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Mercati: la scena è dominata dalla liquidità
Tra gli investitori cresce il timore di atterraggio duro dell’economia e questo li spinge verso la liquidità. Cautela, di riflesso, sul mondo private. C’è attesa per i prossimi dati, per capire quale direzione potrebbero prendere i tassi di interesse statunitensi e dell’Eurozona.
Troppe incertezze condizionano i mercati finanziari: è difficile immaginare quale sarà l’orientamento del prossimo futuro dei tassi d’interesse, come sarà l’atterraggio dell’economia (nullo, morbido o duro) e, soprattutto, di che portata potrà essere l’impatto a valle della corsa dell’inflazione. Ecco perché, sostengono gli analisti, i dati in arrivo rappresentano – per entrambe le sponde dell’Oceano - un fattore determinante per la volatilità del mercato. Per tutti questi motivi in RBC BlueBay AM, ha affermato il CIO Mark Dowding, viene mantenuta una visione cauta sui risk asset, anche perché – aggiunge - la liquidità sta diventando in questa fase “il re” in un mondo di estrema inversione della curva, ma questo non significa che non possa rimanere sul trono a lungo.
Diventa più probabile un atterraggio duro
L’analisi parte dalla testimonianza da falco, al Congresso, del Presidente della Fed Jerome Powell, che ha alimentato le attese sui tassi a breve Usa. I mercati hanno iniziato a prezzare un rialzo di 50 punti base a marzo, anche se ciò dipenderà dai dati che arriveranno. Sembra che la Fed stia dicendo che i tassi dovranno salire ancora per un po’, per rallentare l’economia e garantire il controllo dell’inflazione. Da questo punto, stima Dowding, sembra che il ‘non atterraggio’ non sia un risultato sostenibile e che nei prossimi mesi assisteremo a un atterraggio morbido o uno duro. Per estensione, precisa, questo può significare che dati solidi in questa fase porteranno tassi più alti a seguire e, di fatto, una maggiore possibilità di atterraggio duro.
La brusca inversione della curva dei rendimenti
I mercati hanno preso atto di questa eventualità: a seguito di una serie di recenti dati solidi, i rendimenti a lunga scadenza sono effettivamente calati, anche se i Treasury a due anni hanno superato il 5%. La curva ha toccato livelli record di inversione, visti l’ultima volta - sotto la Fed del Presidente Paul Volcker - negli anni '80. In genere, spiega l’esperto, una curva così invertita indicherebbe un atterraggio duro e potrebbe portare a una pressione sui risk asset. Tuttavia, più che da un pessimismo economico lungimirante, sembra che l’inversione della curva sia guidata dalla fiducia che la Fed riuscirà a riportare l’inflazione al suo obiettivo del 2%, con i tassi di liquidità che torneranno a un livello appena superiore a questo, nel corso del tempo.
Le Banche centrali ostaggio dei dati
Benché le Borse siano state sostenute da tale risultato, secondo Dowding i mercati potrebbero essere un po’ troppo fiduciosi nelle capacità della Fed perché esiste il rischio che l’inflazione e i tassi di liquidità finiscano per rimanere un po’ più alti di quanto visto in passato. In un certo senso pensa che la Fed e le altre Banche centrali saranno ostaggio dei prossimi dati. In questo contesto, colpisce che un indice dei bond societari Usa investment grade ora renda non più di quanto offrano i depositi in contanti, a partire dalla metà di quest’anno. La liquidità sta diventando il re in un mondo di estrema inversione delle curve e quindi l’esperto ritiene che un approccio in grado di offrire rendimenti assoluti su una base di cash-plus sia meritevole.
Cautela sul private asset, tassi Usa visti anche oltre il 6%
La stessa atmosfera si respira in Europa, dove anche i benchmark del credito Euro Investment Grade offrono rendimenti non molto superiori alla liquidità e, finché le aspettative sui tassi non si ridurranno, si fa fatica a vedere come i rendimenti a più lunga scadenza abbiano molto spazio per calare. Ciò suggerisce, secondo Dowding, l’opportunità di un’allocazione relativamente difensiva, anche se - in vista dei prossimi dati su salari e inflazione - potrebbe sembrare che ci siano molte cattive notizie già prezzate. Anche perché, non bisogna trascurare che le recenti notizie provenienti dalla Silicon Valley possono essere solo un esempio di come sia necessaria una certa cautela negli investimenti nei private asset. In RBC BlueBay si sta già valutando un aumento negli Usa dei tassi a breve termine al 5,6%, con il chiaro rischio che la Federal Reserve possa aumentare fino e oltre il 6%.