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Risparmio: 11,5 milioni di italiani scelgono i fondi comuni

Nel nostro Paese ci sono 11,5 milioni di investitori in fondi comuni: il 47 per cento di loro è donna, ma l’uomo ha più disponibilità da investire. Il valore medio investito è di 47mila euro. Due terzi degli investitori risiede nel Nord dell’Italia. Domina un profilo di rischio basso.

23/12/2021
grafico disegnato con sullo sfondo monete
Risparmio e investimenti nei fondi comuni

È del Nord Italia, ha un’età da pensione e preferisce asset con un basso grado di rischio. È questo l’identikit dell’italiano medio che investe nei fondi comuni, secondo quanto emerge dal recente Osservatorio sui sottoscrittori di Assogestioni. Nonostante la pandemia abbia inciso notevolmente sulla propensione alla prudenza degli italiani, come mostra l’aumento della liquidità o di strumenti facilmente monetizzabili, oggi nel nostro Paese ci sono - secondo stime - complessivamente 11,5 milioni, ovvero uno su cinque, di cittadini che dirigono i propri risparmi verso i fondi comuni. Il 41% di questi appartiene alla generazione dei baby boomer, i nati tra il 1946 e il 1964, e circa la metà sono donne.

47mila euro il valore medio investito

Lo studio dell’associazione, che per la prima volta prende in considerazione anche i fondi esteri collocati presso la clientela italiana, analizza le informazioni sugli investitori individuali in fondi comuni con dati aggiornati alla fine dello scorso anno. In base ai dati raccolti, il valore medio complessivo dell’investimento in fondi comuni è di 47mila euro. L’importo, tuttavia, varia sensibilmente in funzione della tipologia di prodotto: cioè è più basso per i sottoscrittori di fondi italiani (30mila euro) e più alto per gli investitori in fondi esteri. Tra questi ultimi, in particolare, il valore medio dell’investimento in fondi cross border si attesta a 56mila euro.

Quasi parità tra i generi, ma gli uomini investono di più

Per quanto riguarda l’investitore tipo, c’è un certo equilibrio tra gli uomini e le donne, mentre spicca una forte differenza nell’ammontare a loro disposizione. La struttura della domanda descrive, infatti, un profilo anagrafico dei risparmiatori caratterizzato da una sostanziale parità tra i generi, con le donne che da parte loro coprono il 47% dei sottoscrittori totali. Gli uomini, però, detengono il 55% dell'investimento complessivo contro il 45% delle donne. La loro età media è di 60 anni e 7 su 10 di loro rientrano nella fascia compresa tra i 40 e i 74 anni. L’importo medio investito, secondo la ricerca, è superiore alla media tra le fasce più adulte della popolazione (oltre i 56 anni).

Gli investitori concentrati nel Nord del Paese

Lo studio analizza anche la distribuzione della partecipazione al mercato dei fondi per area geografica. In questo caso, circa due terzi degli investitori risiedono nel Nord Italia: il 38% nel Nord-Ovest e il 26% nel Nord-Est. I sottoscrittori del Centro coprono una quota del 19%, quelli del Sud dell’11% e quelli delle Isole il 5%. Da rilevare che nel Nord dell’Italia, dove è collocato il motore dell’economia del Paese, si registrano importi medi investiti pari o superiori alla media. La modalità di sottoscrizione scelta dal 63% dei risparmiatori è il versamento unico (PIC) e il 24% investe soprattutto tramite piani di accumulo (PAC). La quota restante investe in forma mista (PIC/PAC).

Tra i fondi italiani preferiti flessibili e obbligazionari

Dall’analisi delle tipologie di fondi più presenti nei portafogli degli italiani emerge che le masse investite in fondi flessibili rappresentano il 33% del totale. L’asset allocation evidenzia valori differenziati in base alla tipologia di prodotto. Tra i fondi italiani prevale l’investimento in fondi flessibili (46%) e obbligazionari (31%). Tra i prodotti esteri cresce la componente azionaria, con il valore per i fondi cross border che si attesta al 47%.

Domina un profilo di rischio basso

La foto del grado di rischio degli investimenti (di solito strutturato da 1 a 7 livelli, rischio minimo - rischio massimo) rivela che per due terzi è compreso tra 1 e 4. Nel dettaglio, l’80% dei fondi italiani ha un grado di rischio compreso tra 1 e 4. Per il 53% dei fondi cross border è, invece, superiore a 4. Ma come gli italiani si avvicinano a questo mercato del risparmio? La maggior parte si rivolge al canale bancario (95%), anche se il peso dei fondi distribuiti dalle reti di consulenti finanziari aumenta nei prodotti esteri: per i fondi cross border sale al 43%.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

assogestioni fondi comuni risparmio
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