- SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO?
- Scopri i vantaggi del nostro servizio
MIC: il disagio sociale peggiora per il secondo mese di seguito
Il mercato del lavoro, che mostra una relativa tenuta, ha passato il testimone all’inflazione come elemento di preoccupazione degli italiani. Il mix di queste due componenti si è tradotto in ottobre in un nuovo peggioramento dell’indice che misura il disagio sociale, passato a 16,9 punti.
Ci sono alcuni squilibri nell’economia italiana che rischiano di esplodere sul medio lungo periodo. Mentre il Pil corre più del previsto, al punto che gli analisti correggono in sequenza le loro stime, le ombre della montante inflazione si allungano sulla vita quotidiana rendendo alquanto incerta la capacità di spesa delle famiglie.
A preoccupare è anche il mercato del lavoro che, pur in lieve miglioramento a livello storico, risulta rigido in alcuni settori portanti della congiuntura. L’esatto quadro di questa situazione è tradotto nel MIC, il Misery Index di Confcommercio, che misura l’andamento del disagio sociale nel nostro Paese. Nel mese di ottobre questo indicatore è peggiorato, salendo a 16,9 punti, ovvero uno scatto di +0,3 punti dal mese di settembre.
Il mercato del lavoro passa il testimone all’inflazione
Per l’indice MIC, dopo lo slancio evidenziato in luglio (a 16,4, migliore dato dal 2019) e la correzione di agosto (a 17,2), si tratta del secondo peggioramento mensile consecutivo. La stessa Confcommercio sottolinea che l’indicatore anche nella formulazione attuale, che sottostima la disoccupazione estesa in considerazione dell’impossibilità di individuare il numero di scoraggiati e sottoccupati, si conferma su livelli storicamente elevati. E veniamo ai problemi che minano la fiducia degli italiani. A fronte di una graduale ‘normalizzazione’ del mercato del lavoro, ancora in recupero dopo la crisi innescata dal Covid, negli ultimi mesi c’è stata una decisa e progressiva ripresa dell’inflazione, in una sorta di staffetta tra le due componenti del disagio sociale.
Timori per il perdurare delle tensioni sui prezzi
Le tensioni sui prezzi (in ottobre l’inflazione è salita al 3,1%, top da inizio 2017), riguardando ancora in misura molto accentuata l’energetico, cominciano a interessare in misura più significativa altri segmenti del consumo. Il permanere e l’ampliarsi di questo fenomeno secondo l’analisi di Confcommercio rappresenta, allo stato attuale, una delle principali incognite sulle possibilità di crescita dell’economia del Paese e dell’occupazione nel 2022. Nel dettaglio, in ottobre il tasso di disoccupazione ufficiale si è attestato al 9,4%, in aumento di due decimi di punto rispetto a settembre. Il dato riflette un moderato recupero dei livelli occupazionali (+35mila unità) e un aumento del numero di persone in cerca di lavoro (+51mila unità in termini congiunturali).
A ottobre oltre 66 milioni di ore di CIG
La ripresa dell’economia ha riportato gran parte degli inattivi sul mercato, senza particolari peggioramenti sul versante della disoccupazione ufficiale. A ottobre le ore di CIG sono state oltre 66 milioni a cui si sommano oltre 33 milioni di ore per assegni erogati da fondi di solidarietà. Del totale delle ore autorizzate, il 64,9% aveva causale Covid, dato che seppure in progressivo calo conferma le difficoltà di imprese e mondo del lavoro a uscire del tutto dall’emergenza.
In termini di ore di CIG effettivamente utilizzate e ricondotte a ULA, si stima che questo corrisponda a poco più di 312mila unità lavorative standard, dato in diminuzione rispetto ai mesi precedenti. Il combinarsi di queste dinamiche ha portato il tasso di disoccupazione esteso all’11,5%.