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Usa: Trump 2.0, forse eccessivi i dubbi su transizione energetica
La domanda di elettricità sostenuta negli Usa e i costi competitivi delle rinnovabili rispetto ai combustibili fossili sostengono la transizione energetica. Anche gli Stati repubblicani ne traggono vantaggio e i sussidi fiscali per le rinnovabili continueranno a stimolare economia e occupazione.
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Il secondo mandato di Donald Trump potrebbe comportare sfide per le energie rinnovabili ma, nonostante i molti timori a riguardo, le prospettive più catastrofiche potrebbero essere esagerate. Lo sostiene David Boyce, CEO, Nord America di Schroders Greencoat, il quale rileva che la retorica elettorale spesso non si traduce in azioni concrete e l'Inflation Reduction Act - che favorisce le rinnovabili - è improbabile che venga abrogato, soprattutto perché diversi Stati repubblicani ne traggono beneficio. Ci sono comunque i pro e i contro da tenere a mente su questo argomento. Da un lato, la domanda di energia pulita continuerà a crescere grazie alla competitività dei costi di solare, eolico e batterie ma, d’altro canto, l'aumento dei dazi e l’eventuale allentamento delle norme ambientali potrebbero influire negativamente sul settore.
Le promesse elettorali spesso non si realizzano
Nonostante ciò, aggiunge convinto l’esperto, negli Stati Uniti queste sfide non compromettono completamente le prospettive delle energie rinnovabili. Tra le promesse fatte da trump in campagna elettorale, c’era il sostegno alle industrie del petrolio e del carbone e l’eliminazione dei sussidi alle fonti green. Parole che, secondo Boyce, erano dirette a un elettorato che dubita dei benefici delle energie rinnovabili. Tuttavia, non sono indicative delle politiche che saranno adottate e, al momento, qualsiasi previsione sulle azioni future dell'Amministrazione rimane speculativa. In passato, anche durante il primo mandato di Trump, la legislazione a favore delle energie rinnovabili ha ricevuto ampio supporto bipartisan. Questo è visibile in Stati come la California e il Texas, che, pur avendo leader politici favorevoli alle energie tradizionali, sono diventati protagonisti nella costruzione di infrastrutture per l'energia rinnovabile.
Difficile smantellare l’IRA
Uno dei risultati principali dell’amministrazione Biden – ricorda Boyce - è stato l’Inflation Reduction Act (IRA): nonostante questo possa essere modificato, è improbabile che venga abrogato, visto che anche gli Stati guidati dal Partito repubblicano ne traggono benefici economici. L'IRA, in particolare, offre sussidi fiscali per la produzione di energia rinnovabile e per lo sviluppo di nuove tecnologie, come la cattura del carbonio e l'energia da idrogeno. Anche se alcuni membri del Congresso potrebbero cercare di ridurre i sussidi, secondo l’esperto è difficile che vengano eliminati completamente, poiché aiutano a creare posti di lavoro e a sostenere l'economia. Sebbene alcuni investimenti possano essere ridotti, il settore delle rinnovabili è ormai competitivo, quindi l’impatto economico di una riduzione dei sussidi sarebbe limitato.
La domanda di elettricità continua ad aumentare
D’altro canto, è indubbio che la domanda di elettricità continua a crescere, soprattutto perché molti settori, come i trasporti e l'industria, stanno usando sempre di più l’elettricità come fonte di energia. Inoltre, non si può dimenticare che l’espansione dell’intelligenza artificiale, che richiede molta energia per i suoi centri di calcolo, sta aumentando ulteriormente la richiesta. Con i costi dell’energia eolica, solare e delle batterie che diventano più competitivi rispetto ai combustibili fossili, molte aziende che forniscono energia si affidano sempre di più alle rinnovabili. Infine, secondo l’esperto c’è un altro punto a favore della transitone energetica da non sottovalutare: i prezzi delle energie rinnovabili sono diventati più stabili rispetto a quelli dei combustibili fossili, come il gas naturale.
Le varie incognite da tenere sott'occhio
Sebbene le preoccupazioni sul futuro delle rinnovabili debbano essere valutate in modo equilibrato, è innegabile secondo Boyce, che il passaggio dall'Amministrazione Biden a quella Trump rappresenterà una sfida significativa per il settore. In primo luogo, perché l'aumento dei dazi avrà effetti negativi sul settore solare, in particolare per i pannelli cinesi. Sebbene i fornitori di energia solare abbiano imparato a gestire l’aumento dei costi, questi potrebbero comunque rendere alcuni progetti non fattibili. Inoltre, si prevede che Trump allenti le normative sulle emissioni dei combustibili fossili, prolungando la vita di impianti a carbone e favorendo la costruzione di generatori a gas naturale. Inoltre, c’è da considerare che i progetti eolici offshore potrebbero affrontare ritardi significativi per avere i permessi. Su questo, infatti, Trump ha già imposto un ordine esecutivo che sospende temporaneamente le locazioni federali e il rilascio di licenze per i nuovi progetti eolici. Sebbene i ritardi non siano totali, potrebbero ostacolare lo sviluppo di progetti eolici su terreni e acque federali, che rappresentano una piccola parte del totale.
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