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Fondi: primo trimestre positivo, ancora interesse per l’azionario
Numeri in ridimensionamento nel primo trimestre 2022 per il risparmio gestito: la raccolta netta è diminuita a 10,93 miliardi e il patrimonio è calato del 4,18 per cento a 2.594 miliardi. Nonostante la volatilità espressa dai mercati tra gli investitori è aumentato l’interesse per i fondi azionari.
I risultati dell’industria del risparmio gestito relativi al primo trimestre sorprendono in positivo, nonostante l’estrema volatilità denunciata nel frattempo dai mercati finanziari e l’emotività e le incertezze generate dalla guerra in Ucraina. La raccolta netta resta, infatti, su un territorio positivo e, seppure con un ritmo meno brillante rispetto a quanto osservato nell’ultimo quarto del 2021, il dato finale presentato da Assogestioni è stato rivisto al rialzo: i flussi netti, tra gennaio e marzo, ammontano a 10,93 miliardi di euro che si confrontano con i 23,2 miliardi registrati nel quarto trimestre 2021. Il patrimonio gestito, secondo la mappa trimestrale dell’associazione di categoria, a tutto marzo ammonta a 2.486 miliardi, in calo del 4,18% (-108 miliardi) dai 2.594 miliardi segnati alla fine dello scorso anno.
La locomotiva dei fondi aperti e delle gestioni collettive
Le gestioni collettive dominano ancora la scena, con una quota del 52,4% delle masse investite, in aumento da 52,1% evidenziato nel trimestre precedente. Ancora una volta il ruolo di locomotiva è stato interpretato dai fondi aperti, che allungano così a due anni consecutivi la propria crescita con un apporto nei tre mesi pari a 12,8 miliardi - in linea con i 12,86 miliardi raccolti tra ottobre e dicembre - che ha consentito di controbilanciare l’impatto negativo di alcune operazioni infragruppo - avvenute nel periodo - nell’ambito dei mandati istituzionali. Grazie al risultato positivo conseguito nel frattempo anche dai fondi chiusi, pari a 1,2 miliardi (ma crollato dai +3,36 miliardi di ottobre-dicembre), la raccolta netta complessiva delle gestioni collettive ammonta a 14 miliardi (+16,2 miliardi nell’ultimo scorcio del 2021).
Accelera la domanda per i fondi azionari
Le gestioni di portafoglio scrivono invece un bilancio in rosso, proprio a causa – come riportato da Assogestioni - di alcune operazioni infragruppo nei mandati: il trimestre per la categoria si è chiuso con uscite per 3,07 miliardi a fronte dei 7 miliardi di flutti netti di ottobre-dicembre. Gli asset più rischiosi continuano a essere i preferiti dagli investitori italiani, che (tra i fondi chiusi) escono in massa dagli immobiliari (da 1,57 miliardi a soli 417 milioni di ero la raccolta netta nel primo trimestre) mentre aumentano il loro interesse per i prodotti azionari. Questi ultimi, dall’inizio dell’anno, hanno infatti raccolto flussi netti per 9,24 miliardi di euro a fronte dei 6,93 miliardi registrati in ottobre-dicembre. A passo di carica anche i bilanciati, con flussi netti per 5,24 miliardi dopo +5 miliardi.
La fuga dall’obbligazionario e la riscoperta del monetario
Per quanto riguarda le altre macro-categorie, il trimestre ha visto la fuga in massa dall’obbligazionario, i cui fondi hanno accusato deflussi netti per 5,41 miliardi di euro a fronte dei +2,1 miliardi netti sottoscritti nel trimestre precedente. A fatica si sono mantenuti su un territorio positivo invece i flessibili, che hanno chiuso i primi tre mesi con un saldo di +364 milioni (+2 miliardi in ottobre-dicembre). Il primo trimestre 2022 è stato testimone anche della riscoperta dei fondi monetari, che hanno chiuso con flussi netti per 3,37 miliardi a fronte di uscite nette per 3,11 miliardi accusate nel trimestre precedente. Segno leggermente negativo per i fondi di diritto italiano (-72 milioni dopo +3 miliardi in ottobre-dicembre), mentre aumenta ancora la domanda per i fondi esteri (+12,8 miliardi dopo +9,9 miliardi).