SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO? 
Scopri i vantaggi del nostro servizio
Chiama gratis 800 92 92 95 CONTATTACI

Compila il modulo per essere richiamato

Se sei interessato al nostro servizio lasciaci i tuoi dati. Un nostro operatore ti contatterà per fornirti gratuitamente e senza impegno tutte le informazioni relative a FondiOnline.it

Dati di contatto

Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo
Errore nella compilazione del campo

Informazioni addizionali

Errore nella compilazione del campo
* Nota: i campi indicati con l'asterisco sono obbligatori

Privacy e condizioni di utilizzo

Debito sovrano: l’orizzonte positivo di Usa, Grecia e Svezia

Gli investitori che guardano al debito sovrano dovrebbero monitorare i Paesi che hanno ridotto la leva finanziaria. Pieno successo per la Grecia, per la quale si parla di una possibile riclassificazione del debito, per la Svezia, che ha appreso la lezione della precedente crisi, e per gli USA.

16/11/2023
investitore impegnato davanti ad alcuni grafici e una calcolatrice
Mercato del credito e rapporto debito pubblico/PIL

Le politiche di diversi Paesi hanno come obiettivo la diminuzione del rapporto debito/PIL. È sempre stato un indicatore privilegiato per gli investitori che vogliono valutare la solidità creditizia, e lo è ancora di più oggi dopo il vertiginoso aumento dei tassi – che non si verificava da molto tempo – e che si prevede che rimarranno stabili anche per il prossimo anno. Questo, secondo Kaspar Hense, senior portfolio manager, investment grade di RBC BlueBay, è un cambiamento fondamentale dopo un lungo periodo in cui i bassi tassi di rifinanziamento hanno incoraggiato i Paesi ad accrescere la leva finanziaria. Ora è vero il contrario. RBC BlueBay, spiega Hense, in quanto investitore nel debito sovrano, è alla ricerca di Paesi che stanno gestendo con successo il processo di riduzione del debito, usando proprio il rapporto debito complessivo/PIL come uno dei parametri chiave per valutare la situazione finanziaria.

L’attenzione dell’esperto si concentra, in particolare, sugli sforzi compiuti da Stati Uniti, Grecia e Svezia, premiati nella gestione del loro debito pubblico.

Grecia: una storia di successo, possibile rialzo rating

Nell’analisi spicca la Grecia, uno dei casi di maggior successo dell'ultimo decennio, che ha attuato un enorme processo di riduzione della leva finanziaria. Il suo debito negoziabile (al netto dei prestiti Ue) è sceso ad appena il 90%, mentre solo nel 2020 era superiore di 40 punti percentuali. Prospettando il proseguimento del trend, Hense stima che i livelli del debito caleranno di altri 20 punti. Entro sei mesi, ipotizza che il debito greco venga riclassificato a livello investment grade e, quando avverrà, i fondi passivi potrebbero acquistarne fino a 20 miliardi di dollari. È quasi un quarto del debito totale negoziabile della Grecia, il che - a suo avviso - comporterà un sostanziale restringimento dello spread dei titoli greci rispetto ai Bund. La dinamica, aggiunge, dovrebbe essere agevolata anche dal quadro economico e politico generale del Paese.

In particolare, in Grecia la transizione green sta procedendo bene: quest'estate l'energia solare è stata l'unica fonte di elettricità del Paese per oltre un mese. Inoltre, l’attuale Governo di centro-destra è stato rieletto a giugno, confermando il giudizio secondo cui la Grecia continuerà a impegnarsi per ridurre il proprio indebitamento anche nei prossimi anni.

Trova il fondo in cui investire Cerca i fondi

Svezia: benefici dalla lezione della precedente crisi

La Svezia, facendo tesoro della lezione avuta durante la crisi del comparto residenziale e del debito negli anni Novanta, è arrivata in questa crisi con un debito pubblico molto basso (debito lordo al 30%). Dinamica positiva anche per il settore privato - ricorso a una leva finanziaria consistente - che ha visto calare rapidamente il suo rapporto d’indebitamento complessivo dal 180% al 160% in meno di un anno. I livelli totali dell’esposizione, sottolinea l’esperto di RBC BlueBay, sono diminuiti dal 300% all’attuale 275%. Il Paese è anche riuscito a procedere in tal senso senza troppe difficoltà. Ciò è dovuto in gran parte al fatto che gli attivi netti sono elevati: sebbene le attività immobiliari siano piuttosto illiquide, le società e persino le famiglie disponevano di abbastanza attivi sui mercati azionari e in altre attività liquide per contribuire a ripagare i rispettivi debiti.

Da non trascurare che la situazione reale della Svezia è migliore probabilmente di quanto traspare dalla ratio debito/PIL. Il debito delle famiglie rappresenta solo l'85% del Pil, un valore molto gestibile. E, anche se il debito societario è più elevato, le aziende hanno un’impronta globale, quindi, non hanno una leva così elevata come il rapporto col Pil svedese farebbe pensare.

USA: bene, ma c’è il dilemma del rapido aumento del debito

Per un Paese la riduzione dell'indebitamento è un impegno positivo ma, allo stesso tempo, può portare a cambiamenti significativi: ed è proprio qui che subentrano – a ragione - gli hard e soft landing. Questo ragionamento, secondo Hense, si applica agli Stati Uniti che sono attualmente impegnati in un processo di deleveraging. Ciò è certamente positivo, così come lo è il fatto che oggi gli USA possiedono una parte maggiore del proprio debito, mentre negli ultimi cinque anni le quote in mano a soggetti esteri sono scese dal 40% al 30%. I tassi forward stanno registrando rapidi rialzi, ma da livelli molto bassi, pertanto, nel complesso, siamo ancora in una fase di soft landing. Negli Stati Uniti c’è però un problema non indifferente: il rapido aumento del debito pubblico. Nel dettaglio, c’è un deficit di bilancio dell'8% e livelli di debito pubblico lordo che passeranno dal 120% al 150% in futuro.

Persino il presidente della Federal Reserve ha affermato che la situazione non è sostenibile. Per assorbire le nuove emissioni di Treasury nei prossimi anni, le famiglie dovrebbero rivedere l’allocazione dei risparmi riducendo liquidità e investimenti in azioni. Nel frattempo, Moody’s ha tagliato l’outlook a ‘negativo’ degli Stati Uniti, anche se ha confermato loro la tripla A.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

debito sovrano usa grecia svezia
Qualsiasi decisione di investimento che venga presa in relazione all'utilizzo di informazioni ed analisi presenti sul sito è di esclusiva responsabilità dell'investitore, che deve considerare i contenuti del sito come strumenti di informazione. Le informazioni, i dati e le opinioni fornite all’interno della sezione “news” di questo sito si basano su fonti ritenute affidabili ed in buona fede; in nessun caso, tuttavia, si potrà ritenere che Innofin SIM abbia rilasciato attestazioni o garanzie, esplicite o implicite, in merito alla loro attendibilità, completezza o correttezza. Lo scopo dei dati e delle informazioni divulgate attraverso la sezione “news” del sito è prettamente informativo; esse non rappresentano, in alcun modo, una sollecitazione all'investimento in strumenti finanziari.

Articoli correlati