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Coronavirus: T. Rowe, le Banche centrali aspetteranno a tagliare
La crescita economica dovrà fare i conti con il Covid. Gli economisti cercano già di individuare su quali settori ci sarà maggiormente impatto e quali, invece, saranno in grado di reagire meglio una volta passata l’ondata di panico. C'è chi guarda alle Banche centrali e chi a Bruxelles.
Montano i dubbi sulla crescita economica mondiale, destinata a fare i conti con le conseguenze dell’influenza da coronavirus. Gli economisti cercano già di individuare quali settori risentiranno maggiormente dell’impatto e quali, magari, saranno in grado di reagire meglio una volta passata l’ondata di panico. Nel frattempo continuano le vendite su tutti i fronti, dall’azionario (con i listini che si sono mangiati tutti i progressi accumulati da inizio anno) ai bond, dalle materie prime (a seguito del crollo della produzione) ai porti considerati rifugio (come i metalli preziosi, lo yen). Dal fronte dei mercati c’è chi guarda con attenzione a quello che faranno le Banche centrali e chi, per quanto riguarda più direttamente l’Europa, ai possibili aiuti che dovrebbero arrivare da Bruxelles nel giro di poche settimane.
Ue, allo studio sostegno ai settori più colpiti
Lo ha anticipato il commissario Ue all'Industria, Thierry Breton, precisando che, “è troppo presto ora specificare che cosa si può fare, ci sono varie idee tra i ministri e abbiamo parlato oggi: ci muoviamo giorno per giorno seguendo l'evoluzione dei dati” e della situazione nei vari Paesi. Secondo il Commissario, tra i settori più penalizzati dal blocco produttivo cinese ci sono auto, sanità, elettronica, legno, giocattoli: tutti legati a doppio filo con il mondo occidentale, considerato che la catena di fornitura in molti casi si è già interrotta (soprattutto per i componenti prodotti nella provincia cinese di Hubei). Guardando più strettamente lo scenario dal lato della finanza, secondo Ken Orchard (gestore del T. Rowe Price Funds SICAV), per lo scoppio del coronavirus - che ha stravolto le previsioni per 2020 – gli elementi sono soprattutto tre.
Tutti in attesa delle nuove misure che adotterà la Cina
Per l’esperto i tre elementi da tenere sotto osservazione perché potrebbero avere rilevanti implicazioni sui mercati sono:
- è improbabile che nel breve le Banche taglieranno i tassi,
- i bond asiatici sovra-performeranno, mentre le valute locali rischiano ulteriori deprezzamenti,
- l’impatto sui dei bond corporate sarà variegato
Nell’attesa di capire quanto sarà importante l’impatto del coronavirus in Occidente “è probabile – secondo Orchard - che le principali Banche centrali adotteranno un approccio attendista, guardando con attenzione alla risposta delle autorità cinesi”. Finora Pechino, aggiunge, si è focalizzato “sulla gestione della crisi, tuttavia potremmo vedere un’ondata di nuove misure nel medio termine per sostenere la crescita, tra cui ad esempio ulteriori tagli dei tassi, prestiti alle Pmi, o addirittura stimoli fiscali mirati, ad esempio verso le infrastrutture”.
Bond, i titoli ‘core’ sono diventati costosi
A livello obbligazionario, l’esperto di T. Rowe Price ritiene che “la diffusione del virus ha portato i mercati dall’anticipare una possibile reflazione a prezzare misure di emergenza di taglio dei tassi. Ciò ha spinto i rendimenti bruscamente al ribasso, con la curva a breve Usa che ora riflette le aspettative di un nuovo taglio della Fed entro settembre. Tuttavia, non siamo d’accordo con questo punto. Riteniamo sia troppo presto perché i mercati possano prevedere che le principali banche centrali inizieranno a tagliare i tassi nel 2020”. L’inversione della curva negli Stati Uniti e in Germania, sostiene Orchard, “rende i Titoli di Stato dei mercati core un investimento costoso al momento”.
Le Banche centrali asiatiche saranno comunque più dinamiche
Discorso diverso per le Banche centrali dell’area asiatica le quali, per ammortizzare il colpo, sono attese allentare la politica monetaria per iniettare liquidità nei mercati. “Con un’inflazione generalmente bassa nei Paesi asiatici limitrofi alla Cina, c’è la possibilità che questi decideranno di attivarsi per sostenere la crescita. In Thailandia e Indonesia, gli istituti centrali hanno già tagliato i tassi e ci aspettiamo che molti altri seguiranno il loro esempio nei prossimi mesi. Tra questi potrebbero esserci Corea del Sud e Malesia, dato che le loro economie hanno legami con la Cina a livello di scambi commerciali e turismo”. Nonostante queste misure, le valute della regione rischiano un ulteriore deprezzamento.