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Pil: la nostra economia corre più della media europea
Nel secondo trimestre il Pil italiano è cresciuto del 2,7 per cento congiunturale e del 17,3 per cento annuo. L’accelerazione ha colto di sorpresa, al punto che l’FMI è tornato a rivedere al rialzo le stime sulla nostra crescita economica, spostandole al 4,9 per cento per l’intero 2021.
La ripresa economica italiana prende velocità, grazie alla spinta corale delle sue principali componenti. Da rilevare che il suo ritmo è nettamente superiore alla media europea e, come sottolinea l’Istat, si confronta con uno scenario mondiale caratterizzato sempre da un processo di ripresa economica solido ma - nello stesso tempo - squilibrato tra i vari Paesi. La congiuntura globale, in sostanza, continua a fare i conti con la pandemia e con la variante Delta del Covid-19. Le prospettive della nostra economia si confermano comunque molto positive, al punto che gli analisti continuano a correggere al rialzo le loro previsioni, a partire dal Fondo monetario internazionale.
+2,7% congiunturale e +17,3% tendenziale
Passando ai numeri, dopo un primo trimestre in lieve recupero, l’Istat stima che nel secondo trimestre di quest’anno l’economia italiana ha registrato una crescita molto sostenuta: il Pil, al netto degli gli effetti di calendario e su base destagionalizzata, è calcolato in rialzo del 2,7% sul trimestre precedente e del 17,3% su base tendenziale. La portata di questa performance non è sminuita dal fatto che il secondo trimestre ha avuto una giornata lavorativa in più sia rispetto ai tre mesi precedenti sia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La crescita è scaturita da un aumento delle attività industriali e dei servizi e da una sostanziale stazionarietà nell'agricoltura, silvicoltura e pesca.
Bene la domanda e il mercato del lavoro
Notizie positive anche dal fronte dei consumi, con una domanda che ha beneficiato del sostegno sia dal fronte interno sia dalla componente estera. Un quadro completato dal fatto che è migliorata la fiducia sia delle imprese sia delle famiglie, come lasciano intendere i dati sfornati dal mercato del lavoro (in aumento la domanda da parte delle imprese). Secondo i dati ufficiali, gli indicatori relativi ai posti vacanti nell’industria e nei servizi sono ormai superiori a quelli registrati prima della crisi. Incoraggiante anche l’andamento delle vendite al dettaglio. Un quadro, secondo l’Istat, che permette di indicare la variazione del Pil acquisita per l’intero 2021 a +4,7 per cento.
L’Fmi rivede a +4,9% la crescita per il 2021
Si tratta di una performance addirittura inferiore a quella del Fondo monetario internazionale, che nel frattempo ha ancora una volta corretto al rialzo le proprie stime sulla crescita economica italiana per il 2021, esattamente a +4,9% (dal +4,2% indicato in aprile) e a +4,2% per il 2022 (+3,6% in aprile e +4% in giugno) a fronte del -8,9% accusato nel 2020. Gli esperti dell’Fmi basano queste prospettive sul proseguimento della normalizzazione del recupero, sugli effetti positivi della campagna vaccinale e sul contributo dal fronte fiscale.
La seconda migliore performance, dietro la Spagna
Non si può non sottolineare lo slancio del ciclo italiano rispetto a quello dei principali partner europei. Nel secondo trimestre, secondo i dati Eurostat, il Pil dell’Eurozona è cresciuto in media del 2% congiunturale (dopo due ribassi trimestrali di seguito) e del 13,7% annuo. La performance del nostro Paese è la seconda migliore in assoluto (+2,7%), subito dopo quella spagnola (+2,8%) e nettamente superiore a quella che per tradizione è sempre stata la locomotiva europea, la Germania (+1,5%).