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Mercati: cinque scenari per fine 2023 e inizio 2024
Scenari diversi per le economie di Usa ed Eurozona. Entro fine anno oltreoceano è atteso un calo dell'inflazione, mentre i tassi avrebbero già toccato il picco. La Bce potrebbe avviare un lungo periodo di pausa. Nel reddito fisso si consiglia di privilegiare le scadenze brevi nei titoli di Stato.
L’economia statunitense e quella dell’Eurozona hanno un andamento divergente. La crescita della prima, nonostante i rialzi dei tassi da parte della Fed, sembra essere superiore al potenziale. Da questa parte dell’oceano, invece, i dati macro (soprattutto quelli tedeschi) indicano una situazione sostanzialmente stagnante. Sulla base di tale premessa Alvaro Sanmartin, chief economist di Amchor IS, ha disegnato cinque scenari di riferimento che potrebbero aiutare gli investitori nell'ultima parte di quest'anno e per l'inizio del 2024. Scenari che possono essere utili per operare sui mercati obbligazionari, del credito, delle Borse e delle valute.
Niente recessione Usa, economia europea meglio del previsto
La prima previsione è sull’economia Usa, che al momento non è vista in recessione. Va tuttavia incontro, nei prossimi trimestri, a una frenata (a tassi in linea o di poco inferiori al potenziale) perché i tassi reali sembrano ormai elevati, l'impulso fiscale dovrebbe affievolirsi e perché i risparmi in eccesso accumulati durante la pandemia potrebbero essere quasi del tutto esauriti. Il secondo scenario riguarda l’Eurozona che, nonostante la debolezza di molti dati, nei prossimi trimestri dovrebbe avere una crescita economia positiva anche se modesta. Beneficerà dell’effetto coda dei consumi privati, di una politica fiscale che rimane espansiva e della ricostituzione delle scorte nel settore manifatturiero.
L’inflazione rientra, picco dei tassi già raggiunto
La terza visione ha come focus l’inflazione sottostante Usa: è probabile che da qui a fine anno si possa assistere a un suo calo significativo grazie a meno tensioni nel mercato degli alloggi e all’aumento dell’immigrazione (che agisce da freno a prezzi e salari). La quarta previsione poggia sullo scenario disegnato sopra, ovvero sulla convinzione che il mercato abbia già assistito all’ultimo rialzo dei tassi Fed (anche se impiegheranno molto tempo a scendere). La quinta previsione è centrata su Eurozona e Cina. La Bce, secondo Sanmartin, potrebbe avviare un lungo periodo di pausa nei rialzi dei tassi perché esistono le condizioni per un calo sensibile dell'inflazione. Per la Cina l’esperto la vede ragionevolmente costruttiva e, nonostante le incertezze, le stime di crescita per il 2023 sono ancora vicine al 5%, dato nettamente superiore a quello che ci si può aspettare nel mondo sviluppato.
Nel reddito fisso meglio preferire le scadenze brevi
Per quanto riguarda l’operatività, nei Titoli di Stato l’esperto vede ancora più rischi di rialzo che di ribasso nelle scadenze medie e lunghe e, di riflesso, continua a privilegiare le posizioni focalizzate sulle scadenze brevi. Nell’azionario ritiene che il segmento value/ciclico (comprese le banche europee) dovrebbe fare meglio del segmento growth/defensive. In questo caso sono da preferire i mercati europei e dell'Asia emergente agli Usa. Nel mercato del credito, lo scenario macro-centrale di Amchor IS è compatibile con tassi di default ragionevolmente bassi. In questo contesto, ritiene opportuno combinare un'esposizione moderata al credito a bassa duration con posizioni ben selezionate in Titoli di Stato dei mercati emergenti in valuta locale.
Da seguire le valute minori e quelle emergenti
Nel valutario Sanmartin ha una visione positiva su valute come la corona norvegese, il dollaro neozelandese e quello australiano, in quanto offrono un'interessante combinazione di carry, stabilità macro, rating elevato e, nel caso delle ultime due, rappresentano anche un modo indiretto per acquisire esposizione alla riapertura della Cina. Allo stesso tempo, continua ad apprezzare le valute dei Paesi emergenti con una buona governance macro, solide prospettive di crescita e livelli di carry ragionevolmente elevati (come peso messicano, real brasiliano, rupia indonesiana e quella indiana). In termini di valute che potrebbero fungere da copertura per un investitore in euro, i livelli di dollaro, nell’area di un dollaro intorno a 1,10-1,12, sembrerebbero interessanti per rendere la valuta una buona copertura per gli investitori in euro.