- SEI UN CONSULENTE FINANZIARIO AUTONOMO?
- Scopri i vantaggi del nostro servizio
Cina: nel 2024 è tempo di tornare a puntare sul Dragone
Prospettive positive per la Borsa cinese, dove secondo gli esperti è meglio focalizzarsi su aziende che generano utili costanti, in settori come tecnologia e industria, beneficiando degli upgrade industriali e della transizione verde. Da non trascurare le realtà fuori dalle large cap.
L’azionario cinese inizia a vedere la luce in fondo al tunnel, dopo che la sua performance è stata deludente sin dall’inizio del 2021, come rivela il dimezzamento accusato da allora dall'MSCI China Index. L’orientamento non è cambiato nemmeno dopo la fine della pandemia nel 2022, a dispetto di quanto è successo in molte altre economie che hanno registrato un boom dei consumi nel post-Covid. A fare la differenza, in particolare, sono stati i massicci stimoli alla domanda che questi Paesi hanno elargito durante la pandemia, mentre Pechino ha optato per ridurre la leva finanziaria, concentrando gli sforzi sulla stabilità economica. Scelta che ha impattato, soprattutto, sul già travagliato settore immobiliare, fondamentale per le attività del Dragone, visto che (con l’indotto) contribuisce a oltre il 20% del Pil del Paese.
Il settore immobiliare
Il comparto immobiliare, secondo Wenli Zheng, gestore del fondo T. Rowe Price Funds SICAV - China Evolution Equity di T. Rowe Price, ha rappresentato per l’economia cinese in questi anni la prima zavorra. Dall'inizio del 2021, infatti, i volumi delle transazioni immobiliari sono scesi del 30%-40% dal picco, mentre le nuove costruzioni sono crollate del 60%. Altro punto dolente è l’export che, dopo avere sostenuto la crescita nel 2020-2022, è tornato a scendere nel 2023 a causa delle sfide economiche globali e del riallineamento delle supply chain. Anche le tensioni commerciali Usa-Cina hanno contribuito al calo della quota cinese sull’import statunitense dal 20% a meno del 15%, anche se a livello globale l’export cinese ha continuato a crescere nei Paesi emergenti.
In corso una significativa trasformazione economica
Nonostante le sfide strutturali (come l'elevata leva finanziaria nell’immobiliare, l’incerto quadro geopolitico e le difficoltà demografiche), secondo il gestore, l'attuale rallentamento in Cina sembra soprattutto di natura ciclica. Storicamente, afferma, il Paese ha attraversato cicli economici ogni tre o quattro anni, con fasi di riduzione della leva finanziaria seguite da periodi di solida performance di mercato. Tuttavia, il Paese sta vivendo una trasformazione economica significativa, con rapidi progressi nella produzione e un'ascesa nella catena del valore. Gli investimenti in R&S sono superiori a quelli dell'Ue, posizionando la Cina come leader in settori emergenti. Le esportazioni di auto ed energie rinnovabili si prevede supereranno quelle di PC e cellulari nel 2023, evidenziando in questo modo una diversificazione positiva.
Migliora la disciplina aziendale
Tra gli aspetti positivi derivanti dal riposizionamento delle supply chain c’è una maggiore sostituzione locale, con aziende che riducono il divario con i fornitori stranieri in settori come robot industriali e chip analogici. Inoltre, molti comparti tradizionali mostrano una migliore disciplina nelle spese in conto capitale e un consolidamento settoriale. Sull’andamento della domanda occorre una precisazione: nonostante il rallentamento dei consumi post-Covid, il trend strutturale è invariato, con un aumento del potere d'acquisto e una crescita del reddito delle famiglie. Sebbene le tensioni geopolitiche possano accelerare la transizione verso un'economia più orientata ai consumi, Wenli Zheng prevede che la competitività e l'influenza globale delle aziende cinesi nei settori emergenti continueranno a crescere.
Dove sono le opportunità?
Gli investitori, benché il contesto economico sia in chiaroscuro, secondo il gestore dovrebbero concentrarsi su aziende in grado di generare utili costanti. In particolare, settori come tecnologia e titoli industriali, che sfruttano gli upgrade industriali e la transizione verde, offrono interessanti opportunità di crescita. Bisogna però prestare attenzione al fatto che l’azionario cinese resta una piazza altamente inefficiente, con un'ampia presenza di investitori retail e opportunità di mispricing veloci. Per questo motivo, aggiunge Wenli Zheng, gli investimenti in azioni cinesi al di fuori delle large cap ben note potrebbero generare un alpha significativo, considerando che solo l'1% dei titoli è comunemente investito dai fondi tradizionali, mentre il restante 99% rappresenta un territorio inesplorato.