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Mercati: scommesse sui tassi possono essere un azzardo
La Bce sta adottando una politica meno aggressiva in risposta a un quadro economico non favorevole. Possibile un taglio dei tassi in aprile, ma il numero di tagli nel 2024 potrebbe essere inferiore alle attese a causa dell’inflazione. Poco probabile, invece, un taglio dei tassi nel Regno Unito.
L’atmosfera sui mercati finanziari sta cambiando in positivo. Negli Stati Uniti, se da un lato c’è una Fed che ha modificato il proprio approccio (più colomba) nei confronti della politica monetaria, dall’altro lato c’è un mercato azionario che viaggia sui massimi storici mentre il rally degli spread creditizi ha allentato le condizioni di finanziamento. Da quest’altra parte dell’oceano c’è l’Eurozona che, stando agli ultimi dati sul Pil, ha appena evitato una recessione tecnica nel quarto trimestre dello scorso anno. Il quadro è disegnato da Mark Dowding, fixed income Cio di RBC BlueBay AM, il quale ritiene che la Federal Reserve inizierà probabilmente a ridurre i tassi nella seconda metà dell'anno, considerata l’attuale solidità dell’economia.
Poco verosimile un rapido ritorno dei tassi ai livelli pre-Covid
Dowding, nonostante questa considerazione, ammette che oggi le possibili mosse della Fed sono meno intellegibili rispetto al passato. Quindi, riconosce di non avere al momento una chiara prospettiva sui tassi statunitensi. La politica monetaria, secondo l’opinione più diffusa, si dovrebbe comunque muovere lentamente al rialzo e rapidamente al ribasso. Tuttavia, se l'economia dovesse stabilizzarsi senza tanti problemi, i tagli dei tassi potrebbero essere superficiali e di breve durata. In base a quanto accaduto nei precedenti cicli di allentamento, i tagli potrebbero essere modesti prima di un nuovo rialzo dei tassi. Pertanto, avverte l’esperto, affidarsi troppo all'idea che i tassi stiano tornando rapidamente ai livelli pre-pandemici potrebbe essere rischioso.
Pressioni politiche sulla Fed?
La scelta della Fed di adottare una posizione più ‘dovish’ si contrappone al brillante quadro congiunturale degli Stati Uniti (che ora ha trovato anche il conforto nella ripresa del mercato immobiliare, grazie alla riduzione dei tassi ipotecari), fattore che ha spinto il Presidente, Jerome Powell, a cercare subito di raffreddare le scommesse di un prossimo taglio già in marzo. Tuttavia, alla posizione più espansiva potrebbe avere contribuito la possibile influenza del Segretario al Tesoro, Janet Yellen (già Presidente della Fed dal 2014 al 2018), che potrebbe aver esercitato pressioni per abbassare i tassi (e stimolare ulteriormente l’economia).
La Bce guarda ora più all’economia che all’inflazione
Anche nella Bce i policymaker stanno assumendo posizioni più accomodanti in risposta a una situazione economica nell’Eurozona tutt’altro che florida. L’attenzione si è comunque focalizzata sulla riduzione dell'inflazione e questa, secondo la chiave di lettura dei mercati, suggerisce la possibilità di un taglio dei tassi ad aprile. A questo proposito Dowding ritiene che il numero di tagli sarà comunque inferiore alle attuali aspettative, perché la Bce è preoccupata per la rigidità dei salari e del mercato del lavoro (la disoccupazione nell’area è già ai minimi storici). Per contro, la prospettiva a breve termine della congiuntura appare condizionata e i potenziali rischi legati alla geopolitica stanno spingendo la Bce a considerare azioni per stimolare l'economia.
Il differente passo delle economie dell’Eurozona
Un altro freno è la differenza tra le varie realtà regionali, con l’Europa meridionale (come Spagna, Portogallo e Grecia) che supera la Germania. Anche gli spread periferici sono saliti e potrebbero ulteriormente comprimersi, soprattutto per Paesi come la Grecia, che ha recentemente emesso bond con successo dopo essere tornata a un rating di credito investment grade. Bene anche l'Italia, con il Pil cresciuto dello 0,5%, ma il nostro Paese - avverte Dowding - continuerà a destare preoccupazione fino a quando non mostrerà una maggiore capacità di crescere su base costante. In tale contesto, continua a trovare più valore in altri Paesi con rating investment grade che offrono rendimenti più elevati sul loro debito denominato in euro, tra cui Romania, Messico e anche la Polonia.
Regno Unito, poco probabile un taglio dei tassi nel 2024
Discorso a parte per il Regno Unito, dove l’esperto continua a ritenere più lontana la prospettiva di un allentamento monetario perché l’inflazione rimane vicina al 5%. Anche perché, aggiunge, il Governo Sunak è pronto a tagliare le tasse a marzo ed è probabile che questa mossa neghi ogni possibilità di un taglio dei tassi nel corso del 2024.