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Italia: SeP e Ocse rivedono in rialzo la crescita Pil
L’economia italiana tira più del previsto e più di quanto sta avvenendo negli altri partner europei. Gli analisti Ocse, che pesano anche il vantaggio che il nostro Paese trae dai fondi NGEU, hanno rivisto la crescita di quest’anno al più 6,3 per cento e a più 4,6 per cento quella del prossimo.
L’economia italiana si è messa a correre e il suo ritmo ha colto positivamente di sorpresa sia gli analisti sia gli addetti ai lavori: i primi stanno provvedendo a correggere le loro stime, mentre l’Esecutivo ‘gongola’ sugli effetti benefici che questa performance sta avendo sui conti pubblici. La sintesi di questo stato l’ha fatta il Ministro dell’Economia, Daniele Franco, il quale ha anticipato che il Paese probabilmente chiuderà l’anno con un aumento del Pil di due-tre decimi rispetto a quanto indicato nella Nadef (Nota di aggiornamento al DEF), ovvero del 6%.
Grazie a questo spunto, ha aggiunto, la finanza pubblica sarà leggermente migliore: nel documento veniva, infatti, indicato un deficit al 9,4%, ma l’andamento del fabbisogno di cassa della PA sta mostrando un andamento migliore e questo lascia prevedere una flessione del debito/Pil più accentuata di quanto atteso all’origine.
Franco, livelli pre-crisi nel primo trimestre 2022
Il cammino non è immune da ostacoli. Al netto del sempre possibile peggioramento del quadro sanitario legato alla pandemia e anche di un’inflazione più pervicace del previsto, secondo il Ministro è confermato l’obiettivo del Governo di vedere il Pil recuperare i livelli pre-crisi nel primo trimestre del prossimo anno. L’impegno c’è tutto, così come i fondamentali spingono verso questa direzione. Mentre l’inflazione ha raggiunto in novembre il massimo dal 2013, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha assicurato che è pronto a intervenire di nuovo per limitare gli effetti del caro-energia nelle tasche degli italiani. Intanto a ottobre la disoccupazione risale al 9,4% ma, fatto più rilevante, quella giovanile registra un forte calo, di 1,4 punti al 28,2 per cento.
Ocse, un vantaggio dai fondi NGEU
Gli economisti rivedono in corsa le loro previsioni. L'Ocse, per esempio, nel più recente ‘outlook’, ha alzato le stime sulla crescita economica del nostro Paese di quest’anno (a +6,3% dal +5,9% indicato appena in settembre) e del prossimo (a +4,6% da +4,1%), anche se ha messo in conto un rallentamento del ritmo di espansione che proseguirà nel 2023, quando il Pil dovrebbe salire del 2,6%. Lo slancio, secondo gli esperti, si avvantaggerà di una politica di bilancio favorevole, compresi gli investimenti finanziati con i fondi del Next Generation Eu, e di una progressiva normalizzazione delle attività del settore servizi. Nell’outlook c’è anche una nota per l’andamento favorevole per l’occupazione, che dovrebbe sostenere una crescita più regolare dei consumi. Le tensioni inflative generali tenderanno a scemare anche se, secondo l’Ocse, con il mix 'meno capacità inutilizzata e più potere di acquisto' si spingerà in alto l’inflazione di fondo.
S&P, il nostro ritmo superiore a quello dei partner europei
Ancora più ottimisti circa l’andamento della nostra economia sono gli analisti di Standard and Poor’s, che hanno alzato le previsioni di quest’anno, a +6,4% dal 6% indicato alla fine di settembre, e del prossimo, a +4,7% da +4,4%. L’aggiornamento è contenuto in un’analisi più complessa, dove gli esperti hanno valutato il possibile impatto sulla congiuntura delle nuove ondate di contagi che stanno interessando alcuni Paesi dell’Eurozona.
Il nuovo report, per altro, conferma che il Pil del Bel Paese corre più del resto dell’Eurozona, per il quale S&P prevede +5,1% per il 2021 e +4,4% per il 2022. Gli economisti dell’agenzia di rating hanno ‘guardato’ anche l’operatività della Bce, che non dovrebbe alzare i tassi d’interesse prima del 2024, mentre è più probabile che ridurrà progressivamente gli acquisti nell’ambito del programma PEPP dal prossimo marzo.