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Fondi: a maggio in sordina il risparmio gestito
In maggio l’industria del risparmio gestito ha accusato una raccolta netta negativa per 4,96 miliardi, ma il patrimonio si è avvicinato ai 5 miliardi grazie all’effetto positivo del mercato. Massicci deflussi sui fondi aperti, con i fondi bilanciati e flessibili particolarmente colpiti.
Attività sottotono per l’industria del risparmio gestito a maggio, condizionata da un accresciuto riserbo dei risparmiatori chiamati a fare i conti con le stagionali scadenze tecniche (l’appuntamento di metà anno con l’Agenzia delle Entrate) e la costante perdita del loro potere di acquisto, a causa di un’inflazione che risulta più coriacea del previsto. Nel dettaglio: la raccolta netta, per il secondo mese consecutivo, chiude con un pesante segno negativo pari a -4,96 miliardi di euro dopo i 3,88 miliardi di uscite accusate in aprile. Dallo scorso gennaio il settore ha accumulato deflussi complessivi per 15,91 miliardi di euro. Tuttavia, come rilevano in Assogestioni, il patrimonio ha mostrato più di una buona tenuta: è aumentato di circa 5 milioni a 2.258 miliardi, sostenuto da un effetto mercato positivo (pari a +0,4%, secondo le stime dell’Ufficio Studi dell’associazione di categoria).
La fuga dai fondi aperti
Nei portafogli degli investitori, l’equilibrio tra gestioni collettive e gestioni di portafoglio è rimasto immutato: rispettivamente al 52,8 e al 47,2%. Dai dati provvisori della mappa mensile di Assogestioni spicca la brusca virata in territorio negativo dei fondi aperti che, dopo lo sprint del mese precedente (sottoscrizioni per 2,8 miliardi), archiviano maggio con deflussi per 2,07 miliardi di euro (per un saldo da inizio anno negativo per -2,94 miliardi). Sostanzialmente invariato invece il quadro dei fondi chiusi, che hanno raccolto nel mese sottoscrizioni nette per 198 milioni (+10 milioni in aprile, per un saldo da gennaio di poco superiore al miliardo di euro). Il bilancio complessivo delle gestioni collettive di maggio risulta pertanto negativo per 1,87 miliardi di euro (+2,81 miliardi in aprile), per un saldo dei primi cinque mesi di -1,84 miliardi.
Persiste la disaffezione per flessibili e bilanciati
Dominano le uscite anche nelle gestioni di portafoglio, che chiudono maggio con deflussi complessivi per 3,09 miliardi (-6,68 miliardi in aprile), per un saldo da gennaio negativo per 14,06 miliardi. A fare da zavorra in questo comparto sono stati i mandati istituzionali, oggetto di una fuga di 3,74 miliardi (-7,28 miliardi in aprile), per un cumulato dall’inizio dell’anno pari a -16,45 miliardi. La componente retail invece chiude il mese in terreno positivo, con sottoscrizioni nette per 653 milioni, in linea con il dato registrato in aprile (+598 milioni), che portano il saldo dei primi cinque mesi a +2,39 miliardi. Tornando alla fuga che ha interessato i fondi aperti, questa è riconducibile alla continua disaffezione degli investitori per i prodotti bilanciati (-1,46 miliardi) e flessibili (-2,06 miliardi), il saldo da gennaio sale rispettivamente a -5,47 e a -8,83 miliardi.
Tengono i fondi azionari e obbligazionari
Non hanno compensato la tendenza di fondo né la modesta raccolta netta di cui sono stati oggetto i fondi azionari (+121 milioni e +2,99 miliardi da gennaio) e né gli afflussi, comunque a un ritmo minore, verso gli obbligazionari (+1,61 miliardi e +8,93 mld da gennaio). Per quanto riguarda la denominazione, i fondi di diritto italiano chiudono maggio con una raccolta netta di +463 milioni, che si rapporta ai +721 milioni di aprile, che portano il totale accumulato da gennaio a +1,92 miliardi. Massicce invece le uscite nette accusate sui fondi di diritto estero, che chiudono il mese con -2,53 miliardi dopo i +2,08 miliardi di aprile, per un saldo negativo da gennaio che sale così a -4,86 miliardi. Per quanto riguarda le singole società, il ranking è guidato dal gruppo Bnp Paribas (raccolta di +403,3 milioni). In fondo alla classifica spicca la performance del gruppo Intesa Sanpaolo (-1,8 miliardi).