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Fondi: secondo trimestre in negativo per la raccolta

L’industria del risparmio gestito archivia il secondo trimestre con uscite nette per 12 miliardi di euro, riconducibili principalmente alla fuga che ha colpito le gestioni di portafoglio. Le masse gestite, grazie all’effetto mercato, sono comunque aumentate a 2.277 miliardi di euro.

21/09/2023
mano di business man regge un salvadanaio disegnato con un tratto di luce
Mappa sulla raccolta del secondo trimestre

Secondo trimestre con il segno rosso per l’industria del risparmio gestito, che archivia il periodo con uscite nette per 12 miliardi di euro. La performance sconta soprattutto quanto è successo nelle gestioni di portafoglio, che accusano deflussi per 9,45 miliardi. È quanto emerge dalla Mappa trimestrale di Assogestioni, dove si sottolinea che - nonostante questo segno negativo - il patrimonio gestito, è salito a fine giugno a 2.277 miliardi di euro rispetto ai 2.258 miliardi di fine marzo (+0,84%) e ai 2.210 miliardi registrati alla fine dello scorso dicembre (+3,03%). Le masse, precisa la nota dell’associazione, sono lievitate principalmente per il positivo effetto mercato che sta caratterizzando il 2023, stimato dall’Ufficio Studi attorno a +1,5% (il secondo trimestre).

Cresce l’interesse per i fondi obbligazionari

Tra maggio e giugno contengono le fuoriuscite i fondi aperti, che registrano deflussi per 3,3 miliardi fornendo chiare indicazioni sull’attuale orientamento del mondo retail. L’analisi di Alessandro Rota, direttore dell’Ufficio Studi di Assogestioni, mette in rilievo la forte crescita di interesse per i fondi obbligazionari, che nel secondo trimestre raggiungono infatti una raccolta netta di 8,7 miliardi di euro. Questa preferenza, ha spiegato, conferma da un lato la sensibilità degli investitori per il tema dei tassi di interesse e, dall’altro, la reattività delle case di gestione nel modulare un’offerta che si caratterizza principalmente per un forte ritorno dei prodotti a scadenza e per la concentrazione sui governativi da un punto di vista di asset class.

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I fondi azionari perdono appeal

Tornando al report di Assogestioni, da uno sguardo alla raccolta per categorie si nota come i fondi azionari, dopo un 2022 di forti afflussi (+22 miliardi di euro) e un vivace primo trimestre (+2,8 miliardi di euro), perdano sprint restando in ogni caso positivi con un saldo di +417 milioni di euro (+3,26 miliardi di euro da gennaio). Sempre preda dei deflussi invece i fondi flessibili e quelli bilanciati, che tra aprile e giugno subiscono deflussi rispettivamente di 6,2 e 4,5 miliardi di euro (-11,4 miliardi e -7,50 miliardi dall’inizio dell’anno). Bilancio trimestrale su un terreno negativo anche per i fondi monetari, che archiviano il periodo con deflussi per 1,67 miliardi di euro, che portano il saldo negativo accumulato da gennaio a -2,89 miliardi di euro.

Gestioni di portafoglio in negativo

I dati del trimestre includono anche il resoconto sui PIR (Piani Individuali di Risparmio) che, nel periodo, accusano deflussi per 609 milioni, afferenti in toto ai PIR ordinari, mentre i PIR alternativi chiudono in sostanziale pareggio. Il patrimonio promosso complessivo dei due strumenti si attesta a 19 miliardi. Per quanto riguarda le gestioni di portafoglio, che pesano per oltre il 47% del patrimonio gestito, il bilancio del secondo trimestre è stato pari a -9,45 miliardi, determinato in gran parte dai 7,6 miliardi di uscite registrate dalle gestioni di prodotti assicurativi (-13,32 miliardi da gennaio). Il dettaglio della mappa trimestrale sulla domiciliazione dei fondi evidenzia ancora la preferenza per gli strumenti italiani (+2 miliardi di euro) rispetto a quelli di diritto estero (-5,3 mld euro). Nel primo semestre i primi scrivono un saldo positivo di 2,7 miliardi), mentre per i secondi c’è un segno rosso di -9,7 miliardi.

A cura di: Fernando Mancini

Parole chiave:

fondi trimestre assogestioni
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