi settori, con solidi business in aree di rapida crescita richiedono un attento monitoraggio, specialmente per garantire che gli utili sostengano il recente slancio. Il settore tecnologico statunitense, che costituisce una parte sostanziale del mercato, solleva però il timore che - se incontrasse difficoltà - potrebbe trascinare al ribasso l'intero mercato. Tuttavia, i fondamentali più solidi rispetto al passato suggeriscono una situazione diversa, sebbene l'enorme influenza del settore richieda ancora attenzione.

Le opportunità più interessanti

Piuttosto che prevedere l’andamento dei diversi settori, Philpotts ritiene che ci sia un notevole potenziale nell’azionario grazie all’alta dispersione. Tra le opportunità segnala: il ritorno della qualità, i titoli difensivi, l’attrattiva delle small cap, gli investimenti value (titoli di alta qualità a prezzi ragionevoli) e i Paesi emergenti, che potrebbero rappresentare un elemento di diversificazione. Dopo un difficile 2022 per gli investitori orientati alla sostenibilità, il 2023 è stato meno ostile, grazie in parte alla debolezza del settore energetico. Tuttavia, si nota un rallentamento nel momentum in sede ESG, evidenziato da flussi più lenti e crescenti normative. L’esperto, tuttavia, stima che il trend verso le strategie guidate dall’engagement proseguirà, così come lo spostamento dell’attenzione dalla decarbonizzazione a questioni ambientali più ampie, come la biodiversità.

L’incognita del quadro geopolitico

Ultimo tema operativo riguarda il quadro geopolitico mondiale, alla luce della perdurante guerra in Ucraina, del conflitto tra Israele e Hamas e della crisi nel Canale di Suez. Negli ultimi due anni, segnala al riguardo Philpotts, i mercati azionari si sono dimostrati straordinariamente resilienti rispetto alle tensioni geopolitiche. Tuttavia, ammette di rimanere cauto in merito all’idea che la risposta ottimista delle Borse degli ultimi anni agli shock geopolitici si possa riproporre, in particolare in un contesto economico potenzialmente meno favorevole. All’orizzonte, poi, ci sono importanti scadenze elettorali (tra cui le presidenziali negli Stati Uniti) che potrebbero stravolgere gli attuali equilibri commerciali e non, in tutto il mondo.

A cura di: Fernando Mancini

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