- SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO?
- Scopri i vantaggi del nostro servizio
Lavoro: forte aumento dell’occupazione negli ultimi due anni
Il gruppo più significativo in termini di nuovi occupati è quello degli over 50, che ha contribuito per l'83,8 per cento all’aumento dell'occupazione. Questo riflette una preferenza delle aziende per i lavoratori più esperti, con l'allungamento dell'età lavorativa che ha ridotto però i pensionamenti.
Il quadro occupazionale italiano continua a mostrarsi robusto e con tendenze positive: più posti fissi, maggiore occupazione femminile, un’offerta brillante nel Mezzogiorno. Non solo: l’orizzonte, infatti, rimane sereno grazie ai fondi legati al Pnrr. Tuttavia, nonostante questi progressi, nel nostro Paese la produttività rimane bassa, gli stipendi continuano a essere significativamente sotto la media europea e il ricorso alla cassa integrazione è cresciuto, fattore che segnala possibili difficoltà economiche future.
Volano i contratti a tempo indeterminato
L'occupazione in Italia è aumentata di 847mila unità (+3,6%), di cui 672mila sono lavoratori dipendenti e 175mila autonomi. Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, il totale di coloro che nell’ultimo biennio dispone di un contratto a tempo indeterminato è salito di 937mila unità, mentre quello relativo ai lavoratori con un contratto a termine è sceso di 266mila. Nel complesso, secondo lo studio, in questo fine 2024 l’incidenza percentuale di lavoratori subordinati con contratto di lavoro precario è scesa al 14,4% (-2 punti percentuali rispetto a ottobre 2022). Nello stesso periodo, i disoccupati sono diminuiti di 496mila unità a 1,47 milioni e gli inattivi di 198mila unità a 12,54 milioni.
Dei nuovi occupati la metà sono donne
Dei nuovi 847mila occupati in questi ultimi due anni, quasi la metà (il 49,6%, ovvero 420mila) sono donne e gli altri 427mila uomini (50,4%). La crescente figura femminile tra i lavoratori si riscontra anche nel trend registrato tra i disoccupati: dei 496mila in meno, 274mila sono donne (55,1% del totale) e 223mila sono uomini (44,9%). In numeri assoluti, lo scorso mese di ottobre 2024 le donne occupate hanno raggiunto la soglia dei 10,25 milioni di unità, mentre le disoccupate sono diminuite a 693mila. Positivo anche l’andamento dei tassi. Nella fascia di età 15-64 anni, quello di occupazione è salito al 62,5% (+1,9), mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 5,8% (-2 punti).
Tra i nuovi occupati spiccano gli over 50
Tendenza positiva anche per la disoccupazione giovanile (15-24 anni), il cui tasso è fortemente diminuito per attestarsi al 17,7% (-5 punti). Anche se il Paese evidenzia un tasso di occupazione femminile tra i più bassi in Europa, in questi ultimi due anni lo stesso è cresciuto di due punti al 53,6 per cento e il relativo tasso di disoccupazione è sceso al 6,3% (-2,7 punti). Uno spaccato dell’andamento occupazionale rivela che la coorte - che in termini assoluti ha dato in questi ultimi due anni il contributo maggiormente positivo - è stata quella degli over 50. Infatti, degli 847mila nuovi occupati ben 710mila (83,8% del totale) appartengono alla fascia più anziana della popolazione lavorativa.
L’età lavorativa più lunga frena i pensionamenti
Tra i nuovi occupati, il contributo significativo è arrivato anche dalle fasce 25-34 anni (+184mila unità) e anche tra i giovani compresi tra i 15 e 24 anni (+18mila unità). Solo la coorte anagrafica tra i 35-49 anni ha subito una contrazione negativa pari a 66mila lavoratori. Le ragioni di questa tendenza sono riconducibili al fatto che le imprese sono sempre più orientate ad assumere persone con esperienza che, in linea di massima, offrono maggiori garanzie di affidabilità e di sicurezza. Infatti, secondo la Cgia, le cause vanno ricercate anche nell’invecchiamento della popolazione lavorativa e nell’allungamento dell’età lavorativa, che negli ultimi anni ha frenato moltissimi pensionamenti.
È più robusto il mercato del lavoro nel Mezzogiorno
Quest'analisi è avvalorata anche dal calo dei disoccupati e degli inattivi presenti tra gli over 50. Nell’ultimo biennio, infatti, la riduzione in questa fascia è stata la più elevata in termini percentuali (-28,6%), pari a -136mila disoccupati. Intanto la CIG quest’anno è in deciso aumento, in particolare nel Nord. Secondo la Cgia, tra il 2022 e il 2024 è la Sicilia che dovrebbe segnare il numero più alto di nuovi posti pari a 133.600 (+10%). Seguono Lombardia con +125.700 (+2,8%), Campania +89.900 (+5,5%), Lazio +76.500 (+3,3%) e Piemonte 71.600 (+4%). Il Mezzogiorno, dunque, grazie al buon andamento dell’export, delle costruzioni e al Pnrr – parerebbe registrare l’incremento occupazionale più importante del Paese, con quasi 350mila addetti in più negli ultimi due anni.