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Piazza Affari: 2023 record, la performance migliore dopo il Nasdaq
La Borsa di Milano chiude il 2023 con un balzo del 28 per cento, spinta da settori come il finanziario e la difesa, con un forte apprezzamento delle azioni di Unicredit e Leonardo. Tra i migliori anche Mps, Telecom Italia, Bper, Ferrari, A2A, Iveco, Banco Bpm. In ritardo energetici e farmaceutici.
Piazza Affari archivia il 2023 con un bilancio più che brillante, contrappuntato dall’importante superamento di quella soglia (30mila punti) abbandonata ben 15 anni fa, a causa della tempesta generatasi sulla crisi dei subprime statunitensi. Pochi, sia tra gli investitori e sia tra gli addetti ai lavori, si aspettavano infatti questa perentoria virata dopo il disastroso andamento che la Borsa di Milano ha accusato nel 2022. Soprattutto perché, sin dall’inizio, si erano accavallati i timori di una recessione in arrivo, cui si sono poi affiancati quelli legati alla fiammata dell’inflazione - che sembrava allora inarrestabile - e alla conseguente diffusa impennata dei tassi d’interesse.
Seconda solo dietro al Nasdaq
Eppure parliamo di una Borsa che ha regalato significative soddisfazioni: l’indice Ftse Mib segna un progresso del 28,03%, il migliore risultato tra i mercati europei (+19% secondo l’Eurostoxx 50) e secondo solo dietro l’indice Nasdaq 100 (+44%), il listino Usa dove sono quotate le società del mondo high tech. Decisamente interessanti, comunque, anche i progressi registrati dai listini di Madrid (vicini al 23%), Francoforte (il cui indice Dax, pur avendo ritoccato il record, ha fermato il rialzo a poco più del 20%), Parigi (+16,52%) e Amsterdam (+14,2%). Fanalino di coda è Londra (+3,78%), ancora alle prese con le conseguenze della Brexit e di un’economia che è costantemente sull’orlo della stagflazione.
Finale in crescendo
Per Piazza Affari è stato un crescendo. Dopo un avvio sottotono (che ha toccato il minimo il 2 gennaio), ha via via preso sicurezza ed è finita per aggiornare il massimo dell’anno l’11 dicembre, sulla scorta della convinzione che il ciclo rialzista delle politiche monetarie di Bce e Fed sia ormai alle spalle. Anche se gli analisti invitano alla cautela contro l’eccessivo ottimismo per un taglio dei tassi ravvicinato (su entrambe le sponde dell’oceano, per l’inflazione che rimane alta e per un mercato del lavoro ancora robusto), gli investitori sono positivi per l’azionario per il 2024. Le migliori occasioni, secondo alcuni esperti, potrebbero risiedere tra le Pmi, che hanno avuto meno corso durante lo scorso anno.
L’effetto locomotiva da banche e difesa
Dietro lo strappo della Borsa di Milano c’è l’effetto locomotiva di alcuni big del mondo finanziario (favoriti dalla corsa al rialzo dei tassi) e dell’ambito della difesa (oggetto di speculazione a causa dei conflitti in corso, in Ucraina e in Medio Oriente). In particolare, spiccano a questo proposito l’apprezzamento – superiore all’85% – che portano a casa le azioni di Unicredit e di Leonardo. Tra i migliori anche due titoli che negli ultimi anni sono stati particolarmente bersagliati dalle vendite, come Mps (+58%) e Telecom Italia (+39%). Tra le migliori 10 performance segnate nel 2023, anche quelle di Bper, Ferrari, A2A, Iveco, Banco Bpm, Tim ed Enel.
Si affievolisce la spinta per energetici e farmaceutici
In fondo troviamo invece alcune delle società che avevano performato decisamente bene negli anni precedenti, come gli energetici (che nel corso dell’anno hanno perso il propellente della fiammata dei prezzi delle materie prime) e i farmaceutici (oggetto di una vivace speculazione nell’era della pandemia). Riflessioni che, per esempio, sono dietro alla correzione di Diasorin (-28,5%) e della sostanziale stabilità che ha contraddistinto titoli come Erg e Italgas. Infine, per quanto riguarda la capitalizzazione di Borsa, questa è cresciuta di oltre il 21% a 761 miliardi di euro, portando il proprio contributo alla formazione del Pil nazionale al 39,4% dal 33,9% segnato nel 2022.