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Transizione energetica: cosa succede dopo le elezioni Ue
La transizione verso le energie rinnovabili è cruciale per ridurre la dipendenza energetica dell'Europa e migliorare la propria sicurezza. Le fonti green offrono risparmi a lungo termine e rappresentano un'opportunità di investimento sostenibile e conveniente, promuovendo un futuro decarbonizzato.
Le elezioni europee che si sono tenute nella seconda parte dello scorso maggio hanno ridisegnato il Parlamento di Strasburgo, con nuovi equilibri tra i vari rappresentanti dei 27 e, di riflesso, sono cambiati anche gli scenari verso cui si dovrà muovere la Commissione Ue. In questo contesto, c’è una cosa che salta subito all’attenzione: l'emergenza climatica non è stata una priorità per gli elettori che si sono recati alle urne, il che – secondo il pensiero di Karin Kaiser, Head of Private Markets Europe di Schroders Capital - potrebbe rappresentare un freno, nel breve termine, alla transizione energetica. Un’eventualità che contrasta molto con uno dei cavalli di battaglia della passata Commissione: ovvero la svolta green del vecchio continente a tappe forzate.
Il Parlamento ancora dominato dai pro-clima
L’esito delle urne lascia intravedere un orizzonte con ombre. Se i partiti progressisti rispetto alla decarbonizzazione (come Verdi, Socialisti, Democratici e Renew Europe) hanno perso terreno, dall’altro lato, l'estrema destra - che non ha obiettivi climatici chiari o li ha ambigui - ha guadagnato seggi. Nonostante questo, i partiti pro-clima hanno ancora la maggioranza nel Parlamento e, quindi, appare improbabile un cambiamento significativo della transizione. Le leggi dei Paesi membri in supporto agli obiettivi climatici dell'Ue sono, secondo Kaiser, solide a garanzia della continuità della svolta green. Però, aggiunge, le decisioni politiche del nuovo Parlamento, specialmente sullo scambio di emissioni, potrebbero influenzare la velocità del processo.
Un’opportunità d’investimento
La transizione verso le energie rinnovabili è cruciale per ridurre la dipendenza dell'Europa dall’import energetico e per migliorare la sua sicurezza. Anche perché le fonti rinnovabili sono sempre più competitive rispetto ai combustibili fossili e offrono a lungo termine potenziali risparmi. Dunque, un mix energetico rinnovabile può garantire un approvvigionamento più sicuro e resiliente. La transizione rappresenta un'opportunità di investimento a lungo termine, grazie alla necessità di un sistema sostenibile e conveniente. Nonostante l'incertezza nel breve, secondo Kaiser, nell’Ue la transizione continuerà, alimentata dalla sicurezza energetica, dalla diversificazione delle fonti e dalla ricerca di soluzioni economiche e sostenibili, per un futuro decarbonizzato.
Poco probabile uno scostamento dalle linee tracciate
C’è comunque da rilevare che all’interno degli stessi partiti pro-transizione non c’è uniformità. I Conservatori e i Riformisti Europei promuovono la riduzione degli sforzi di decarbonizzazione, mentre c’è Identità e Democrazia che, meno trasparente nelle sue posizioni, difficilmente sosterrà gli obiettivi climatici. Bisogna tener presente che Bruxelles ha fissato un percorso chiaro per quanto riguarda la propria politica energetica, con alcuni punti saldi della legislazione, tra i quali Green Deal, Fit for 55 e Repower Eu. Comunque sia, osserva Kaiser, una deviazione da questa traiettoria richiederebbe una significativa maggioranza dei voti in parlamento, maggioranza che i partiti contrari alle politiche climatiche non sono neanche lontanamente in grado di ottenere.
La dipendenza energetica e il fattore risparmio
Ma non c’è solo questo motivo per cui la transizione energetica in Europa andrà avanti. Ci sono infatti altre due cause che non hanno alcuna relazione col clima: la dipendenza dall’import energetico (problema esploso con la guerra in Ucraina) e il fatto che le rinnovabili, in prospettiva, vantano un enorme vantaggio rispetto ai combustibili fossili in termini di competitività dei costi. Insomma, è un fattore di convenienza già oggi che, assieme al potenziale risparmio sul lungo termine, rappresenta una spinta significativa al processo verso le fonti rinnovabili. L’Ue, favorendo gli investimenti in questa direzione, vuole creare un sistema sostenibile capace non solo di ridurre le emissioni, ma anche di dare energia a prezzi accessibili a cittadini e imprese.
L’obiettivo di Bruxelles
Il percorso della transizione energetica in Europa presenta dunque vari aspetti che comprendono, oltre alla decarbonizzazione, i timori per la sicurezza energetica interna, la centralità del diversificare le fonti di energia e la ricerca di soluzioni accessibili e convenienti. Un mix di elementi utile, sottolinea Kaiser, ad assicurare che la transizione sia economicamente sostenibile a lungo termine. Bruxelles ha quindi messo in piedi un programma solido e credibile per avanzare verso un sistema energetico decarbonizzato, sicuro e accessibile. Questo scenario, secondo l’esperto, offre un'opportunità d'investimento unica nei prossimi decenni.