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ESG: sviluppo tra norme rigide e incentivi alla transizione
Il mercato ESG ha un’interessante prospettiva di crescita, con gli investitori chiamati a monitorare gli incentivi introdotti per dare impulso alla transizione energetica e nuove norme, più rigide e standardizzate, tese a dare più trasparenza al settore. In arrivo nuovi emittenti per green bond.
Gli investimenti nel settore ESG hanno regalato nel corso del 2022 più di una soddisfazione agli investitori, nonostante il difficile contesto in cui si sono mossi i mercati finanziari. Il segmento ha continuato a espandersi, sull’onda della crescente sensibilità del mondo al clima e alla transizione energetica. Ma a segnalare la vivacità di questo settore non è solo questo aspetto: da rilevare è infatti anche la maggiore attenzione e il controllo riservato dalle autorità di regolamentazione, che cercano di standardizzare le definizioni, migliorare la rendicontazione e prevenire il fenomeno del greenwashing. Date le tendenze osservate finora, il 2023, secondo gli esperti della società di gestione TCW, potrebbe essere un anno di trasformazione. Gli stessi esperti individuano alcune tendenze che potrebbero caratterizzare i mercati durante l’anno.
La spesa per le energie pulite andrà oltre la tecnologia
In primo luogo, l’invito è a monitorare gli incentivi tesi a dare impulso alla transizione energetica: soprattutto l’Inflation Reduction Act (IRA) approvato negli Stati Uniti e il piano dell’Ue REPowerEU, importante sostegno legislativo agli investimenti sul clima. L’IRA, in particolare, fornisce finanziamenti significativi per la transizione in modo equo e orientato al benessere dei consumatori in vari settori, tra cui la produzione di energia e i trasporti. Le implicazioni di questa norma saranno rilevanti per le nuove opportunità di investimento nel prossimo decennio e oltre. L’Aie stima che dal 2020 la spesa per le energie pulite sia salita del 12% l’anno. Gli esperti di TCW non solo prevedono che questa cifra aumenterà ma, soprattutto, ritengono che la portata delle opportunità di investimento correlate si espanderà ben oltre la tecnologia pulita: dall’industria ai materiali, dall’agricoltura ad altri settori direttamente interessati o in cui gli investimenti sono essenziali per sostenere la transizione di altri settori.
I disastri naturali e l’aumento dei costi e dei rischi
Nel 2022, con l’aumento dei disastri naturali, è diventata più evidente l’importanza di gestire gli effetti dei rischi climatici derivanti da una maggiore imprevedibilità del meteo e il suo impatto diretto (aumento dei costi e dei rischi) sulle aziende o tramite le supply chain, visto che diversi eventi hanno creato notevoli disagi, devastazioni e perdite economiche. Per questo, le autorità di regolamentazione e le Banche Centrali stanno richiedendo a diverse entità di gestire e modellare i rischi associati: una tendenza destinata a crescere in termini di portata e importanza, in particolare in alcune aree, tra cui l’Europa.
L’impegno per un allineamento al Net Zero
Gli esperti individuano un altro tema operativo nella prosecuzione dei piani per un allineamento al Net Zero. Si aspettano, infatti, un’accelerazione degli impegni dei Governi per il Net Zero e un maggiore controllo dei progressi delle aziende per ridurre le emissioni di carbonio, nonché per garantire la credibilità di compensazioni ed evitare il greenwashing. Gli investitori dovranno guardare anche alle strategie di sostenibilità delle aziende che, per rimanere competitive, dovranno allinearsi a una normativa sempre più restrittiva. Una loro valutazione non potrà fare a meno di contemplare questioni come la resilienza del modello aziendale di fronte alla transizione climatica, la gestione della catena di approvvigionamento, i rischi fisici legati al clima e alla governance aziendale, dai prodotti e soluzioni sostenibili alle politiche per sostenere una forza lavoro sana e produttiva.
I fattori sociali fulcro degli investimenti sostenibili
I fattori sociali continueranno a occupare un posto di rilievo nell’agenda degli investimenti sostenibili. Per questo motivo, gli esperti della società di gestione prevedono un maggiore impegno collettivo per cogliere e divulgare le problematiche e per trovare il modo di evidenziare i rischi sociali. Il tutto mentre nel 2023 entrerà in vigore la nuova EU Sustainable Finance Disclosure Regulation, con i relativi requisiti di divulgazione per i fondi sostenibili, mentre le aziende europee inizieranno ad adottare i requisiti della Corporate Sustainability Reporting Directive, che saranno applicati dal 2024. Sempre nel 2023, negli Usa la SEC è chiamata a finalizzare le proprie normative ESG e climatiche e, nel Regno Unito, la FSA finalizzerà un regime di etichettatura e divulgazione che è in fase di redazione. Anche l’International Sustainability Standards Board finalizzerà i suoi standard.
In arrivo nuovi emittenti per bond green
L’orizzonte promette una forte crescita delle emissioni targate ESG. Dopo un crollo accusato nel 2022 dal mercato dei bond, le emissioni di ESG-labeled dovrebbero continuare a crescere. L’emissione di obbligazioni green, sociali, sostenibili o legate alla sostenibilità è cresciuta in modo esponenziale nell’ultimo decennio: Morgan Stanley stima che dal 2013 siano stati emessi circa 3.400 miliardi di dollari di debito obbligazionario labeled. Nonostante le rosee proiezioni all’inizio del 2022, l’emissione per l’anno in corso non ha tenuto il passo, con stime che vanno tra 800 e 900 miliardi. L’emissione rimane in gran parte centrata nei green bond sovrani e societari, anche se in TCW prevedono che si estenderà ad altre asset class e tipologie di titoli labeled. Complessivamente, stimano che il mercato dei titoli ESG-labeled crescerà nel tempo, man mano che gli emittenti struttureranno le obbligazioni per soddisfare la crescente domanda di questi asset, trainata dalla crescita dell’universo dei fondi sostenibili e dai commitment sovrani e aziendali in materia di sostenibilità e ESG.