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Mercati: crisi sociali e politiche possono dare slancio all’ESG
La lotta al cambiamento climatico è un megatrend da seguire perché, alla luce delle spinte green avvertite nel mondo, abbraccerà sempre più settori dell’economia. Lo sostengono gli esperti, sottolineando l’importante ruolo che avranno in futuro gli investitori nei temi sulla sostenibilità.
Le problematiche legate alla sostenibilità sono sempre più spesso intrecciate con rischi geopolitici e socioeconomici. All’indomani del disordinato rimbalzo post-pandemia, il rischio vox populi ha posto maggiormente il focus sui leader, sui partiti, sui sistemi elettorali e sulla geopolitica. La governance e la politica sono diventate di conseguenza più faziose, in parte a causa dei social media sempre più pervasivi che portano le persone, che la pensano allo stesso modo, a non confrontarsi con altre opinioni.
Il Covid ha spinto Governi e Banche centrali a iniettare un enorme sostegno fiscale e monetario per evitare la catastrofe economica. Questo, secondo Olivia Albrecht, global head of ESG di TCW, potrebbe avere implicazioni sulle prospettive di investimento a lungo termine, in quanto è probabile che si traduca in aumenti della spesa pubblica, delle tasse, dei deficit fiscali e forse in un’alta inflazione.
L’uguaglianza, tra diritti civili e salute pubblica
Albrecht, partendo da questo presupposto e dando uno sguardo alle esperienze del passato, ha cercato di inquadrare i trend del futuro e valutarne le conseguenze sulle scelte d’investimento. A seguito della crisi finanziaria globale (2007-2013), ci sono state proteste di massa e sono nati molti partiti fuori dal mainstream. Recenti campagne sui diritti civili sembrano godere di un sostegno pubblico relativamente più forte.
Altre aree da tenere d’occhio includono, secondo l’esperta, gli sforzi per migliorare il sistema sanitario pubblico americano all’indomani della crisi pandemica. Questa, infatti, ha effettivamente evidenziato la combinazione di questioni di diritti civili e problemi di salute pubblica, poiché il virus ha colpito diversi sottogruppi in modi notevolmente diversi, con la chiara evidenza che quelli più emarginati hanno sofferto in modo sproporzionato a causa dell’ondata dei contagi.
La lotta al cambiamento climatico, megatrend
La lotta al cambiamento climatico, come mostrano le manifestazioni in molti Paesi e gli impegni dei Governi, può essere un tema che potrebbe superare le differenze geopolitiche. I giovani, dai Millennial alla Gen Z, sono concentrati sul tema ed è positivo perché sono i politici di domani. Ma l’azione richiede più dei cambiamenti legali e normativi: ha bisogno anche del sostegno finanziario e della creatività dei privati. La mitigazione del cambiamento climatico va, infatti, ben oltre le istituzioni.
In alcuni Paesi, come gli Usa, il sostegno politico all’azione per il clima è tiepido e molto parziale e questo significa che il settore privato deve assolutamente guidarla, diventando parte fondamentale della soluzione. Gli investitori, di riflesso, devono monitorare tutte le forme di rischio di uguaglianza (di genere, razziale, di reddito e regionale) perché sono fattori che influenzano le scelte di business e di investimento e considerare anche la resilienza dei Paesi e delle aziende che sono più inclusive e meno inclusive.
A rischio gli equilibri geopolitici
L’avvento del capitalismo multi-stakeholder rappresenta un importante cambiamento nel modo di pensare delle aziende, che prima si concentravano solo sui profitti: vale a dire maggiore trasparenza gestionale, soprattutto per le imprese che finora hanno preferito de-enfatizzare alcuni dei rischi e dei costi sociali delle loro attività. In futuro, quando le principali Banche Centrali diventeranno meno accomodanti, è probabile che si presterà maggiore attenzione alle tensioni geopolitiche.
La crisi Russia-Ucraina è il primo capitolo di questa nuova fase, e - secondo Albrecht - sarà importante capire come le Banche Centrali navigheranno. Il conflitto evidenzia, inoltre, l’importanza critica dell’indipendenza energetica, soprattutto per l’Ue. Per questo l’esperta ritiene che la guerra spingerà Bruxelles verso ulteriori investimenti nell’energia, compreso il capitolo nucleare.