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Lombardia: l’economia si è messa a correre
Nel primo semestre di quest’anno le nuove imprese nate nelle province di Milano, Monza Brianza e Lodi sono aumentate del 37,4 per cento. Effetto trainate dai settori dei servizi, commercio e industria manifatturiera. Previsioni incoraggianti anche grazie ai fondi legati al PNRR.
Il ‘cuore’ della locomotiva economica italiana, la Lombardia, si è messo a correre dopo un anno estremamente difficile, segnato dalla pandemia. Anche se la sua marcia non è uniforme, in vantaggio l’industria rispetto alla lentezza del terziario, l’intero sistema continua a lanciare importanti segnali di fiducia. Nel primo semestre di quest’anno, per esempio, sono ben 16.994 le nuove imprese iscritte nell’asse Milano Monza Brianza Lodi, con un aumento del 37,4% rispetto allo stesso periodo 2020. Il saldo fra le imprese iscritte e cessate è inoltre in attivo di 5.050 unità e supera quello dell’intero 2020 (+4.404 imprese).
+1,6% il numero delle società rispetto al 2020
Complessivamente, stando ai dati diffusi dalla locale Camera di Commercio, nel territorio delle province di Milano, Monza Brianza e Lodi a fine giugno risultavano attive 389.651 le società, in crescita dell’1,6% rispetto a giugno 2020. Le prospettive della congiuntura lombarda sono altresì incoraggianti, con le previsioni sul valore aggiunto che indicano per il 2021 una crescita del 5,3% a Milano, del 5,8% per Monza Brianza e +5,2% a Lodi. Scenario di ripresa, soprattutto per il capoluogo, che l’anno scorso ha pagato un prezzo alto alla pandemia, perdendo 16 miliardi di euro di valore aggiunto, accusando un calo del 10,1% rispetto al 2019.
Previsioni incoraggianti per il prosieguo dell’anno
L’orizzonte per l’economia lombarda è all’insegna del bello, dopo essersi messa alle spalle la crisi, soprattutto nei settori del commercio, turismo e servizi. Quest’anno, stima Carlo Sangalli, presidente della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, grazie alla zona bianca c’è un ritorno alla crescita, anche se il percorso per recuperare il terreno perduto appare ancora lungo. Ora, ha osservato, c’è un’opportunità in più: le risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destinate a Milano, che sono da investire in maniera strategica in infrastrutture materiali e immateriali e nello sviluppo del territorio e delle imprese.
Sangalli, la sfida nell’utilizzare al meglio i fondi europei
L’attenzione dovrebbe essere rivolta a settori come la banda ultra-larga, il rilancio del turismo a livello internazionale e a favore dell’innovazione del sistema imprenditoriale. Tuttavia, i tempi risultano sin da ora molto stretti, perché il 70% dei fondi europei deve essere impegnato entro il 2022 e il restante 30% nell’anno successivo. Sarà certamente questa, ha osservato Sangalli, la grande sfida della nuova amministrazione comunale per ripensare e rilanciare il futuro di Milano.
Il ‘cuore’ che pulsa, il successo delle start up
Tornando ai dettagli del rapporto, al 30 giugno, nell’area delle tre province si osserva una buona crescita delle imprese dei servizi (+2,8%), da sempre settore trainante del territorio. Anche il commercio torna in terreno positivo (+0,3%) dopo lo stop del 2020, mentre rimane in sofferenza l'industria manifatturiera (-2,6%) e continua (e si rafforza) la tendenza espansiva delle imprese di costruzione (+2,5%). Fra le imprese che registrano le migliori performance, le start up innovative che sono cresciute del 10,4% annuo, confermando il primato italiano di Milano come terreno fertile per lo sviluppo di questa tipologia di aziende.