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Prometeia: da coronavirus la IV recessione tecnica dal 2019
La diffusione del Covid-19 ha generato incertezze circa la crescita economica globale e del nostro Paese. Gli esperti di Prometeia hanno rivisto il Pil 2020 dell’Italia a -0,3% e avvertono che qualsiasi valutazione degli effetti economici dipenderà dal contagio e dalle misure adottate.
Il quadro economico sta cambiando in sintonia con la rapidità con cui avanza l’influenza da coronavirus. La diffusione del Covid-19 al di fuori della Cina ha generato, infatti, ulteriori incertezze circa la crescita economica globale e, di riflesso, di quella del nostro Paese (a oggi tra quelli più esposti, insieme a Cina, Corea del Sud e Iran). Gli analisti sono costantemente impegnati nel rivedere le loro stime. L’ultimo aggiornamento è quello che arriva dagli esperti di Prometeia, che hanno rivisto il Pil 2020 dell’Italia a -0,3% e avvertono che qualsiasi valutazione degli effetti economici dipende, comunque, in modo decisivo dalla durata del contagio e dalle misure atte a contenerlo.
Quadro drasticamente cambiato dall’insorgere dei focolai
Si tratta di una radicale correzione al ribasso che avviene entro uno spazio molto ridotto: con le informazioni raccolte, lo scorso 17 febbraio gli stessi esperti avevano quantificato la crescita (pur sempre negativa) del nostro Pil a solo –0,1% a causa del coronavirus. Stima che scaturiva dalla caduta della produzione e della domanda interna cinese e dalle conseguenze sugli scambi, oltre che sul turismo cinese in Italia. Se da una parte non sono state registrate nel frattempo grandi modifiche nel quadro interno cinese, “il quadro – secondo il nuovo report - è drasticamente cambiato per il nostro Paese, per l’emergere di focolai di infezione localizzati in alcune zone della Lombardia e del Veneto”. Ciò ha portato le autorità a prendere drastiche misure.
Prematuro calcolare danni per l’economia
In pratica la nuova valutazione riflette le conseguenze a pioggia sull’economia di provvedimenti come la messa in quarantena dei paesi epicentro dell’infezione, la chiusura delle scuole e di molte attività che prevedono l’assembramento di persone (partite di calcio, bar, cinema, ecc.) in vaste aree del Nord. “È del tutto evidente che – secondo Prometeia - qualunque valutazione degli effetti economici risulta in questo momento arbitraria, poiché essi dipendono in modo decisivo dalla durata del contagio e dalle misure atte a contenerlo”. Per questo, precisa, più che proporre una previsione, è stata fatta un’analisi dei dati oggettivi a disposizione nel tentativo “di rispondere ad alcune domande”.
Dato Pil primo trimestre condizionerà resto dell’anno
E comunque la strada verso la recessione tecnica è tracciata. Secondo gli esperti, infatti, “è comunque molto probabile che, pur assumendo che si mettano in atto politiche di sostegno alle imprese in difficoltà e che la situazione tenda a normalizzarsi entro metà marzo, il primo trimestre registri una contrazione del Pil nell’ordine dello 0,3%” trimestrale. Sarebbe quindi la quarta recessione tecnica (due trimestre consecutivi di caduta del Pil) dal 2009 a oggi poiché, secondo gli esperti, la perdita messa in conto per i primi tre mesi del 2019 – secondo il ritmo di crescita messo previsto – non potrà essere recuperata nel corso dei trimestri successivi.
Il contributo delle aree coinvolte al Pil nazionale
Ma quanto pesano sul Pil nazionale l’area coinvolta dal blocco delle attività? Secondo Prometeia, il valore aggiunto delle regioni interessate in qualche misura (sono quelle nelle quali si è deciso il blocco delle attività didattiche) rappresenta nel complesso il 54% del totale Italia. In dettaglio: Piemonte (7,8%), Lombardia (22,1%), Veneto (9,2%), Emilia-Romagna (9,2%), Trentino Alto Adige (2,6%), Liguria (2,8%). Scendendo a livello provinciale, Lodi pesa lo 0,4% del PIL nazionale, mentre Milano il 10,2%. Ciò, precisa la nota di Prometeia, senza tenere conto degli effetti d’interazione tra le diverse aree.