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Morgan Stanley: BCE pronta per svolta green
Morgan Stanley, alla luce dell’ampio consenso sul fatto che i rischi climatici siano una minaccia alla stabilità dei mercati finanziari, prevede un'azione da parte della Bce per assicurare che tali rischi siano evidenziati. Gli analisti indicano i possibili effetti sui mercati.
L’azione della Bce sarà più ‘verde’, più in linea con la svolta ambientale che l’Ue ha assunto anche nell’ambito (NGEU) del rilancio dell’economia dalla crisi generata dalla pandemia. È quanto emerge da un report di Morgan Stanley, ‘Sustainability & Economics: Green Shift at the ECB’, focalizzato sul dibattito in corso all’interno della Banca centrale europea in merito alla ‘Strategy Review’, volta ad allontanarsi dalla market neutrality e correggere le attuali tendenze verso il carbonio. Gli esperti si attendono un chiaro indirizzo green da parte dell’Istituto, analizzano i modi in cui questo sarà comunicato e quale potrebbe essere l’impatto sui mercati e, di riflesso, per gli investitori.
Una tabella di marcia per comunicare il rischio climatico
La banca d’affari, visto l’ampio consenso sul fatto che i rischi climatici siano una minaccia alla stabilità finanziaria, prevede un'azione normativa della Bce per assicurare che tali rischi siano comunicati, le ‘protective actions’. L’obiettivo è fare in modo che i mercati valutino l'esternalità derivante dal cambiamento climatico: il problema finora è stato come farlo. Gli analisti si aspettano quindi che la review stabilisca gli standard che la Bce adotterà - valutazioni su framework ufficiali come la tassonomia dell'UE - e una tabella di marcia per fornire una informativa obiettiva e coerente su tali rischi. Inoltre, l'Eurosistema si è già impegnato a gestire le proprie risorse in modo sostenibile.
Reinterpretare il mandato della Bce per una ‘green action’
I tradizionalisti, come il Presidente della Bundesbank Jens Weidmann, sostengono che le Banche centrali ansrebbero oltre il loro mandato se rompessero la market neutrality e discriminassero su basi diverse dai prezzi di mercato, come i criteri ambientali. Credono che tali giudizi siano compito dei Governi. Ma il numero uno della Bce - e anche la maggioranza del Consiglio direttivo è della stessa opinione - è a favore di una posizione più proattiva. In sostanza, Christine Lagarde ritiene che i guasti ambientali siano un fallimento del mercato che richiedono una risposta politica per contrastare il bias legato al carbonio, e che il cambiamento del clima stesso rappresenti una minaccia alla stabilità finanziaria e dei prezzi. Di riflesso, secondo Morgan Stanley, reinterpretare il mandato della Bce per permettere un'azione sul cambiamento climatico apre la porta a una svolta verde nelle sue politiche.
La svolta ambientalista sarà comunque graduale
Gli esperti della banca d’affari stimano che l'attenzione iniziale si concentrerà sulla comunicazione del rischio climatico, anche se mettono in conto la possibilità che la Bce dichiari che l'azione sul climate change rientri nel proprio mandato, aprendo così la porta a una ‘green shift’ nelle politiche. Si aspettano che questo cambiamento verde - che probabilmente coinvolgerà l'aggiustamento del collaterale, delle policy di portafoglio e del capitale bancario - sia implementato gradualmente, man mano che le informazioni sui rischi climatici diventeranno maggiormente disponibili, mentre il collaterale e gli acquisti probabilmente diventeranno ‘green’ dal 2023 e il capitale bancario dal 2025.
Quali saranno gli effetti sui mercati
Nello scenario base, Morgan Stanley prevede da parte della Bce una graduale introduzione di criteri di valutazione legati alle emissioni di CO2 sugli acquisti, che si tradurrà in 1) una modesta accelerazione nella forbice di prezzo tra leader e ritardatari nel campo della decarbonizzazione, 2) un irripidimento delle curve di credito dei ritardatari e 3) un aumento incrementale dei premi delle obbligazioni verdi sovrane. Nello scenario rialzista, ritiene che il QE potrebbe escludere interi settori aziendali, provocando un dirompente re-pricing delle obbligazioni societarie, nonché un 'arricchimento' dei bond verdi sovrani, data la loro scarsezza. Anche prima che la Bce agisca, la sua credibilità - e la minaccia di azioni future - è probabile che sostenga uno spostamento del mercato a favore degli emittenti ‘verdi’.