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Consumi: in aumento, ma condizionati dall’inflazione
A dicembre la spesa media complessiva per famiglia, inclusi affitti, bollette e utenze, si attesta a 1.645 euro, 0,5 per cento in più sul 2020. La spesa della tredicesima, secondo stime di Confcommercio, sarà in linea con quella del 2020. Atteso il rimbalzo dei servizi, in aumento la liquidità.
L’arrivo del Natale coincide con la stagione più importante per i consumi e con una più facile propensione allo shopping. Però il clima di festa e il desiderio di fare i regali quest’anno si scontrano con due fattori che potenzialmente frenano la domanda: le pressioni inflative (avvertibili da mesi in molti ambiti del commercio al dettaglio) e il caro-bollette (che condiziona l’importo messo dalle famiglie a budget dei regali).
Dicembre, conferma l’ufficio studi Confcommercio su tredicesime e consumi, si conferma il mese più importante per i consumi ma - avverte - le premesse sono negative: nel mese sono stimati, infatti, circa 110 miliardi di spesa complessiva, 10 miliardi in meno sul 2019.
La spesa della tredicesima in linea con il 2020
Inoltre, sottolinea in una ricerca, il clima di fiducia delle famiglie è in diminuzione perché la forte ripresa dell’inflazione e i rincari delle bollette energetiche rischiano di ridurre la quota di tredicesima tradizionalmente destinata alla spesa per i regali di Natale. Un monte spesa che è stimato attorno ai 160 euro pro capite, sostanzialmente in linea con quanto registrato lo scorso anno.
Tuttavia, considerando anche i consumi di chi non beneficia di questo emolumento (l’area del lavoro autonomo), la spesa media complessiva per famiglia a dicembre – inclusi affitti, bollette e utenze - si attesta a 1.645 euro, +0,5% rispetto al 2020, ma ancora molto al di sotto rispetto al 2019 (-7,5%).
Il rimbalzo dei servizi
L’andamento delle spese ‘natalizie’ non è comunque uniforme, con i servizi che beneficiano di un significativo rimbalzo ‘tecnico’ dopo che erano stati particolarmente sacrificati (dalle restrizioni) durante il mese di dicembre dello scorso anno. Per le sole spese commercializzabili (beni e servizi) cioè alimentari, abbigliamento, mobili, elettrodomestici bianchi e bruni, computer, cellulari e comunicazioni, libri, ricreazione, spettacoli e cultura, giocattoli e cura del sé, alberghi, bar e ristoranti, la stima è di 76 miliardi. Nel 2020, ricorda Confcommercio, questa spesa, fortemente correlata al benessere economico delle famiglie, era invece scesa a circa 66 miliardi di euro correnti.
La fiducia delle famiglie un’incognita per i prossimi mesi
Dall’andamento dei consumi commercializzabili nel triennio si vede come il mese di dicembre, anche nel 2020, anno caratterizzato da un periodo festivo connotato da molte limitazioni, sia stato il periodo più importante dal punto di vista dei consumi. Al netto di sempre possibili deterioramenti del quadro pandemico, gli esperti nutrono qualche preoccupazione sul fronte economico.
A novembre, infatti, la fiducia delle famiglie, pur attestandosi su livelli storicamente elevati, ha ripiegato per il secondo mese di seguito. Questo trend, se confermato nei prossimi mesi, rischia di avere ripercussioni nella parte iniziale del 2022 oltre che comprimere, seppure di poco, le spese di dicembre e per i regali di Natale.
Lo shopping si scontra con l’aumento dei prezzi
Il deterioramento della fiducia delle famiglie, secondo la chiave di lettura di Confcommercio, è correlato per la maggior parte al ritorno dell’inflazione che, per la parte inattesa (quella oltre l’1,5%-2%), potrebbe comprimere il potere d’acquisto e determinare soprattuto una contrazione degli acquisti di beni e servizi. Infatti, la ripresa dell’inflazione sta colpendo in prevalenza e almeno per adesso, quei beni e servizi a cui le famiglie non possono rinunciare, i consumi considerati obbligati. In dodici mesi si è passati da un quadro di deflazione a un balzo dei prezzi al consumo del 3,8% (a novembre). Questo scenario per ora non ha intaccato orientamenti e propensioni di spesa delle famiglie, ma il suo protrarsi non potrà che incidere sulle scelte di consumo.
La liquidità alimentata dalle incertezze
Per i dettagli dei regali di Natale un sondaggio realizzato da Format per Confcommercio rivela che quest’anno si spenderanno pro capite 158 euro, -3,66% rispetto allo scorso anno (-8% sul 2019 e -36% sul 2009). Nel complesso, a causa del Covid e dei rincari generalizzati, per i regali si spenderanno solo 6,9 miliardi. Uno degli effetti più eclatanti, ma logici, della pandemia è stato quello di accrescere considerevolmente la liquidità delle famiglie, cioè l’insieme del circolante e delle attività che possono svolgere il ruolo di mezzo di pagamento, ossia i depositi in conto corrente (bancari e postali). Nel 2020 i risparmi a vista sono passati da poco meno di 1.020 miliardi di euro del quarto trimestre 2019 agli oltre 1.120 miliardi del quarto 2020.